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Premium Tour a 64 giocatori, con promozioni e retrocessioni?

Aria di distensione tra gli organi di governo del tennis mondiale: a Madrid si terranno riunioni cruciali per delineare il prossimo futuro. Sul tavolo vari argomenti: il decimo Masters 1000, la fattibilità di un Premium Tour con promozioni e retrocessioni e la commerciabilità del gioco. 

Riccardo Bisti
23 aprile 2024

Il pubblico vedrà quello che accade sul campo, con Jannik Sinner come prima testa di serie. Ma il futuro del tennis si svilupperà negli uffici nascosti del Mutua Madrid Open, laddove non ci saranno né telecamere né giornalisti. Da un paio di mesi si dice che le due settimane di Madrid saranno decisive per capire quale direzione prenderà il gioco, e pare proprio che sia così. Mentre il PIF (il Fondo di Investimento Pubblico Saudita) ha annunciato una sponsorizzazione del torneo di Madrid, che si va ad aggiungere a quelle già in atto con la stessa ATP (dà il nome alla classifica) e ai tornei di Indian Wells, Miami, Pechino e ATP Finals, proseguono a tutto spiano le conversazioni per delineare il nuovo assetto del tennis mondiale. L'ultimo aggiornamento arriva da Russell Fuller, cronista BBC, il quale ha delineato lo scenario attuale dando un paio di notizie.

La prima è che sembra essere il momento della distensione tra ATP-WTA (da una parte) e Slam (dall'altra) dopo il Grande Freddo di qualche settimana fa, a seguito della riunione di Indian Wells. Le discussioni si sarebbero fatte più cordiali, e in effetti qualcosa si era notato già a Monte-Carlo, con Andrea Gaudenzi seduto in tribuna accanto a Gilles Moretton, presidente della federazione francese (proprietaria del Roland Garros, nonché del Masters 1000 parigino). L'altra è più folkloristica e non è detto che veda la luce: tra le possibili configurazioni del Premium Tour ce ne sarebbe una a numero chiuso: ne farebbero parte 64 giocatori, con un meccanismo di promozioni e retrocessioni tramite un sistema di play-off e play-out. Ma è soltanto l'ultima delle mille indiscrezioni sulla direzione che potrebbe prendere il tennis a partire dal 2026, o più verosimilmente dal 2027. Vediamo cosa bolle in pentola.

Premium Tour: l'accesso ai super-tornei sarebbe riservato a soli 64 giocatori, con promozioni e retrocessioni attraverso la formula di play-off e play-out. Inoltre, la offseason si allungherebbe a otto settimane piene.

IL DECIMO MASTERS 1000
È l'unico argomento su cui l'ATP ha aperto una breccia sul proprio riserbo. Un mese fa hanno ammesso che la loro tabella di marcia prevede il varo di questo torneo e che era in corso un bando ufficiale. L'offerta sarebbe rivolta ai Paesi mediorientali (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Abu Dhabi) e all'Australia. Il bando scadrebbe domani, mercoledì 24 aprile, dopodiché seguiranno due giorni di intense riunioni per stabilire il vincitore o eventualmente concedersi un secondo giro di offerte. L'evento non inizierebbe prima del 2027 e il nodo più complicato da sciogliere riguarda la collocazione in calendario. Si parla di gennaio (ma Tennis Australia non gradirebbe, anzi, l'idea del Premier Tour nasce proprio da lì) oppure febbraio, ma anche in questo caso non sarebbe semplice inserirlo in un periodo fitto di eventi. C'è poi la questione WTA: sarebbe un combined, ma le licenze per i WTA 1000 sono tutte occupate. In teoria – scrive il sito BBC – tornei come Dubai o Doha potrebbero bloccare tutto. Ma è una supposizione, non sappiamo quanto verosimile.

