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DAVIS CUP FINALS

Nicolas Jarry, il bombardiere gentiluomo

Numeri alla mano, l'unico spauracchio per l'ItalDavis dovrebbe essere Nicolas Jarry. Nipote di Jaime Fillol, a inizio anno era fuori dai primi 150. Oggi è a ridosso dei top-20 e Carlos Alcaraz lo vede ancora più in alto. 198 centimetri di potenza (e servizio super) mascherano un carattere docile. Poche settimane fa è diventato papà per la seconda volta.

Riccardo Bisti
12 settembre 2023

A tennis si gioca ovunque, tranne che sulla carta. Lo sanno bene gli azzurri dell'impresentabile (non per colpa loro) Coppa Davis attuale, stra-favoriti nel girone che mette in palio due posti per le Final Eight di Malaga. A Bologna ci aspettano nove partite, sei singolari e tre doppi. Numeri alla mano, siamo favoriti in ciascun incrocio, visto che Denis Shapovalov (ammesso che giochi) è al rientro dopo oltre due mesi per un infortunio al ginocchio. Ma c'è una partita, un singolo match in cui è legittimo avere paura. Nel tardo pomeriggio di venerdì, il nostro numero 1 (Lorenzo Musetti, salvo scelte strategiche) sfiderà un gigante di 198 centimetri, da cui ha perso sette mesi fa a Rio de Janeiro. All'epoca c'erano 121 posizioni di distacco tra il carrarino e Nicolas Jarry, oggi si sono ridotte a 4. Il merito è del cileno, autore di una stragione straordinaria che gli ha appena regalato il best ranking. Jarry è numero 22 ATP ed esordirà oggi (la serie parte alle 15, diretta su Sky Sport e Rai Sport) nel match tra Cile e Svezia, contro il quasi coetaneo Elias Ymer. Nonostante l'aspetto imponente e il background familare (nonno Jaime Fillol era il miglior giocatore del Cile che nel 1976 ci contese l'Insalatiera: è a Bologna al seguito della squadra), non si atteggia a quello che effettivamente è: il nostro unico spauracchio. Nicolas è un tipo tranquillo, educato, capace di emozionarsi in pubblico.

Come sei anni fa, quando giocò il Challenger di Santiago nonostante fosse stanchissimo, e finì col vincere il torneo. Non poteva deludere la sua gente, a partire dalla zia Catalina Fillol, direttrice del torneo. La stessa zia che oggi dirige il torneo ATP di Santiago, vinto quest'anno da Jarry, poi capace di ripetersi a Ginevra. Come se non bastasse, ha raggiunto gli ottavi a Parigi e il terzo turno a Wimbledon e Us Open. Conosce bene questi ultimi due tornei per averli visitati da bambino, accompagnato dal nonno campione, colui che per primo gli mise la racchetta in mano. Il suo 2023 non è stato spettacolare solo sul campo da tennis, ma anche fuori: qualche settimana fa è nato il secondogenito Santiago, che va ad aggiungersi a Juan. Per assistere al parto ha lasciato il torneo di Cincinnati per tornare precipitosamente in Cile e stare accanto alla moglie Laura. Anche una stagione da sogno, tuttavia, ha avuto un piccola coda polemica: Harold Mayne-Nicholls, direttore generale dei Giochi Panamericani (che si giocano proprio a Santiago) lo ha pesantemente criticato per la sua assenza. “Non c'è nulla di più importante che giocare per il Cile” aveva detto. Per questo, crediamo che Jarry voglia dimostrare di tenerci eccome alla camiseta roja. In fondo gioca in Davis da dieci anni, per un totale di 31 partite (18 vinte e 13 perse). E ha la fortuna di avere un super-motivatore in panchina, quel Nicolas Massu che per il Cile ha conquistato due leggendarie medaglie d'oro olimpiche.

«Devo superare gli ostacoli mentali che ogni tanto mi attanagliano, in particolare l'ansia. Però ho tutto il necessario per arrivare tra i top-10» 
Nicolas Jarry
ASICS ROMA

Non a caso, Massu ha spinto affinché i cileni fossero i primi ad arrivare a Bologna. Detto, fatto. “Proviamo a fare tutto quello che è umanamente possibile, poi il risultato è qualcosa che non si può controllare” dice il capitano. “Siamo l'unica squadra che si è presentata in formazione tipo – gli fa eco Jarry – dobbiamo approfittarne, è certamente una motivazione extra”. In virtù della sua altezza è dotato di un tennis molto potente, perfettamente adattabile al cemento indoor bolognese (che pare essere più veloce dell'anno scorso). Il suo gioco ricorda vagamente quello di Juan Martin del Potro, anche se difficilmente raggiungerà le vette dell'argentino. Secondo Carlos Alcaraz, che lo ha battuto in semifinale a Rio de Janeiro al termine di una dura battaglia, e poi a Wimbledon, può lottare per i top-10. “So che posso battere i migliori e l'ho dimostrato – dice lui – ma devo essere più costante e superare gli ostacoli mentali che ogni tanto mi attanagliano, in particolare l'ansia. Però ho tutto il necessario per arrivarci. Devo continuare a lavorare bene e non rilassarmi se le cose funzionano: devo restare umile e concentrato. Il ranking? Non ci ho mai pensato troppo, ho imparato che è la conseguenza del lavoro”.

