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UNITED CUP

Un interessante esperimento sociale

La United Cup non ha un grosso valore agonistico, ma rappresenta un interessante esperimento di dinamiche relazionali: uomini e donne insieme (compresi ex fidanzati) e il doppio impegno per alcuni elementi, impegnati sia come giocatori ma anche come capitani.

Riccardo Bisti
31 dicembre 2022

Non ci sono grosse differenze tra la United Cup e un'esibizione, non fosse che l'evento offre punti ATP-WTA (fino a 500). Va però riconosciuto che i giocatori hanno tutto l'interesse a dare il massimo, vista l'imminenza dell'Australian Open. Lo scenario e gli allestimenti sono identici a quelli della ex ATP Cup, ma l'ambiente è diverso rispetto ai tornei tradizionali: un po' per l'ovvio cameratismo di ciascuna squadra, un po' perché la presenza delle donne (unica novità scenografica – anche sostanziale, ci mancherebbe – rispetto all'ATP Cup) conferisce a questo torneo anche un valore quasi sociologico. Tra le curiosità c'è la presenza di ben sei squadre con un capitano-giocatore, in cui un membro della squadra riveste il doppio ruolo. Non è una novità assoluta, ma in questi giorni la situazione arriva all'estremo.

Curiosamente, quattro di queste squadre sono radunate nei due gruppi di Perth (le altre sono la Svizzera di Stan Wawrinka e il Kazakhstan di Alexander Bublik, che peraltro si sono affrontati venerdì). Per questo, è interessante vedere come alcuni elementi gestiscono il doppio impegno: da una parte devono sostenere i compagni, dall'altra devono preparare i loro impegni agonistici. Tra loro c'è Grigor Dimitrov, che nel match tra la sua Bulgaria e la Grecia ha perso un match tiratissimo contro Stefanos Tsitsipas (che era capitanato dal fratello minore Petros, sotto lo sguardo dell'onnipresente papà Apostolos). “È un po' diverso, lo ammetto” ha detto il bulgaro, che era in panchina a dare consigli a Isabella Shinikova mentre – allo stesso tempo – stava preparando il suo singolare.

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Senza forfait dell'ultim'ora, l'Australia avrebbe schierato gli ex fidanzati Nick Kyrgios e Ajla Tomljanovic, mentre è successo qualcosa di simile con il Brasile: sono in squadra Thiago Monteiro e Beatriz Haddad Maia, che sono stati insieme per un decennio.

L'impegno di Grigor Dimitrov in United Cup è particolarmente intenso

“Facevo continuamente avanti e indietro con la panchina. Mentre lei giocava ho dovuto mangiare, riposarmi, allacciarmi le scarpe e prepararmi. Solitamente faccio queste cose in solitudine, mentre stavolta c'era un ritmo completamente diverso. Però va bene, lo avevo già fatto in ATP Cup”. Secondo Dimitrov, il doppio impegno richiede un maggiore dispendio d'energia “però credo di averla gestita abbastanza bene, anche durante la mia partita. È qualcosa che devi affrontare”. Sta vivendo qualcosa di simile anche Kirsten Flipkens, che dopo il ritiro di Clijsters ed Henin è diventata una sorta di leader carismatico del tennis femminile belga. Sebbene abbia smesso in singolare, a Perth si ritrova a gestire anche gli uomini e rimane una valida opzione per il doppio.

L'esordio dei belgi sarà in queste ore proprio contro la Bulgaria, e la Flipkens non vede l'ora di ricoprire il doppio ruolo (che però potrà diventare tale solo nella seconda giornata, quando ci sarà il doppio misto). “Nei prossimi giorni scoprirò come funziona il tutto – ha detto – ho cercato di organizzare gli allenamenti per la squadra, faccio il meglio possibile per programmare il tutto”. Durante la conferenza pre-match, si è rivolta alla squadra chiedendo se fino a ora sta andando tutto bene. Scherzava, ma non troppo. D'altra parte il suo ruolo potrebbe essere molto importante in caso di eventuali 2-2, visto che è un'ottima giocatrice di doppio misto. Al recente Us Open è arrivata in finale insieme a Edouard Roger-Vasselin, pure lui capitano-giocatore a Perth (nel team francese c'è Juan Pablo Guzman, argentino, coach di Caroline Garcia, che ha indossato i colori della nazionale appena battuta dalla sua Argentina in finale ai Mondiali).

Il team belga è capitanato da Kirsten Flipkens, ancora molto attiva in doppio e doppio misto

Alcune squadre si devono affidare a un giocatore, altre hanno addirittura il doppio capitano. Tra queste, la Polonia

L'inizio della Bulgaria non è stato dei migliori, visto che la Grecia si è imposta 4-1. Dimitrov ha ammesso che le passate esperienze in ATP Cup non hanno reso più facile il suo compito. “È davvero dura stare in panchina a fare il tifo – ha detto – nel corso degli anni sono stato in diversi box giocatori. Quando ci tieni, che ti piaccia o no, senti una forte tensione” dice il bulgaro, che nel suo match ha sfruttato i consigli di coach Jamie Delgado. Non deve essere facile, in effetti, guidare una squadra che non ha elementi di spicco: a parte Dimitrov, l'unico altro elemento tra i top-100 è Viktoriya Tomova (n.90 WTA), che però non ha avuto scampo contro la Sakkari. In certi casi, invece, la figura del capitano può essere importante a livello tecnico, anche se non è l'elemento di spicco del team.

“Siamo tutti molto forti nel gioco di volo perché abbiamo un grande esempio in Kirsten!” ha detto Elise Mertens, numero 29 WTA in singolare ma anche doppista di buon livello. Un altro aspetto importante riguarda le dinamche relazionali: senza forfait dell'ultim'ora, l'Australia avrebbe schierato gli ex fidanzati Nick Kyrgios e Ajla Tomljanovic, mentre è successo qualcosa di simile con il Brasile: sono in squadra Thiago Monteiro e Beatriz Haddad Maria, che sono stati insieme per un decennio. Senza contare la Repubblica Ceca capitanata da Jiri Vanek, promesso sposo di Petra Kvitova. Piccoli dettagli che alimentano l'interesse, se non il gossip. Dal punto di vista del marketing hanno fatto un buon lavoro: la United Cup attira anche per le sue dinamche relazionali, ma crediamo che sia destinata a restare una competizione un po' fine a se stessa. Niente di male, per carità. E poi il suo format (sia pure con qualche aggiustamento) potrebbe rappresentare un valido suggerimento per la Coppa Davis....