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NITTO ATP FINALS

I Magnifici Otto: Novak Djokovic

È fin quasi divertente cercare un difetto a Novak Djokovic. A 36 anni si è costruito una macchina quasi perfetta. La sua risposta al servizio è probabilmente la migliore di sempre, mentre ha imparato a essere efficace anche laddove era meno forte.

Fabio Colangelo (ASICS Tennis Academy)
11 novembre 2023

È il numero 1 del mondo, nonché – numeri alla mano – il giocatore più forte di tutti i tempi. Si può discutere all'infinito sul concetto, ma i dati statistici sono difficili da smentire. Si presenta a Torino con l'obiettivo di chiudere l'anno al numero 1 (pressoché scontato) e vincere il Masters per la settima volta. Dovesse farcela, staccherebbe Roger Federer, con il quale condivide il primato. L'incognita riguarda la motivazione: pare chiaro che gli interessi di più vincere la Davis che trionfare ancora una volta al Masters. Ma quando scende in campo, beh, dimentica ogni cosa. Lo ha dimostrato lo scorso anno, quando rimase in campo per tre ore contro Daniil Medvedev in un match ininfluente, a meno di 24 ore dalla semifinale. Non sarà elegante come Federer, ma col tempo si è affinato anche tecnicamente, fino a diventare molto piacevole da veder giocare.

IL PUNTO FORTE
Difficile trovarne uno, poiché eccelle in tutto. Molti colleghi hanno detto che gli toglierebbero la risposta al servizio: ci fidiamo, e non solo perché abbiamo ancora negli occhi il primo matchpoint annullato a Roger Federer allo Us Open 2011. La classifica All Time nella percentuale di punti vinti in risposta lo vede al quinto posto sulla prima altrui (alle spalle di Coria, Nadal, Gustafsson e Arrese) e settimo sulla seconda (preceduto da Berasategui, Agassi, Patrick McEnroe, Nadal, Muster e Chang). Numeri più importanti di quanto sembrino, perché solo Nadal ha una mole di partite paragonabile alla sua. E poi, ancor più delle percentuali, conta il momento in cui si vincono i punti. E in questo, Nole, è fenomenale.

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IL PUNTO DEBOLE
Altrettanto difficile: come fai a trovare una debolezza, anche relativa, in un campione del genere? Forse non ha un braccio educatissimo. Quando deve staccare la mano sinistra per giocare lo slice di rovescio non è troppo a suo agio. Non ama giocare questo colpo e talvolta la palla gli esce male, o troppo alta, o troppo corta. In quel caso, un avversario forte può provare ad attaccarlo, magari trovando direttamente il winner oppure costringendolo a un passante in corsa, di dritto, molto complicato. Ma capite che non è facile... Aggiungiamo un altro aspetto: quando lo allenava, scherzando ma non troppo, Boris Becker disse che ha il peggiore smash tra i top-100: ovvia provocazione, ma in effetti non è un colpo così sicuro se paragonato alla qualità complessiva del giocatore. 

COSA IMPARARE
Può trovarsi in svantaggio 6-0 5-0, ma anche in quella situazione di punteggio può starci che vinca lui”. Questa frase sintetizza la forza mentale di Djokovic, capace di vincere le partite più impossibili, nelle situazioni più complicate. Da lui si può imparare la capacità di non arrendersi mai, dimenticare i momenti negativi e ripartire come niente fosse. Oltre a non abbattersi quando le cose vanno male. Facile a dirsi, complicato a realizzarsi. Ma guardando Nole sembra un po' meno impossibile...