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WIMBLEDON

Frances Tiafoe e le sconfitte contro i “pagliacci”

Frances Tiafoe ha utilizzato un'espressione inelegante e persino offensiva verso i colleghi. Sarà criticato, ma non crediamo volesse mancare di rispetto: semplicemente crede di poter vincere uno Slam ed è frustrato dagli ultimi risultati. Curiosità: un paio d'anni fa era stato lui a essere accusato di essere un “pagliaccio”.

Riccardo Bisti
2 luglio 2024

Forse è stato l'inconscio a fargli pronunciare una frase che lo esporrà a inevitabili critiche. Due anni fa, fu Frances Tiafoe (insieme e Jack Sock) a mettere fine alla carriera di Roger Federer, in un doppio giocato alla Laver Cup. Il suo atteggiamento non piacque a molti internauti, che via social gli diedero del “pagliaccio”. A loro dire, avrebbe dovuto lasciar vincere Federer. Adesso i “pagliacci” sono diventati altri, quelli che si sono permessi di batterlo negli ultimi dodici mesi. Dopo la laboriosa vittoria contro Matteo Arnaldi (non era mai successo che l'americano recuperasse due set di svantaggio) è stato intervistato da Adam Addicot per la versione inglese di Ubitennis. A una domanda sulla salute mentale, ha risposto così: “Alti e bassi. Pensa a dove sono: l'anno scorso, questa settimana ero al decimo posto e adesso sono a malapena testa di serie, sto perdendo contro i pagliacci... Odio dirlo, ma sarò onesto con voi. Sto avendo una brutta stagione, ho dato per scontato il gioco e mi sono un po' accomodato”.

“Smetti di divertirti e ti trovi in una posizione strana, poi dimentichi cosa stavi facendo per vincere. Inizi a dubitare di te stesso. Ma è il gioco, non è sempre rose e fiori. Si tratta di quanto velocemente riesci a uscirne”. Riflessione generalmente corretta, non fosse per quella parola che stride un po'. Nelle ultime cinquantadue settimane, Big Foe ha perso 26 partite. Per la proprietà transitiva, avrebbe perso contro altrettanti “pagliacci”. Affermazione poco rispettosa, talmente offensiva da non credere che fosse il suo reale pensiero e che gli sia sfuggita dopo una lotta di cinque set. In effetti, il rendimento di Tiafoe è sceso moltissimo nel 2024. Guarda caso, da quando ha cessato di collaborare con Wayne Ferreira, con il quale aveva raggiunto i suoi migliori risultati. Ed è vero che ha perso contro avversari sulla carta meno forti: Juncheng Shang, Tomas Machac, Dominik Koepfer (due volte), Christopher O'Connell, Pedro Cachin, Federico Coria, Arthur Rinderknech... ma definirli pagliacci è tanto offensivo quanto di cattivo gusto.

«Vi sembrerà folle, ma Andy Murray è il Big Four che rispetto più di tutti. Ha mostrato amore per il gioco, resilienza, costanza... perdeva semifinali e finali ma ha continuato a provarci fino a che non ce l'ha fatta» 
Frances Tiafoe

Non crediamo che Tiafoe abbia il massimo rispetto per i suoi colleghi, e non debba essere processato per un'uscita infelice. Siamo convinti che l'abbiano capito e che, al suo ingresso nello spogliatoio, continueranno a salutarlo come sempre. Al di là della parola utilizzata, le riflessioni dell'americano fanno capire quanto sia ambizioso e si senta forte. Lo aveva ribadito qualche giorno fa, in un'intervista con il Telegraph. Intanto aveva riempito di elogi Andy Murray. “Vi sembrerà folle, ma tra i Big-Four è quello che rispetto più di tutti – diceva – ha mostrato amore per il gioco, resilienza, costanza... perdeva semifinali e finali ma ha continuato a provarci fino a che non ce l'ha fatta. Prima che vincesse lo Us Open 2012, tutti si domandavano se potesse essere considerato un Big Four. Credo che i britannici debbano baciare il terreno dove cammina, perché ha messo in gioco il suo corpo”

“Ha giocato a tennis con un'anca di metallo: non ne aveva bisogno, l'ha fatto solo per amore dello sport. Ho apprezzato che mi abbia scritto dei messaggi in cui mi augurava buona fortuna, l'ho sempre ammirato e spero che venga salutato nel modo giusto”. A parte questo (giusto) elogio dello scozzese, dalle sue parole emergeva la convinzione di essere potenzialmente un big. Per esempio, è molto scocciato di non aver ancora messo piede sul Centre Court. Ha giocato sul Centrale in tre Slam su quattro, ma gli manca Wimbledon. Nel 2018 perse al terzo turno contro Khachanov: in caso di vittoria, avrebbe trovato Djokovic. “Le cose devono cambiare: credo che se giocassi su quel campo mi esprimerei alla grande. È il massimo per ogni tennista: senti la storia, qui è iniziato il gioco. Non sono il tipo che rispetta troppo le tradizioni, ma mi piace che ce ne sia una così bella una volta all'anno”.

Frances Tiafoe non ha mai giocato sul Centrale di Wimbledon. Dovesse affrontare Alcaraz al terzo turno, dovrebbe colmare questa lacuna

Detto che al secondo turno troverà Borna Coric ed è nell'orbita di Carlos Alcaraz (dovesse arrivarci, probabilmente vedrebbe esaudito il sogno di giocare sul Centrale), è ancora convinto di poter vincere uno Slam. In tempi non sospetti aveva detto di desiderarlo fortemente. Stavolta l'ha presa alla larga, partendo dalle possibilità degli americani. In campo maschile, il suo Paese non vince uno Slam da 21 anni (Andy Roddick, Us Open 2003). “Siamo molto vicini. Tommy Paul ha vinto al Queen's, Taylor Fritz a Eastbourne, Korda è capace... Ma anche io mi sento capace”. Più che Wimbledon, tuttavia, sente di avere possibilità a New York. “Vorrei essere io il prossimo americano a vincere uno Slam. Lo voglio più di ogni altra cosa. Adesso è possibile, il gioco è molto aperto ma bisogna fare in fretta: Sinner e Alcaraz saranno un problema”. A suo dire, i nuovi dominatori del tennis sono ancora battibili da gente come Medvedev e Zverev. “Ma in futuro quei due, Jannik e Carlos, saranno sempre più un problema”.

Queste parole servono a inquadrare quanto detto dopo la partita contro Arnaldi: più che un mancato rispetto verso gli altri, è stato un mix tra la frustrazione per gli ultimi risultati e un utilizzo un po' troppo disinvolto della parola. L'ha detto lui stesso: non è un grosso seguace delle tradizioni. Per esempio, a fine 2022 era stato criticato perché durante l'esecuzione degli inni nazionali in occasione delle Davis Cup Finals non si era tolto le cuffie giganti. Oppure quando batté Sinner a Vienna nel 2021, ricorrendo (allora sì) a espedienti da clown. Frances Tiafoe non parteciperà mai a un convegno sulla letteratura o sui massimi sistemi: non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso da chi è cresciuto dentro un circolo di Washington, laddove il papà faceva il custode dopo essere immigrato dalla Sierra Leone. Solo tennis: non c'era troppo spazio per altre cose. Quando si riflette su Frances Tiafoe, bisogna ricordare anche questo.