Insiste nel dire che non c'è alcuna bacchetta magica dietro l'impressionante salto di qualità, ma soltanto il lavoro e la professionalità. “E il desiderio di terminare ogni giornata ed essere migliore rispetto a quando era iniziata” dice lui, che a New York ha perso molto nettamente contro Alex De Minaur. Troppo nettamente. “Quando pensi troppo al risultato ti distrai e non fai quello che dovresti”. Come detto, a Bologna avrà il vantaggio di un capitano che lo terrà sotto pressione punto dopo punto, oltre a catechizzarlo a ogni cambio di campo. Per questo, Jarry è il nostro avversario più pericoloso. Dovesse portare a casa il suo punto – e dando per scontata la vittoria azzurra contro Cristian Garin, che pure è un ottimo giocatore – l'esito della sfida potrebbe essere deciso dal doppio, laddove partiamo favoriti perché il Cile non ha specialisti. Ma la Davis, si sa, è un'altra cosa. È quella competizione in cui il cuore e la testa contano più degli schemi. Scartabellando gli archivi, poi, si scopre che Jarry-Garin hanno raggiunto la finale al Roland Garros junior, esattamente dieci anni fa. Ma non sembra che Massu sia particolarmente intrigato da questa coppia, almeno a giudicare dalle sue scelte negli ultimi anni.

Nicolas Jarry in compagnia della moglie Laura e dei figli Juan (un anno e mezzo) e Santiago (meno di un mese)

Nicolas Massu mostra tutto il suo entusiasmo per il servizio di Nicolas Jarry

Poco importa: Italia e Cile sono le candidate alla qualificazione per Malaga, ma la leadership del girone non è un dettaglio: vincerlo garantirà più punti nella classifica di Coppa Davis, da cui scaturiranno le teste di serie per le Final Eight. Dovessimo vincere, saremmo certi di un posto tra le prime quattro: attualmente l'Italia è sesta nel ranking, ma mancherà la Germania (oggi quinta) già eliminata, mentre la presenza del Canada (primo) sembra poco probabile. E allora avremmo la possibilità di avere una posizione nobilissima nel seeding, con tutti i benefici del caso. La sfida contro il Cile, dunque, non metterà in palio solo un'effimera leadership, ma qualcosa di più concreto. A parte il sogno di emulare i risultati del nonno, Jarry avrà una motivazione in più: risale proprio alla Davis (le Finals del 2019) il controllo antidoping che ha rappresentato l'inizio di un incubo, poi sfociato in una squalifica di undici mesi (per sua fortuna, scontata in buona parte durante la sospensione del circuito per il Covid). In sintesi, prendeva integratori su misura realizzati da un laboratorio brasiliano, Orthofarma, sito a San Paolo. Nonostante non fosse indicato nell'etichetta, quattro bottiglie che gli arrivarono a Madrid contenevano due anabolizzanti (stanozololo, lo stesso che fu fatale a Ben Johnson, e ligandrolo). Risultò positivo a Madrid, poi di nuovo un mese dopo in un controllo fuori dalle competizioni.

Riuscì a dimostrare che gli integratori erano contaminati (furono analizzati da un laboratorio accreditato WADA) e ottenne l'involontarietà, ma fu ugualmente condannato per negligenza, in particolare perché non aveva compilato il form che – ad ogni controllo – permette ai giocatori di indicare tutte le sostanze prese nei sette giorni precedenti. Inoltre gli contestarono l'ostinazione di fornirsi da un laboratorio brasiliano in un periodo in cui spuntavano molti casi (non solo nel tennis) provenienti da quella zona. Non chiese sconti, non esagerò con le parole. Accettò la squalifica rinunciando a ogni ricorso. L'aneddoto racconta bene il carattere di Nicolas Jarry, il leader silenzioso del nuovo Cile, così diverso dai suoi grandi predecessori: il rissoso Rios, l'orgoglioso Massu e il focoso Gonzalez. Lui lascia parlare la racchetta, sopattutto con il servizio. I numeri del 2023 sono da grande battitore: è settimo nella classifica dei turni di servizio vinti (86,35%), sedicesimo in quella degli ace (366) e tredicesimo nella percentuale dei punti vinti con la prima (75,90%). Lo sa bene Nicolas Massu, che in un filmato diventato virale, durante un allenamento a Bologna, ha definito così un servizio in slice da sinistra: “Questo servizio è straordinario. Quasi impossibile arrivarci. Straordinario”. Da questo colpo partiranno tutte le preoccupazioni dell'Italia e di Filippo Volandri.