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WIMBLEDON

Arriva Wimbledon: tutti in coda!

Nonostante qualche segno di cedimento, la mitica Queue di Wimbledon, affascinante anacronismo, resiste da 97 anni. Quest'anno avrà un'area di accoglienza con gli stand degli sponsor, e c'è una rigida policy sugli alcolici. Ma il fascino rimane: qualcuno si è già accampato 24 ore prima dell'inizio del torneo.

Riccardo Bisti
1 luglio 2024

Nel mondo ormai digitalizzato, c'è una tradizione fortemente analogica che sembra resistere. Tra tre anni, la coda per accedere a Wimbledon – la mitica Queue – compirà cento anni. Insensibile allo scorrere del tempo, continua a essere uno dei tratti distintivi dei Championships. Qualcuno pensava che il Covid l'avesse cancellata per sempre (in effetti fu abolita nel 2021 e tornò in tono minore nel 2022), invece resiste e si rinnova. Per la prima volta, gli organizzatori hanno scelto di commercializzarla. Da quest'anno, infatti, i fan saranno trattenuti in una zona definita Activation Zone, in cui ci saranno stand e bancarelle dei più importanti sponsor. In cambio della disponibilità alla spesa degli appassionati, un maxi-schermo mostrerà quello che accade sul Centre Court. La Queue di Wimbledon rimane un'enorme anomalia nel mondo dello sport.

Ormai i biglietti (spesso digitali) vengono acquistati con mesi di anticipo, invece ai Championships esiste ancora la possibilità di acquistarli il giorno stesso, poiché nei primi dieci giorni di gara (fino ai quarti compresi), 500 tagliandi per il Centrale vengono riservati a questo tipo di vendita. Chi non riesce ad accaparrarseli può ripiegare sul Campo 1, il Campo 2 o il mitico Ground, che a Wimbledon ha una valenza quasi mistica. Si narra che negli anni della Federer Mania le prime tende comparissero nella zona di Wimbledon Park già il venerdì precedente all'inizio del torneo, con 70 ore di anticipo. Oggi non è più così, ma l'edizione d'addio di Andy Murray (lo scozzese deciderà solo oggi se scenderà in campo in singolare) ha attirato i primi fan nel pomeriggio britannico di domenica, contestualmente all'apertura ufficiale della Queue, 24 ore prima dell'inizio del torneo.

Prezzi accettabili

I costi dei biglietti acquistabili dalla Queue sono alla portata di tutte le tasche: il prezzo minimo è di 70 sterline per il Centre Court, 65 per il Campi 1, 50 per il Campo 2 e 3 e 30 per il mitico Ground (rispetto ai 27 dell'anno scorso). Chi non riesce a entrare ha una seconda possibilità: dalle 15 in poi, chi lascia l'impianto in anticipo può consegnare i tagliandi a una biglietteria adiacente al Campo 18, in cui si possono riacquistare a un costo inferiore: 15 pounds per il Centre Court, 10 per il Campo 1

I rituali sono tipicamente british, con un ordine che sarebbe difficile da riscontare altrove. I fan più scatenati – e sono molti – si portano tende, sacchi a pelo e pernottano nell'area a loro dedicata. Un flusso spontaneo che con il tempo è stato istituzionalizzato, diventando un fenomeno di costume ben raccontato da un libro (Standing In Line di Ben Chatfield, pubblicato nel 2018). Oltre a servizi di prima necessità (bagni ed erogatori d'acqua) la zona della queue è pattugliata da 300 stewards, che ogni mattina svegliano gli aspiranti spettatori alle 6, invitandoli a mettere via i loro oggetti più ingombranti (c'è un deposito bagagli al costo di 5 sterline), in modo da rendere più agile la coda. Alle 7.30 vengono consegnati i braccialetti, alle 9.45 inizia la vendita dei biglietti. Chiunque riesca a ottenere il braccialetto può esultare: entrerà a Wimbledon. Il numero di braccialetti, infatti, corrisponde al numero di biglietti disponibili. Non esistono statistiche su chi siano i più assidui della Queue, ma non c'è dubbio che Mark Martin sia tra i decani.

