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US OPEN

Dylan Alcott: «Discriminato perché disabile». Ora lo US Open...

Le rimostranze di Dylan Alcott hanno sortito l'effetto sperato: con ogni probabilità, allo Us Open si giocheranno anche i tornei di wheelchair tennis. Il campione australiano aveva parlato di “disgustosa discriminazione. Non è possibile che i normodotati possano decidere per la mia vita e la mia carriera”.

Riccardo Bisti
22 giugno 2020

Il tennis non trova pace. Ogni giorno emerge una polemica riguardante le modalità della ripresa: non c'è da sorprendersi, dunque, che le discussioni riguardino anche il wheelchair tennis. Il web è stato travolto dalle parole di Dylan Alcott, numero 1 del mondo nel tennis in carrozzina. Personaggio popolare, soprattutto in Australia, si è arrabbiato perché lo Us Open aveva cancellato gli eventi wheelchair. “Hanno appena annunciato che lo Us Open si giocherà SENZA wheelchair tennis. I giocatori non sono stati consultati. Pensavo di aver fatto abbastanza per qualificarmi: due volte campione, numero 1 del mondo. Ma sfortunatamente mi manca l'unica cosa che conta: la capacità di camminare. Che disgustosa discriminazione”. Parole forti ma comprensibili: il tennis in carrozzina rappresenta una valvola di sfogo importante per chi ha vissuto tragedie personali di vario genere, da malformazioni genetiche a incidenti che hanno causato la disabilità.

I normodotati faticano a comprendere l'importanza dello sport per un atleta disabile. Per loro è un'ancora di salvezza, una via per la normalità. Basti pensare al caso di Alfie Hewett, ottimo giocatore britannico (ha vinto l'Australian Open in doppio), che dall'anno prossimo non potrà più giocare perché la sua disabilità (Malattia di Perghes) non è ritenuta abbastanza invalidante. Sia pure tra mille difficoltà, è in grado di camminare per brevi tratti. “Giocare a wheelchair tennis non è facile, ma quando sei bloccato a casa capisci quanto sei fortunato a mettere piede sul cemento di Melbourne o sulla terra di Parigi. Senza dimenticare le migliaia di persone che ci seguono a Wimbledon. Non posso limitarmi a giocare al parco, perché per me non è un hobby. Il tennis è la mia vita e non posso immaginare di vivere senza” si era sfogato Hewett, che comunque ha chiesto di poter giocare le Paralimpiadi di Tokyo, sia pure rinviate al 2021.

"Si tratta di una palese discriminazione: le persone in grado di camminare decidono che cosa devo fare della mia vita e della mia carriera, solo perché sono disabile" Dylan Alcott

La protesta di Dylan Alcott non è rimasta inascoltata

Fino a qualche tempo fa, bastava un'autocertificazione per accedere al tennis in carrozzina, mentre dal 2019 è stata istituita una commissione medica indipendente che effettua alcuni test di mobilità, flessibilità e rotazione. In effetti, è vivo il dibattito sul grado di disabilità di alcuni giocatori, oltre ad alcune tecnologie: uno dei più noti, il francese Stephane Houdet, ha entrambe le gambe amputate e gioca su una sedia hi-tech che gli permette di servire da posizione praticamente eretta. Le polemiche sono alimentate dal fatto che il wheelchair tennis è lo sport per disabili più redditizio al mondo, l'unico con montepremi in denaro. Si dice che i più forti possano intascare anche 250.000 dollari all'anno. Con ogni probabilità, era stato un ragionamento di tipo economico a convincere la USTA a rinunciare al torneo.

Eppure, le rimostranze di Alcott hanno avuto effetto immediato. “Per favore, non ditemi che sono a rischio maggiore perché disabile – proseguiva Alcott – sono invalido, ok, ma questo non mi rende MALATO. Sono più in forma e in salute di quasi tutti quelli che leggono. E non corro nessun rischio aggiuntivo. Al mondo ci sono cose molto più importanti, ma questa scelta avrebbe dovuto spettare a me. Si tratta di una palese discriminazione: le persone in grado di camminare decidono che cosa devo fare della mia vita e della mia carriera, solo perché sono disabile”. In realtà, i tornei wheelchair non erano stati gli unici ad essere tagliati dalla USTA: a Flushing Meadows non si giocheranno le prove junior, il doppio misto e le qualificazioni (per quest'ultime, i giocatori avranno un indennizzo di 15.000 dollari a testa). Inoltre, sono stati ridotti i tabelloni del doppio. Tali argomentazioni non hanno placato l'ira di Alcott, le cui rimostranze hanno raccolto ampia solidarietà.

  • 325.000 $
    Il montepremi dei tornei wheelchair allo Us Open 2019. Per la nuova edizione, si parla di una riduzione del 5%
Dylan Alcott ha vinto due edizioni dello Us Open

Il wheelchair tennis può offrire uno spettacolo davvero piacevole

Messa alle strette, la USTA ha fatto retromarcia e – al termine di una riunione definita “proficua” - ha annunciato i nuovi scenari. Tramite il portavoce Chris Widmaier, hanno ammesso la mancanza. “La USTA ha riconosciuto che avrebbe dovuto comunicare e collaborare con gli atleti, proprio come aveva fatto con ATP e WTA”. In questo momento ci sarebbero tre opzioni sul tavolo per salvare il torneo in carrozzina: la USTA non le ha rivelate, ma è stato proprio Stephane Houdet a renderle note. 1) Cancellazione dell'evento, ma con un cospicuo rimborso per gli atleti, quantificato in 150.000 dollari. 2) Svolgimento del torneo ma in altra data e altra sede: si giocherebbe a ottobre, nel maxi-centro USTA di Orlando. 3) Ospitare regolarmente il torneo a Flushing Meadows nelle date prestabilite, ma con una leggera riduzione del montepremi rispetto al 2019.

Lo scorso anno furono messi in palio 325.000 dollari: un calo del 5% porterebbe la cifra complessiva a circa 300.000 dollari. Sembra che i giocatori vedano con favore quest'ultima opzione. Ad ogni modo, le possibilità saranno sottoposte a votazione in queste ore. Grande soddisfazione nel mondo del wheelchair tennis: “È stato un importante passo avanti per il nostro sport, ci hanno messo sulla mappa e ci hanno permesso di far sentire la nostra voce” ha detto l'argentino Gaston Fernandez, altro protagonista della disciplina. Lieto fine? Certo, ma è legittimo anche pensar male e domandarsi quali sarebbero state le reazioni se il tennis in carrozzina non distribuisse un montepremi così alto...

Nel wheelchair tennis esiste anche la categoria "quad", in cui il giocatore ha una sostanziale perdita di abilità in almeno un arto superiore