Australian Open verso un passivo da incubo: 100 milioni australiani

ATTUALITÀ
20 febbraio 2021
Riccardo Bisti

Le spese anti-COVID e i cinque giorni a porte chiuse costano cari: il passivo dell'Australian Open dovrebbe ammontare a circa 100 milioni della valuta locale (65 milioni di euro). Esauriranno le riserve e dovranno chiedere un'ulteriore prestito.

L'Australian Open 2021 dovrebbe chiudere con un passivo di 100 milioni di dollari australiani (circa 65 milioni di euro). È il prezzo da pagare per aver voluto organizzare il torneo in piena pandemia. Le dure restrizioni imposte dal governo avevano già ridotto il numero di spettatori a 30.000 al giorno, circa la metà della capienza complessiva, ma il lockdown di cinque giorni imposto nel cuore del torneo ha costretto al rimborso di ben 100.000 biglietti. Oltre ai mancati incassi da biglietteria, Tennis Australia ha speso cifre importanti per mettere in atto le dovute misure di sicurezza, tra cui la quarantena di 14 giorni per tutti i tennisti e i loro staff.

Sarà un bilancio duro, perderemo molti soldi su questo evento – ha detto Craig Tiley – cinque giorni senza pubblico sono stati un duro colpo, perché ne hanno risentito anche il merchandising e gli incassi indiretti. Avevamo una riserva di 80 milioni di dollari, la esauriremo e dovremo chiedere un ulteriore prestito che oscillerà tra 40 e 60 milioni. È una grossa perdita, anche se non l'abbiamo ancora quantificata. Dobbiamo ancora capire a quanto ammonteranno gli incassi”. Nonostante la botta finanziaria, il direttore dell'Australian Open ritiene che lo svolgimento del torneo sia la prova che gli eventi sportivi possono andare avanti anche in un periodo così difficile.

L'edizione del 2021 è stata la più difficile da quando Craig Tiley è direttore dell'Australian Open

Soltanto una tennista ha contratto il COVID mentre si trovava a Melbourne (la spagnola Paula Badosa), e la comunità locale non ha registrato un solo caso di positività legato al torneo. “Abbiamo sempre sostenuto che fosse importante giocare perché dobbiamo avere una piattaforma su cui crescere per il 2022 – ha proseguito Tiley – adesso abbiamo un protocollo che possiamo condividere con il resto del mondo. Abbiamo regalato alla nostra gente l'orgoglio di aver portato tanti atleti da ogni parte del mondo: non ce l'ha fatta nessun altro.

La nostra esperienza certifica che c'è un modo per far ripartire lo sport e l'intrattenimento: abbiamo creato un modello, e in queste settimane abbiamo imparato molto”. Al di là delle frasi di circostanza, se i numeri saranno confermati sarà una botta tremenda per Tennis Australia. Ci vorrà qualche anno per rimettere in ordine i conti di una delle federazioni più ricche. Nella speranza che l'anno prossimo la pandemia sia soltanto un ricordo, sarà interessante vedere come cercheranno di ripianare il debito, se aumentando i prezzi dei biglietti e dei vari servizi a Melbourne Park, o se cercheranno di trovare strade alternative senza chiedere troppo agli appassionati.

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