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L'Arabia Saudita vuole acquistare la United Cup

Sarebbero in corso colloqui tra il Fondo di Investimenti Pubblici saudita e Tennis Australia per la cessione del neonato torneo a squadre. Gli australiani non sarebbero soddisfatti dell'investimento, mentre gli arabi non vedono l'ora di entrare nel tennis “vero”. E così coinvolgerebbero le donne...

Riccardo Bisti
20 luglio 2023

La notizia è emersa proprio nel giorno inaugurale della rinata Hopman Cup, dalla cui scomparsa (nel vecchio format) si è scatenato un effetto a catena che potrebbe portare allo scenario anticipato dal Daily Mailla United Cup potrebbe spostarsi in Arabia Saudita. L'interesse arabo per il grande tennis è evidente da tempo, ma ha registrato un'accelerata negli ultimi mesi: prima c'è stata l'acquisizione (non ancora ufficializzata) delle Next Gen Finals, che dovrebbero svolgersi a Jeddah dal 6 al 12 dicembre, poi le dichiarazioni di Andrea Gaudenzi di qualche settimana fa: parlando con il Financial Times, ha detto di aver avuto colloqui positivi con il Fondo per gli Investimenti Pubblici dell'Arabia Saudita (PIF). Il presidente ATP non si era sbilanciato su eventuali collaborazioni, al punto che si era ipotizzato di un possibile interessamento per le ATP Finals. Forti dei petrodollari, tuttavia, gli arabi non hanno voglia di aspettare la fine del contratto con Torino (previsto per il 2025, ma l'Italia – l'ha detto Angelo Binaghi – proverà a mantenere il torneo per altri cinque anni), dunque si è aperta la possibilità di acquistare la United Cup, la cui prima edizione si è giocata lo scorso gennaio tra Sydney, Perth e Brisbane (con vittoria degli Stati Uniti in finale sull'Italia).

Secondo il Daily Mail, durante il torneo di Wimbledon ci sarebbero stati colloqui tra i rappresentanti del PIF e i funzionari di Tennis Australia, organizzatrice della United Cup in collaborazione con ATP e WTA. Si ipotizza che il maxi-montepremi di 15 milioni di dollari sia troppo oneroso per gli australiani. Ci può stare: Tennis Australia è stata tra le associazioni maggiormente colpite dalla pandemia. Erano arrivati ad avere una riserva di cassa di 80 milioni di dollari, che si è praticamente azzerata a causa delle ingenti spese per l'edizione del 2021. Da una parte gli enormi costi per l'ospitalità a tennisti e staff per la quarantena, poi la forte riduzione degli incassi da biglietteria. Si parlò di un passivo di 100 milioni australiani che avrebbe prosciugato il salvadanaio, al punto da costringere l'associazione a chiedere un ulteriore prestito. Già sul finire del 2021, infatti, l'organizzazione dell'ATP Cup fu considerata a rischio. E anche allora si era parlato dell'Arabia Saudita.

La Polonia ha potuto schierare Iga Swiatek e Hubert Hurkacz

Lo sapevi che...

La prossima edizione della United Cup è prevista dal 28 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024. Il calendario ATP la colloca ancora a Sydney, Brisbane e Perth, ma le cose possono cambiare in fretta. D'altra parte, il sito delle Next Gen Finals ha ancora la sua versione in italiano...

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In qualche modo si sono ripresi, anzi, hanno rilanciato: lo scorso ottobre l'ATP Cup è stata sostituita dalla United Cup, competizione mista per nazioni, con in campo 18 squadre spalmate su tre città. L'evento è piaciuto a tutti, dagli appassionati ai giocatori. La distribuzione di punti ATP-WTA ha poi attirato alcuni dei migliori: c'erano Rafael Nadal, Iga Swiatek, Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas, Maria Sakkari, Taylor Fritz, Jessica Pegula, Petra Kvitova e Alexander Zverev. A quanto pare, è piaciuto meno alle casse di Tennis Australia. Va da sé che la priorità per l'organizzazione guidata da Craig Tiley è il mantenimento e la crescita dell'Australian Open: se è vero che hanno un accordo per tenerlo a Melbourne fino al 2046, devono resistere al fuoco amico (Sydney) e alle sirene cinesi. Per riuscirci ci vogliono sforzi di vario genere, dunque investire su un altro maxi-torneo potrebbe distogliere risorse dall'evento principale.

Meglio concentrarsi sull'Australian Open e, se possibile, intascare un bel gruzzolo. Da qui l'interessamento del PIF, presieduto dal governatore Yasir Al-Rumayyan che ha già supervisionato gli investimenti sul calcio e sul golf. Per l'Arabia Saudita sarebbe un doppio colpo: per la prima volta ospiterebbero un evento valido per la classifica mondiale (le Next Gen Finals rimangono una ricca esibizione), e soprattutto accoglierebbero per la prima volta lo sport femminile. Quest'ultimo punto è fondamentale per un Paese guardato con sospetto dall'opinione pubblica internazionale per il trattamento riservato alle donne e, più in generale, per il mancato rispetto dei diritti umani. Gli arabi hanno già investito pesantemente su golf, calcio, fomula 1, basket e persino wrestling, mettendo in atto una pratica definita sportwashing, ovvero l'acquisizione di eventi sportivi di primo livello per ripulire la propria reputazione oppure oscurare condotte illecite.

Il trofeo della United Cup potrebbe abbandonare le spiagge australiane per spostarsi in Arabia Saudita

La prima edizione della United Cup racchiusa in poco più di 3 minuti

Fenomeno antico, con moltissimi episodi nel ventesimo secolo (dalle Olimpiadi di Berlino 1936 in avanti), oggi sembra concentrarsi proprio in Arabia Saudita. Secondo Grant Liberty (importante organizzazione per la tutela dei diritti umani), fino al 2021 il governo saudita avrebbe investito un miliardo e mezzo di dollari per placare le obiezioni sulla propria condotta. C'è da credere che la cifra sia almeno raddoppiata. Con la sua natura internazionale, e il costante bisogno di liquidità, il tennis sembra perfetto per un Paese che non si accontenta più della Diriyah Tennis Cup, ricca esibizione dicembrina che ha già vissuto un paio di edizioni. Sul piano tecnico, l'operazione avrebbe senso: per oltre vent'anni, infatti, Doha (distante appena 600 km da Riyad, capitale dell'Arabia Saudita) ha ospitato un ricco torneo ATP nella prima settimana dell'anno, senza dimenticare l'esibizione di Abu Dhabi, il Mubadala World Tennis Championships, che da qualche anno anticipa l'inizio della stagione agonistica.

Anche in questo caso siamo a meno di 1.000 km da Riyad. Tutte destinazioni che si trovano nella rotta verso l'Australia, dunque comode per la stragrande maggioranza dei giocatori (quelli che fanno base in Europa), i quali potrebbero spezzare in due il viaggio. Sarebbe più scomodo per chi arriva dal continente americano, ma tant'è. E l'Australia? Dopo aver già perso la Hopman Cup, potrebbe tornare a ospitare tornei ATP-WTA nelle prime due settimane dell'anno, in una sorta di ritorno al passato. Città come Brisbane e Sydney hanno una lunga tradizione in merito, mentre potrebbe essere più complicato coinvolgere Perth, che negli anni ha legato la sua immagine alle competizioni a squadre. Visto il suo spettacolare impianto, tuttavia, non crediamo che sarebbe esclusa dal calendario. Soprattutto se l'offerta dei sauditi fosse irrinunciabile sia per le casse ATP e WTA che per quelle di Tennis Australia.