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WIMBLEDON

Jessica Bouzas Maneiro, un tatuaggio per i detrattori

Per la seconda volta nell'Era Open, la campionessa in carica va fuori al primo turno. Marketa Vondrousova cede a Jessica Bouzas Maneiro, cresciuta nel clima british della Galizia, tra freddo e palline inzuppate. Eppure qualcuno non credeva in lei, al punto da convincerla a farsi un tatuaggio molto particolare...

Riccardo Bisti
3 luglio 2024

Genova e Torino vanno benissimo, sono le città più scozzesi d'Italia”. Parola di Andy Roxburgh, commissario tecnico della Scozia, alla vigilia di Italia '90, commentando le città che avrebbero ospitato le partite della sua squadra. Dopo l'impresa a Wimbledon, Jessica Bouzas Maneiro potrà sorridere della sua provenienza: Vilagarcia de Arousa è una cittadina di 40.000 abitanti all'estremità ovest della Galizia, non distante dal confine del Portogallo. Poche ore di luce, vento, pioggia... Insomma, una delle città più britanniche della Spagna. È lì, presso il Club de Tenis e Padel O'Rial, che ha mosso i primi passi di un'avventura che martedì le ha regalato un pezzetto di storia. E non poteva che succedere a Wimbledon, laddove il meteo è molto simile alla sua Galizia, anche se ormai l'ha lasciata da parecchi anni. Nell'Era Open era successo soltanto una volta che la campionessa in carica perdesse al primo turno. Era il 1994 quando Steffi Graf cedeva a Lori McNeil, nell'edizione vinta a sorpresa da un'altra spagnola, Conchita Martinez.

Non crediamo che la Bouzas possa ripetere quell'impresa, me il 2 luglio 2024 rimarrà una giornata storica. Ancora di più se arrivi da un lembo di Spagna laddove il tennis non è esattamente lo sport più popolare. “Le mie amiche praticavano nuoto e pattinaggio” dice la Bouzas Maneiro, che da bambina aveva un'attrazione fatale per il calcio. Tifava Barcellona (nonostante Vigo e il suo Celta siano a un tiro di schioppo) e sognava di diventare una calciatrice. Poi a cinque anni le hanno fatto provare il tennis e le è piaciuto da matti, nonostante oggettive difficoltà. “Mi allenavo alle 20, faceva freddo ed ero completamente fradicia, anche se indossavo un impermeabile – racconta – giocavo su campi veloci e le palline diventavano peluche, non so come la mia spalla abbia retto. Quando colpivo una palla usciva tutta l'acqua, ma era l'unico modo per giocare. In Galizia le condizioni sono molto dure, ma ti rendono anche più forte”. Il risultato si è visto sul Centre Court, un 6-4 6-2 contro Marketa Vondrousova. Certo, la ceca era convalescente dopo l'infortunio patito a Berlino, ma per Jessica era pur sempre la quinta partita in carriera sull'erba.

«Mi allenavo alle 20, faceva freddo ed ero completamente fradicia anche se indossavo un impermeabile. Quando colpivo una palla usciva tutta l'acqua, ma era l'unico modo per giocare» 
Jessica Bouzas Maneiro

Ne aveva giocate quattro a Wimbledon 2023 (aveva passato le qualificazioni), ma un paio di settimane fa aveva perso a Gaiba contro la rumena Anca Todoni. Non esattamente il viatico migliore per Wimbledon, invece ha mostrato un buon tennis e la dovuta personalità. Non si è mai scomposta, ha mostrato un gioco pieno di fantasia e ha chiuso con un bel rovescio lungolinea. E al secondo turno troverà un'altra spagnola, peraltro cresciuta non troppo distante da lei: Cristina Bucsa. La vita della Bouzas Maneiro è cambiata quando aveva 13 anni. Nel suo computer comparve una mail dell'accademia di David Ferrer e Javea, non distante da Valencia. “C'era scritto che erano interessati a un test con me. Sapevo di avere buone qualità e la Galizia iniziava a starmi stretta. Sono partita senza pensarci, anche se non ero consapevole di quello che sarebbe successo. Oggi vedo le ragazzine di 13 anni, le immagino lontane da casa e penso di essere stata una pazza”.

La follia ha pagato, anche perché ha trovato persone valide come Israel Vior e Jaume Ros. “Mi hanno educato, si sono presi cura di me durante l'adolescenza, mi hanno fatto da genitori... sono stati tutto per me”. Ma i cicli finiscono e Jessica si è spostata a Madrid, laddove si allena con coach Roberto Ortega, alternandosi tra il Club de Tenis Chamartin e le strutture della federazione madrilena. Quando è sbarcata nella capitale si è resa conto che il tennis è uno sport sempre più fisico, e che non avrebbe potuto concedere vantaggi alle avversarie. Così ha investito su un preparatore atletico (Adolfo Madrid) che le ha permesso di irrobustirsi fino a diventare la giocatrice di adesso. Nel 2022 ha vinto cinque titoli ITF, si è aggiudicata due medaglie ai Giochi del Mediterraneo (bronzo in singolare, oro in doppio) e si è portata ai margini del tennis che conta.

Appassionata di cavalli, da qualche tempo la Bouzas Maneiro ha iniziato a prendere lezioni di equitazione

Qualche difficoltà l'anno scorso, poi il salto di qualità è arrivato nel 2024: vittoria al 125 di Antalya, primo successo contro una top-100 (Paula Badosa a Madrid), l'ingresso tra le top-100 e adesso una vittoria che l'ha resa il personaggio del giorno, riempiendo una parte del vuoto mediatico lasciato generato dal forfait di Andy Murray. Jessica si definisce “ragazza normale”: ama leggere, prendersi un caffè al bar e andare al cinema. La sua peculiarità sono i tatuaggi, anche se sono tutti nascosti tranne uno. Inevitabile toccare l'argomento dopo una partita contro la Vondrousova, che invece ostenta decorazioni di ogni genere. Jessica si è fatta tatuare la data di nascita dei nonni materni, ha una farfalla su una caviglia in onore a sua madre, ne ha un'altra sulle costole per tutta la sua famiglia. “Poi ho un fulmine, credo che sia quello che mi identifichi di più”. In effetti non si separa mai da una catenina al collo in cui è raffigurato proprio un fulmine.

Tuttavia, quello che più di tutti ha attirato l'attenzione è l'unico visibile, la scritta “Shh” sul dito indice della mano sinistra. “Ma non vorrei che fosse frainteso – dice – di sicuro non è dedicato alle buone persone, ma a chi dice che non puoi farcela, che sei scarso, che non possiedi un buon tennis, che i tuoi sforzi non sono efficaci...”. Tuttavia il significato è ancora più profondo e Jessica sostiene che non sia ancora il momento di rivelarlo. Prima di farlo vuole ottenere un risultato ancora migliore, e chissà che non arrivi proprio a Wimbledon, in una città dal clima così simile alla sua Vilagarcia de Arosa. Intanto il sogno è quasi compiuto: un paio d'anni fa disse di aspirare a un posto tra le top-50 WTA. “Se vogliamo essere ottimisti, diciamo le top-20”. Quando le chiesero quanto si sentisse sicura di riuscirci, disse: “Non sono una persona troppo fiduciosa... direi 7 su 10. Ed è un punteggio alto”. A quanto pare era stata pessimista...