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MUTUA MADRID OPEN

Le 24 ore nere di Madrid (e dei tabelloni a 96)

Le eliminazioni di Nadal e Alcaraz, unite al forfait di Sinner, hanno desertificato l'interesse per le fasi finali alla Caja Magica: è la conferma che il format a 96 giocatori si fonda su equlibri troppo sottili e non riesce ad assorbire le sorprese. “Sono stanca, questi tornei sono troppo lunghi” dice Elena Rybakina.

Riccardo Bisti
2 maggio 2024

Nell'epoca dei social media, i forum online sono diventati uno strumento un po' anacronistico. Ma ci sono alcune realtà che resistono, come quello intitolato Mens Tennis Forums, in cui migliaia di appassionati di diverse nazionalità si scambiano idee e informazioni sul nostro sport. Con quasi 90.000 iscritti e oltre 18 milioni di messaggi, ogni tanto si scovano chicche... notiziabili. Nello specifico, un utente ha scelto l'ironia per descrivere la giornata di oggi al Mutua Madrid Open. “Evvai, devo aspettare tutto il giorno per guardare Medvedev-Lehecka. Che incontro emozionante! I Masters 1000 di due settimane sono un'ottima idea”. E poi un pollice alzato, come ad alimentare la presa in giro. L'osservazione ha riacceso un topic inaugurato qualche mese fa, durante il torneo di Shanghai, in cui si criticava il format a 96 giocatori e veniva lanciato un sondaggio per chiedere un parere agli altri appassionati.

“Odio questi eventi in modo ardente. Non mi piaceva nemmeno quanto c'erano solo Indian Wells e Miami, e averne il calendario pieno è insopportabile. Mi ha fatto pensare di disdire l'abbonamento a Tennis TV. Rendono noiose le altre settimane: lunedì e martedì non si gioca (in verità ci sono le qualificazioni, ndr), poi mercoledì e giovedì non ci sono i top-30. In quei giorni, gli spalti sono prevedibilmente vuoti. Favoriscono i più forti ancora di più di quanto non facesse la programmazione precedente: i bye ai primi 32 sono assurdi”. Affermazioni condivise da buona parte degli appassionati, visto che l'86,2% dei partecipanti al sondaggio ha definito “orribile” il format, mentre solo il 6,8% lo considera “divertente”, stessa percentuale di chi non si è ancora fatto un'idea precisa. Quanto è accaduto nelle ultime 24 ore è un colpo durissimo per il torneo di Madrid, ma avrebbe potuto accadere in qualsiasi altro torneo con lo stesso format (Indian Wells, Miami, Roma e Shanghai. Dall'anno prossimo sarà così anche per Canada e Cincinnati). Se le eliminazioni dei giocatori più forti e/o attesi fanno parte del gioco, il format tradizionale era in grado di contenerle un programma compresso e denso di incontri.

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    I match di singolare previsti nei tornei combined a 96 partecipanti. Di questi, 168 si giocano fino al lunedì della seconda settimana. Negli ultimi sei giorni ne sono previsti appena 22.

Giovedì 2 maggio 2024, il programma sul Manolo Santana è da mettersi le mani nei capelli: due doppi, le semifinali femminili (Swiatek-Keys e Rybakina-Sabalenka), mentre il solo match maschile – come detto – sarà Medvedev-Lehecka. Il ritiro di Sinner ha dimezzato il programma al maschile, e alcune eliminazioni eccellenti (Nadal e Alcaraz, senza dimenticare Tsitsipas, Ruud e Rune) hanno aperto la strada agli outsider. Alzi la mano chi si aspettava una semifinale Fritz-Rublev, e un'altra tra Felix Auger-Aliassime e chi emergerà dal match di stasera. “La sessione diurna del secondo giovedì dovrebbe essere divertentescrive l'importante sito spagnolo Relevoinvece è rimasto un programma scadente, in cui si salva soltanto il bel match tra Swiatek e Keys. Prima si giocheranno solo due doppi maschili che, come spesso accade, mettono insieme giocatori sconosciuti e quasi privi di interesse”. Il tutto nonostante proprio Madrid abbia inaugurato un nuovo criterio di ammissione per favorire la presenza di singolaristi.

Risultato? Nei quarti c'è soltanto una coppia non composta da specialisti: Sebastian Korda e Jordan Thompson. Per il resto, soltanto i forzati del doppio (tra cui i nostri bravissimi Bolelli-Vavassori). Tale situazione è stata resa possibile da due giornate disastrose, le peggiori possibili per gli organizzatori. Nella notte tra martedì e mercoledì è stato eliminato Rafael Nadal; Mercoledì pomeriggio ha perso Carlos Alcaraz (reduce da 14 vittorie consecutive alla Caja Magica); qualche minuto dopo la sua eliminazione è arrivato il forfait di Jannik Sinner, sofferente all'anca. La scelta di Sinner – oltre all'umano desiderio di preservarsi per Roma – nasce anche dal fatto che l'eliminazione di Alcaraz ha blindato la testa di serie numero 2 per il Roland Garros, visto che nemmeno un trionfo al Foro Italico permetterebbe ad Alcaraz di sorpassarlo. Anzi, se Medvedev dovesse battere Lehecka supererà lo spagnolo nel ranking di lunedì (sebbene il russo dovrà poi difendere i 1.000 punti di Roma 2023).

Il programma odierno a Madrid non è esattamente dei migliori...

Il torneo femminile è ancora vivo e interessante, ma non ci sono spagnole e il grosso del pubblico si reca in loco per gli uomini. E non c'è dubbio che il programma degli ultimi giorni non è all'altezza delle aspettative, un po' per i nomi, un po' per i (pochi) match diluiti su troppi giorni, ma di questo abbiamo già parlato. C'è poi un altro aspetto, ben sottolineato da Elena Rybakina: se è vero che il giorno di riposo tra un match sembrerebbe strizzare l'occhio ai giocatori, dall'altro lato li obbliga a trascorrere ancora più tempo lontano da casa, tra noia e routine non entusiasmanti. E questo porta alla decisione di saltare qualche torneo. “Durante l'ultima partita ero priva di emozioni, mi impegnavo semplicemente a fare quello che dovevo – ha detto – sono molto stanca, non è facile. Questi tornei sono troppo lunghi e non aiuta. Se stai bene non è un problema giocare tutti i giorni, invece sono qui da dieci giorni e quando finisci devi giocare un altro torneo obbligatorio”.

Nemmeno i tennisti, dunque, sembrano gradire più di tanto un format troppo lungo, anche se la kazaka – con apprezzabile onestà – ha poi aggiunto. “Non sono certo qui per lamentarmi, visto che guadagno bene”. A maggior ragione dopo che Madrid è diventato il primo grande evento europeo a garantire la parità di montepremi. Tuttavia, è chiaro che questo format sta evidenziando ancora più lacune di quanto si potesse pensare. Dei vari stakeholder interessati, gli unici a guadagnarci sono gli organizzatori: con più giorni di gara possono ottimizzare gli incassi e hanno una maggiore esposizione in TV (per la gioia degli sponsor). Ma se dietro le scrivanie ridono, i protagonisti in campo non sembrano fare i salti di gioia. Quanto al pubblico sugli spalti, beh, l'abbiamo già detto: come si può essere soddisfatti di una programmazione che propone 168 match nei primi sei giorni e appena 22 nei restanti sei? Benvenuti nell'epoca del Business Tennis.