Sarà presente anche quest'anno e ha raccontato di aver vissuto l'esperienza almeno 300 volte. È stato folgorato dal fascino di Wimbledon nel 1978 (anno della vittoria di Martina Navratilova, in finale su Chris Evert) e da allora non manca mai. “La Queue non è soltanto una questione di tennis – ha raccontato – ma riguarda soprattutto le persone che incontri. Si creano amicizie che durano una vita. L'unicità di Wimbledon? Puoi fare la coda per vedere giocatori che vuoi disperatamente seguire dal vivo”. Essendo britannico, il suo ricordo del cuore risale al 2013, anno del primo titolo di Andy Murray (77 anni dopo Fred Perry). Nell'occasione riuscì a vedere tutte le sette partite dello scozzese, peraltro trovando un bel biglietto per la finale. Non racconta che gli ingressi per gli ultimi due match non può averli ottenuti con la Queue, poiché negli ultimi quattro giorni non offre più biglietti per il Centrale, ma tant'è. Prima abitava nel sud dell'Inghilterra, mentre oggi risiede alle Isole Ebridi. In questo modo, Wimbledon diventa il pretesto per un vacanza.

Tra una Queue e l'altra, Mark Martin è riuscito a strappare un selfie con Carlos Alcaraz

Da decano della Queue, Martin ritiene che non sia il caso di dare troppi consigli. Si limita a suggerire un caricabatterie per il telefono cellulare, un impermeabile e cibo a sufficienza. Nella strada che conduce dalla stazione della metropolitana di Southfield a Wimbledon Park ci sono diversi bar e attività di ristorazione, ma la tappa più preziosa è un supermercato della catena Sainsbury, aperto dalle 7 del mattino. Visto che i britannici sono noti per essere accaniti bevitori, esiste una policy sul limite di alcol che si può portare con sé: una bottiglia di champagne o di vino (max 750 ml), due lattina di birra (da 500 ml) o due aperitivi premiscelati. Vietato l'ingresso di superalcolici, e comunque i fatti del Roland Garros (le intemperanze di alcuni spettatori ubriachi) hanno spinto gli organizzatori ad aggiornare le linee guida per l'edizione 2024: non sarà tollerato il consumo eccessivo di alcol e qualsiasi comportamento dovuto allo stato di ebbrezza. Per la verità, fatto salvo il sostegno per i giocatori di casa, a Wimbledon non è mai successo niente di particolare. Il pubblico sa essere disciplinato, rispettando la sacralità del luogo.

L'unico episodio controverso risale alla finale del 2022, quando Nick Kyrgios se la prese con una spettatrice e ci fu anche un'appendice legale, risolta con una donazione a un ospedale pediatrico. “Per chi non vuole trascorrere la notte in tenda e arriva dal centro di Londra, consiglio di arrivare con la prima metropolitana” dice Mark Martin, alludendo al convoglio che arriva a Southfield alle 5.44. A suo dire, tuttavia, la Queue sta mostrando i primi segnali di stanchezza. I motivi sono principalmente tre: l'aumento del costo della vita (“Ma non so se sia effettivamente questo”) e soprattutto altri due aspetti: il Covid e il ritiro di Roger Federer. Nonostante non fosse britannico, è stato il giocatore più amato. Tra il 2008 e il 2019 – racconta Martin – c'era gente che faceva due giorni di fila per assistere al suo match. “Poi, appena finiva, tornavano in coda per accaparrarsi i tagliandi per il match successivo. Per gli appassionati standard era un piccolo incubo”. E allora, per chi vuole assaporare l'atmosfera di Wimbledon senza eccessivi stress, il consiglio è godersi i campi secondari nella seconda settimana. “Non ci sono match di singolare, ma si possono vedere tanti doppi e le prove junior. È molto rilassante”. E poi è sempre Wimbledon, suvvia. Buon torneo a tutti, che sia dalla Queue, dai posti VIP o semplicemente dalla TV.