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US OPEN

110 licenziamenti per proteggere il montepremi dello Us Open

Con grandi sacrifici, non impeccabili sul piano etico, la USTA ha mantenuto più o meno invariato il prize money dello Us Open. A giugno hanno licenziato 110 dipendenti, risparmiando circa 20 milioni. A Flushing, chi perde al primo turno guadagnerà 3.000 dollari in più rispetto all'anno scorso. Le riduzioni scatteranno dagli ottavi in poi.

Riccardo Bisti
20 agosto 2020

È un anno decisamente complicato per la USTA. Lo scorso giugno, la chiusura degli uffici di White Plains ha costretto al licenziamento di 110 dipendenti. L'operazione è stata definita uno sforzo necessario per mantenere lo Us Open sugli standard abituali, e dare ai tennisti ottime ragioni per sobbarcarsi il viaggio a New York. Licenziare 110 persone è una sconfitta, ma la federazione deve andare avanti, specie se si tratta di un'azienda dal fatturato milionario, in cui la figura del General Manager è ben più importante rispetto a quella – onorifica o poco più – del presidente. Oltre ai licenziamenti, c'è stata una significativa riduzione dei compensi dei dirigenti e sono stati cancellati meeting, riunioni e appuntamenti di vario genere. E sarà così fino al 2023. Il risparmio complessivo è stato quantificato in 20 milioni di dollari. Tutto questo è servito a limitare il calo del prize money dello Us Open: lo scorso anno distribuirono 57,2 milioni di dollari. Quest'anno saranno 53,4, con la trascurabile riduzione del 6,7%.

Si tratta di uno sforzo importante, considerando che il fatturato sarà decisamente ridotto, visto che alla voce biglietteria ci sarà un desolante zero. Non si giocheranno le qualificazioni, ma è stato previsto un indennizzo per chi le avrebbe giocate (15.000 dollari a testa). Soprattutto, la distribuzione del denaro è più equa: riduzione per chi arriva in fondo, mentre ci sarà addirittura un piccolo aumento per chi perde al primo turno. 61.000 dollari contro i 58.000 dell'anno scorso. La permanenza a New York non sarà delle migliori, ma i giocatori si consoleranno con un bonifico da urlo. Invariati i premi per chi giunge al secondo e al terzo turno, mentre le riduzioni scatteranno a partire dagli ottavi. I vincitori delle prove di singolare vinceranno 3 milioni di dollari, 850.000 in meno rispetto all'anno scorso. Spiccioli, per campioni già ricchissimi. Attenzione anche al doppio: fino ai quarti, il prize money rimarrà invariato. Nel complesso, singolare e doppio distribuiranno 43 milioni.

La distribuzione del denaro è più equa: riduzione per chi arriva in fondo, mentre ci sarà addirittura un piccolo aumento per chi perde al primo turno: 61.000 dollari contro i 58.000 dell'anno scorso.
L'impressionante ascesa del montepremi nei tornei del Grande Slam: a causa del COVID-19, quest'anno si arresterà

Il montepremi totale, tuttavia, si arricchisce con ulteriori interventi. Detto dei 6,6 milioni destinati a chi non ha potuto giocare le qualificazioni, la USTA si era già impegnata contribuendo con 1 milione di dollari al Player Relief Fund, il programma che ha garantito un piccolo reddito di cittadinanza ai giocatori fuori dai primi 100, improvvisamente rimasti senza possibilità di guadagno. I soldi sono stati versati in modo uguale ad ATP e WTA, i quali li hanno poi distribuiti con criteri autonomi. “Siamo orgogliosi di questa compensazione che ha permesso di mantenere un montepremi intorno al 95% rispetto all'anno scorso – ha detto Michael Dowse, amministratore delegato USTA – la distribuzione del prize money è frutto di una stretta collaborazione con ATP e WTA, e simboleggia il nostro impegno per sostenere i giocatori e il loro benessere economico in un periodo senza precedenti”.

Per arrivare alla cifra complessiva (per l'esattezza 53.402.000), bisogna aggiungere il piccolo montepremi per il torneo di wheelchair. Inizialmente cancellato, è stato resinserito (con tanto di scuse) e offrirà 350.000 dollari. Inoltre ci saranno i costi di ospitalità che supereranno i 2 milioni. Come detto, la riduzione riguarda solo chi arriverà alla seconda settimana: 250.000 dollari per gli ottavi (contro i 280.000 dell'anno scorso), 425.000 per i quarti (e non 500.000), 800.000 per le semifinali (e non 960.000), e 1 milione e mezzo per i finalisti (che l'anno scorso ne intascarono 1,9). Scelta corretta, in linea con quanto vi avevamo già segnalato nei primi tornei post-interruzione. Grazie all'imponente forza economica della USTA, i giocatori quasi non si accorgeranno della differenza.

Michael Dowse, amministratore delegato USTA
1973: per la prima volta, il montepremi dello Us Open è uguale tra uomini e donne

Diverso il caso nei tornei ATP: vi abbiamo già spiegato cosa succederà al torneo di Kitzbuhel, in cui il vincitore intascherà il 75% in meno rispetto all'anno scorso. Colpa della nuova distribuzione, ma anche di un montepremi ridotto del 40%. Se gli Slam hanno resistito al terremoto economico, non si può dire altrettanto per i restanti tornei. Sarà dunque importante osservare l'oscillazione dei prize money nei tornei ATP -WTA nei prossimi mesi. Al contrario, non ci sono stati particolari interventi per gli ATP Challenger: lo confermano i tornei di questa settimana, Praga e Todi. In entrambi i casi, è rimasta la distribuzione in vigore prima del COVID-19. Praga è un “125” e offrirà dai 18.290 euro per il vincitore fino ai 660 per chi perde al primo turno. Stesso discorso per Todi, con una piccola differenza: essendo il tabellone a 32 giocatori, il residuo che andava agli sconfitti al primo turno va ai quattro qualificati (440 euro) e a chi ha perso al turno di qualificazione (220). Modifica soprattutto formale.

Ai tennisti converrà comunque giocare un ATP e non un Challenger, perché è stato fatto lo sforzo di tutelare i prize money dei primi turni. In altre parole, perdere al primo turno a Kitzbuhel pagherà poco meno che cogliere la semifinale al ricco Challenger di Praga. Scelta corretta, poiché serve a tutelare la differenza di categoria. Ma non cancella il problema di base: tanti tornei rischiano un ridimensionamento, o addirittura la cancellazione. Per questo, gli Slam saranno sempre più linfa vitale, fonte di sopravvivenza. Ed è evidente che un viaggio a New York, tra prelievi e tamponi, vale la pena a prescindere per un buon 90% dei giocatori. Ci sono almeno 61.000 ottimi motivi per effettuarlo.