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US OPEN

Three-Ga

Vincendo il suo terzo Slam (il primo lontano da Parigi), Iga Swiatek supera la soglia dei 10.000 punti WTA e doppia la seconda classificata, Ons Jabeur. Ha vinto senza giocare al meglio e si candida a diventare la dominatrice del tennis femminile. Saprà emergere anche come personaggio globale?

Riccardo Bisti
8 settembre 2022

10.365. Quando il computer WTA produrrà la nuova classifica, vedremo questo maxi numero accanto al nome di Iga Swiatek. Diecimila e trecentosessantacinque punti, più del doppio della sua diretta inseguitrice, quella Ons Jabeur che nel sabato di New York è stata l'ultima ad arrendersi allo Us Open. Terza finale Slam, terzo titolo per la Swiatek, finalmente dominatrice anche fuori dalla terra del Roland Garros. Continuerà a preferire il fascino di Parigi alla frenesia di New York, e i rimbalzi sporchi della polvere di mattone a quelli vivaci del cemento. La sua esperienza americana è iniziata con le lamentele per le palle da tennis, è finita con il trofeo in mano. Ed è la risposta più sentita a chi temeva / ipotizzava / ragionava su un vuoto di potere nel tennis femminile. Il ritiro di Serena Williams ha sancito la fine di un'epoca, e qualcuno si era fatto prendere dall'ansia. Ma se il tennis maschile sta ricostruendo la sua identità in vista dell'addio dei Big Three, il femminile aveva già cambiato aspetto. Ashleigh Barty era una degna leader, ma era chiaro che fosse una numero 1 a scadenza. Lei ha velocizzato le tappe con un ritiro a sorpresa e il matrimonio. Nel frattempo emergeva la stella di Iga Swiatek: Doha, Indian Wells, Miami, Stoccarda, Roma, Parigi.

Uno dopo l'altro, 37 vittorie di fila. Una fisiologica mini-crisi aveva messo in discussione il suo status di favorita a New York, ma alla prova del campo ha confermato di essere la più forte. E ha mostrato di saper vincere anche quando gioca male (contro Davis e Niemeier) o addirittura malissimo (Pegula). Ma nel momento del bisogno si è fatta trovare pronta. In finale si è imposta 6-2 7-6 ma il punteggio avrebbe potuto essere ancora più netto. Iga è fortissima in difesa: rapida, elastica, non disdegna le scivolate sul cemento che erano state rese famose da Kim Clijsters e Novak Djokovic. E si muove alla grande anche in avanti, rendendo quasi innocue le smorzate della Jabeur. E poi non le mancano i margini di miglioramento: il dritto arrotato è un omaggio al suo idolo supremo Rafael Nadal, ma sul cemento deve ancora perfezionarsi. Ad appena 21 anni, sorprende la sua maturità, plasmata dalla psicologa (e amica di lunga data) Daria Abramowicz, che le ha permesso di trovare (e mantenere) la concentrazione anche nei momenti di massimo stress. Non a caso, ha vinto dieci delle undici finali giocate.

«Questo successo è la conferma che per me il cielo è il limite»
Iga Swiatek
ASICS ROMA

Iga Swiatek si è aggiudicata il suo terzo Slam, il primo fuori dalla terra del Roland Garros

“Il mio obiettivo era portarla a 10.000 punti” ha detto Tomasz Wiktorowski, il coach che siede al suo angolo dallo scorso dicembre, in sostituzione di Piotr Sierzputowski (che si è riciclato con Shelby Rogers). Affermazione importante, il cui sottotesto sembra essere: “Non avevo dubbi che diventasse numero 1, ma volevo che diventasse una vera dominatrice”. Dando un'occhiata all'età delle top-10, la Swiatek è la seconda più giovane alle spalle della diciottenne Coco Gauff, segno che il dominio potrebbe addirittura ingigantirsi, fino a diventare una sorta di duopolio se l'americana dovesse rispettare le attese. Ci ha provato al Roland Garros, ma è stata respinta con perdite proprio dalla Swiatek. Di certo la stella della polacca sembra poter offuscare quella di chi – qualche anno prima di lei – si era presentata come aspirante regina: Naomi Osaka. La giapponese ha vinto quattro Slam ed è salita al numero 1, ma non si è saputa confermare, vittima di una fragilità psicologica che la Swiatek sembra aver prevenuto con l'aiuto della Abramowicz. E poi sembra più completa e competitiva su ogni superficie: la Osaka ha vinto tornei solo sul cemento, mentre dei sette titoli stagionali (eguagliato il 2014 di Serena Williams), la polacca ne ha vinti quattro sul cemento e tre sulla terra.

