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IL CASO

Praga dice di no alle russe. E adesso?

Una giocatrice russa è stata bloccata all'aeroporto di Praga e non potrà partecipare al locale torneo WTA. A giugno, il governo ceco ha vietato l'ingresso nel Paese a tutti gli sportivi di Russia e Bielorussia. Il decreto era interpretabile, ma questo episodio fa capire che non ci saranno sconti. “Abbiamo fatto sapere alle altre giocatrici di non venire”. Ci saranno conseguenze?

Riccardo Bisti
29 luglio 2023

Pochi giorni dopo il caso riguardante Vera Zvonareva, il circuito femminile vive un'altra situazione di imbarazzo. Dopo Varsavia, anche Praga ha rifiutato l'ingresso a una tennista russa. Nella serata di giovedì, una giocatrice si è presentata presso l'aeroporto della capitale ceca (intitolato a Vaclav Havel, ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo della Repubblica Ceca), ma è stata bloccata dagli agenti di frontiera. Il comunicato ufficiale racconta che l'ispettorato di polizia estera ha effettuato un controllo di residenza su una persona di nazionalità russa, durante il quale hanno individuato ragioni per annullare il visto temporaneo. Alla giocatrice è stato notificato un decreto di espulsione. Nella conferenza stampa di venerdì, il direttore del torneo Miroslav Maly non ha fatto il nome della giocatrice, ma è chiaro che si tratti di una tra Erika Andreeva e Polina Kudermetova, uniche russe iscritte alle qualificazioni insieme a Diana Schnaider.

Quest'ultima, tuttavia, era ancora impegnata ad Amburgo. La giocatrice in questione ha già lasciato la Repubblica Ceca. “Tramite la WTA abbiamo già informato le altre russe e abbiamo detto loro di non venire a Praga. Ci aspettiamo che nessuna russa o bielorussa partecipi al torneo – ha detto, salvo poi aggiungere – noi rispettiamo pienamente le procedure delle autorità statali. A suo tempo, avevamo già avvisato le autorità sul fatto che non abbiamo alcuna influenza sulle giocatrici iscritte”. Il decreto è molto recente: lo scorso giugno, il governo della Repubblica Cec ha vietato l'ingresso a qualsiasi sportivo di cittadinanza russa. Posizione chiarita dal Ministro dell'Interno Vit Rakusan: "In una situazione in cui la Russia sta uccidendo civili in Ucraina, non è possibile competere con gli atleti russi nelle competizioni sportive. Pertanto, il nostro governo ha adottato un regolamento che vieta la partecipazione di atleti e nazionali russe nella Repubblica Ceca. E la polizia lo applica costantemente".

Il Ministero dell'Interno ceco spiega le ragioni dell'espulsione della tennista russa

Lo sapevi che...

In queste ore è uscita l'entry list del Challenger polacco di Grodzisk Mazowiecki, i cui organizzatori avevano invitato caldamente i giocatori russi e bielorussi a non iscriversi, salvo poi ammorbidire la propria posizione con un messaggio di generico sostegno all'Ucraina. C'era curiosità di sapere se qualcuno si sarebbe iscritto: ebbene sì, uno ci sarà. Si tratta di Ivan Gakhov, che tanto fece parlare di sé durante il Masters 1000 di Monte-Carlo, quando arrivò a sfidare Novak Djokovic. Ricordiamo che la Polonia non applica un divieto rigoroso come la Repubblica Ceca, ma respinge i cittadini russi che provengono dall'esterno dell'Area Schengen. C'è da credere che il russo sceglierà con cura l'aeroporto di partenza...

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In realtà, la norma è di difficile interpretazione: si applicherebbe soltanto a chi rappresenta esplicitamente il Paese in questione, mentre i tennisti giocano come atleti neutrali, non hanno bandiere, inni o simboli e si iscrivono ai tornei come cittadini privati. Nei giorni scorsi c'era stato un ampio dibattito interno sul tema, al punto che uno dei più importanti siti cechi di notizie (Idnes) ha pubblicato un sondaggio, chiedendo un'opinione. Hanno partecipato circa 15.000 internauti e il 78% si è detto contrario alla partecipazione di russe e bielorusse al Livesport Prague Open, che si gioca nel suggestivo TK Sparta Praha nell'isolotto di Stromovska, sul Danubio. A parte le ragioni politiche e ideologiche, l'argomentazione principale riguarda i punti in palio: pur presentandosi come neutrali, le atlete raccoglierebbero comunque punti validi per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi (anche se la partecipazione dei russi è ancora in bilico).

La faccenda è talmente seria che il Ministro degli Affari Esteri ha fornito al torneo una lista degli atleti russi che sostengono pubblicamente l'aggressione all'Ucraina. Lo stesso Ministro (Jan Lipavsky) ha però aggiunto che qualsiasi applicazione del divieto è di competenza e responsabilità della polizia. La faccenda è più politica che sostanziale, nel senso che sono pochissime le giocatrici coinvolte: oltre a Kudermetova e Andreeva (è possibile che la Shnaider non sarebbe andata ugualmente dopo la semifinale ad Amburgo), al main draw risultavano iscritte le sole Aliaksandra Sasnovich (già presente a Varsavia) ed Evgenia Rodina. Quest'ultima, tuttavia, si era già cancellata per infortunio.

Erika Andreeva era una delle tre giocatrici russe iscritte alle qualificazioni del torneo WTA di Praga?

Lo scorso anno, il doppio a Praga fu vinto dalla coppia russa Potapova-Sizikova

Il nodo legato alla partecipazione della Sasnovich si scioglierà soltanto sabato alle 14, quando sarà sorteggiato il tabellone principale. La questione potrebbe creare problemi al torneo, visto che l'idea della WTA è chiara sin dall'inizio: sia pure con le dovute precauzioni, le giocatrici russe e bielorusse devono poter giocare. La situazione è diversa rispetto a Wimbledon 2022, quando i tennisti dei Paesi incriminati furono banditi. In tutta risposta, ATP e WTA tolsero all'evento i punti validi per la classifica mondiale. Praga potrebbe rischiare un trattamento simile? Difficile, perché la mancata accettazione delle atlete è stabilita esclusivamente dalle autorità, sulla queli il torneo – ovviamente – non può intervenire. Certo, l'opinione di Maly sembra abbastanza chiara, per quanto poco influente.

In teoria, la WTA potrebbe agire in modo trasversale, penalizzando il torneo per punire la scelta del governo ceco, ma siamo nell'ambito delle congetture. Di sicuro ci sarà un ambiente molto diverso rispetto allo scorso anno, quando ci furono ben sei russe in tabellone e Anastasia Potapova si spinse in finale, oltre a vincere il doppio con la connazionale Sizikova. Quel che pare certo è che la tensione legata alla guerra russo-ucraina non sembra placarsi, anzi: dopo i fatti dei Mondiali di Scherma, sono arrivate le lamentele di Dayana Yastremska, che ha pubblicamente chiesto alla WTA di punire Mirra Andreeva (da cui ha perso nettamente a Losanna) per i suoi like su Instagram a post ed espressioni filorusse, il che farebbe pensare a un suo sostegno all'aggressione. Un incubo che sembra non conoscere fine.