L'OFFERTA ARABA
Arrivano conferme sul fatto che la maxi-offerta araba non sia più sul tavolo. Come è noto, in occasione del meeting di Indian Wells, Andrea Gaudenzi ha aspettato che i rappresentanti degli Slam lasciassero la stanza per informare i Masters 1000 di una super proposta proveniente dall'Arabia Saudita. Si è parlato di un miliardo di dollari, forse 1,3, forse addirittura due. Non era chiaro cosa comprendesse, di certo gli Slam non l'avevano presa bene. E nemmeno gli arabi avevano apprezzato che la faccenda fosse diventata di dominio pubblico. Si è parlato di un'offerta a tempo, un prendere e lasciare da stabilire entro 90 giorni. Oggi sembra tutto svanito in virtù di due nuovi accadimenti: l'acquisizione delle WTA Finals, che si terranno a Riyadh nei prossimi tre anni, e la ritrovata distensione tra le parti in causa (WTA e soprattutto ATP da una parte, Slam dall'altra). Tutti avrebbero convenuto sul fatto che la stagione dovrebbe essere più corta, che la narrazione dovrebbe essere più avvincente e che sarebbe opportuno avere una leadership centralizzata. L'ultimo punto è auspicabile... ma a chi spetterebbe il timone?

L'Aviation Club di Dubai ospita un ATP 500 e un WTA 1000

PREMIUM TOUR
Rimane in piedi l'affascinante idea di creare un circuito d'elite, sotto l'egida degli Slam. Russell Fuller sostiene che siano state proposte varie configurazioni rispetto a un prototipo ormai noto: Quattro Slam, dieci tornei, i Masters di fine anno e le competizioni a squadre. Emerge che l'accesso ai super-tornei sarebbe riservato a soli 64 giocatori, con promozioni e retrocessioni attraverso la formula di play-off e play-out. Inoltre, la offseason si allungherebbe a otto settimane piene. Il disegno è affascinante, ma ha molti punti di debolezza. Intanto c'è incertezza sulla copertura finanziaria e non è ben chiaro cosa fare con il doppio. I promotori, inoltre, hanno abbandonato l'idea di limitare l'attività dei 64 giocatori d'elite al solo Premium Tour, perché chi perde ai primi turni ha bisogno di giocare e guadagnare il più possibile. Da qui la possibilità di partecipare fino a quattro eventi del Contender Tour, che comprenderebbe gli attuali 500, mentre i 250 subirebbero un declassamento ancora più marcato. Il proprietario di un torneo, citato dalla BBC, si è detto convinto che il Premium Tour non si farà perché i giocatori non lo accetterebbero. “Sarà riservato ai top-20, gli altri devono giocare di più. Il tennis è fatto di diversità e vicinanza: si gioca ovunque e fornisce la possibilità di vedere i più grandi in varie città del mondo”. A parte la faccenda economica, preponderante, aggiungiamo che non sarebbe facile far digerire un concetto di circuito così diverso rispetto all'attuale.

TOUR UNIFICATO?
Sono trascorsi quattro anni dal famoso tweet di Roger Federer in piena pandemia. Lo svizzero si domandò se fosse l'unico a pensare che fosse giunto il momento di creare un unico circuito, comprensivo di uomini e donne. La suggestione si scontra con una realtà che richiederebbe anni e – soprattutto – compromessi. “Non abbiamo le mani libere, si passerebbe un mucchio di tempo in tribunale – aveva detto Steve Simon, grande capo WTA – va bene assecondare certi principi, ma ci vorrà tempo e non si possono far saltare in aria tornei che hanno investito molto e hanno un ruolo nell'ecosistema”. Lo scenario più plausibile è quello di un'unica entità commerciale che venda un prodotto unificato a potenziali partner. La WTA ha lanciato WTA Ventures, che insieme a CVC ne gestisce gli interessi commerciali. L'unione commerciale con l'ATP potrebbe portare alla nascita di Tennis Ventures, con l'obiettivo di guadagnare ancora più soldi. Perché l'obiettivo, alla fine, è soprattutto quello: rendere il tennis ancora più ricco. Dobbamo farcene una ragione.