E l'erba? Ok, deve ancora superare gli ottavi a Wimbledon, ma nel 2018 ha vinto la prova junior e sembra avere gli strumenti necessari per essere competitiva anche sui prati. Le due si sono affrontate in finale a Miami e la giapponese ha raccolto quattro game, salvo poi giocare part-time. Attualmente è numero 44 WTA, però rimane l'atleta donna più pagata di tutte, in grado di aprire una società di gestione insieme al suo manager Stuart Duguid. Tra gli altri, hanno messo sotto contratto Nick Kyrgios. La Osaka ha il vantaggio di rappresentare un mercato importante come il Giappone e di risiedere negli Stati Uniti. Il suo impegno sociale, poi, l'ha resa ancora più attraente per gli sponsor. Non si può dire lo stesso per la Swiatek, proveniente da un mercato tutto sommato secondario come la Polonia. E non si ricordano sue dichiarazioni da titolo a nove colonne. Per intenderci, durante la permanenza a New York ha detto che le piace stare nella Grande Mela... ma a scadenza. “Non è un posto in cui andrei a vivere, ho bisogno di un luogo dove possa esserci spazio per la tranquillità”.

HEAD

Iga Swiatek festeggia il titolo con il suo staff: da sinistra, la psicologa Daria Abramowicz, il preparatore atletico Maciej Ryszczuk e il coach Tomasz Wiktorowski

C'era anche Martina Navratilova durante la premiazione dello Us Open femminile

E allora sarà interessante capire se e come potrà diventare un personaggio globale. Durante il Roland Garros aveva detto di essere ancora al lavoro per trovare il modo giusto per sfruttare la crescente popolarità. Lo scorso luglio ha organizzato un'esibizione solidale per la popolazione ucraina, ed è l'unica giocatrice a indossare ancora il nastro blu e giallo. Fino a oggi, tuttavia, preferisce far parlare soprattutto la racchetta. La direzione dovrebbe essere questa, poiché ha ridotto le sue apparizioni sui media. C'è da credere che ci sia lo zampino della Abramowicz anche in questo. Il tema per l'immediato futuro è chiaro: il tennis femminile sarà un dominio della Swiatek oppure ci sarà spazio per una rivalità? In passato abbamo avuto Court-King, Evert-Navratilova, Graf-Seles e altre ancora. I prossimi mesi, forse i prossimi anni, ci diranno se qualche giocatrice (Coco Gauff?) riuscirà a diventare una seria alternativa alla Swiatek.

Nel frattempo è giusto celebrare una giocatrice capace di evitare problemi quando il match stava per girare: avanti 6-2 3-0, ha patito il ritorno della Jabeur ed è stata sull'orlo di una crisi quando la tunisina è salita sul 4-4 e si è trovata 15-40 sul suo servizio. Nel momento del bisogno, la Swiatek ha mostrato una splendida fase difensiva ed è planata verso il successo, mostrando una leggera superiorità in tutte le aree del gioco. “Sono orgogliosa di me stessa perché non è stata una partita facile – ha detto – anche se all'inizio sembrava scontata, sapevo che sarebbe stata dura e che Ons avrebbe sfruttato tutti i miei errori”. In effetti ne ha commesso qualcuno nel tie-break, ma non a sufficienza per complicarsi la vita in un ipotetico terzo set. “Non mi aspettavo di vincere questo torneo – ha aggiunto, parlando della mini-crisi estiva – questo successo è la conferma che per me il cielo è il limite”. Non si è tirata indietro e ha saputo vincere anche quando giocava male. Per questo è la migliore.

US OPEN 2022 – Finale Donne
Iga Swiatek (POL) b. Ons Jabeur (TUN) 6-2 7-6(5)