The Club: Bola Padel Roma
CURIOSITÀ

Rivoluzione Nera!

Dopo anni di dominio del bianco (con qualche sfumatura di colore), oggi gli abiti neri sono sempre più utilizzati dai tennisti. Secondo uno studio del 1988, il nero aumenta la percezione di aggressività e intimidisce gli avversari. Di sicuro, le aziende sono felici: è l'unico abbigliamento tennistico che può essere utilizzato anche fuori dal campo.

Riccardo Bisti
31 dicembre 2020

Dovessimo scegliere un colore per definire il 2020 ormai concluso, non ci sarebbero dubbi: nero. Tragicamente nero, per il COVID e i devastanti effetti che ha avuto nelle nostre vite. Nero è il colore del dolore, del lutto. Nel ciclismo, era riservato all'ultimo in classifica. Però può significare anche altro. Nel tennis, per esempio, è un colore sempre più cool. Al recente Roland Garros, due dei quattro semifinalisti (Stefanos Tsitsipas e Diego Schwartzman) erano vestiti completamente di nero. Se non si fossero messi di mezzo Rafael Nadal e Novak Djokovic, saremmo tornati a vedere un tennista All Black in una finale Slam. L'ultimo era stato Rafael Nadal allo Us Open 2019 (con una t-shirt smanicata, mentre nel 2017 aveva un completo più classico), segno di una tendenza che sembra inarrestabile. Nel decennio appena trascorso, ci sono state sette finali con almeno un protagonista vestito di nero. Negli anni duemila erano state sei, mentre nei mitici nineties c'era stato solo Pat Rafter, vincitore allo Us Open 1997. Volendo stare larghi, Andre Agassi indossava pantaloni neri quando vinse a New York tre anni prima.

La rivoluzione nera (nessuna allusione politica, per carità) è qualcosa di relativamente nuovo. Per decenni, il tennis ha aderito a un codice di abbigliamento ben preciso: bianco. C'era una ragione sociale, almeno secondo Robert J. Lake, autore del libro The Social History of Tennis in Britain: History, Culture and Politics: “Il bianco simboleggiava purezza e dignità, inoltre rifletteva l'immagine della classe sociale a cui apparteneva la maggiore parte dei tennisti”. Puro atto di classismo, insomma. Tale visione è sopravvissuta soltanto a Wimbledon, laddove vige ancora l'obbligo del bianco. Anzi, è più severo rispetto a qualche anno fa: date un'occhiata a qualche filmato degli anni 80-90 e troverete chiazze colorate che oggi non sarebbero tollerate.

PLAY IT BOX
Nel 1988, la Cornell University ha realizzato uno studio secondo cui l'abbigliamento nero aumenta l'aggressività e la forza di chi lo indossa, oltre a intimidire gli avversari.
La leggendaria semifinale dell'Australian Open 2000, quando "black" Agassi batté "white" Sampras

Ma le tradizioni sono ormai recintate dentro l'All England Club: dalla seconda metà del ventesimo secolo, sempre più giocatori hanno preso a indossare capi colorati, principalmente per ragioni di marketing. Secondo Meredith Richards, bibliotecaria presso l'International Tennis Hall of Fame di Newport, un passaggio cruciale è stata la televisione colori. In Italia è giunta solo nel 1977 (anche se le TV transfrontaliere come Telemontecarlo e la TV Svizzera l'avevano già fatta conoscere agli italiani), ma le prime trasmissioni risalgono a una decina d'anni prima. Una delle primissime trasmissioni a colori fu l'edizione sperimentale di Wimbledon aperta ai professionisti, giocata nell'agosto 1967, a pochi mesi dall'avvio dell'Era Open. “Grazie al colore era più facile distinguere i giocatori, ognuno con la sua divisa” dice la Richards. Ma un conto è il colore, un altro il nero. Con la sua simbologia sinistra, talvolta macabra, sembrava troppo radicale per il tennis.

Sono infatti pochissimi gli abiti neri ricordati nei primi anni dell'Era Open: leggendario l'abito in velluto di Rosie Casals, disegnato da Ted Tinling (lo stesso che aveva realizzato i mitici completi in pizzo indossati da Lea Pericoli). I fanatici più incalliti ricorderanno il completo nero, griffato L'Alpina, con cui Ivan Lendl colse la seconda settimana al Roland Garros 1979. Tuttavia, fino ad anni 90 inoltrati, il bianco ha continuato a essere il colore più utilizzato. Con il 2000, tuttavia, è cambiato tutto. Nel primo Slam del secolo, Andre Agassi ha indossato un completo nero (non in finale, però ce l'aveva nella grande semifinale contro Sampras). Qualche mese dopo, Magnus Norman arrivava in finale a Parigi vestendo di nero. Dopo la pausa white di Wimbledon, era vestito di nero anche Marat Safin quando vinse lo Us Open.

Pat Rafter è stato il primo a vincere uno Slam indossando un completo interamente nero
La finale dello Us Open 2009 tra Roger Federer e Juan Martin Del Potro, totalmente "black". Le sessioni serali di New York si prestano molto bene all'abbigliamento nero

La presunta utilità del nero, tuttavia, era ben nota sin da prima. Nel 1988, la Cornell University ha realizzato uno studio secondo cui l'abbigliamento nero aumenta l'aggressività e la forza di chi lo indossa, oltre a intimidire gli avversari. Sarà... La tesi è sposata anche dallo scrittore Alexander Theroux: nel saggio intitolato Black lo ha definito “colore della ferocia, dell'intimidazione e dell'inaccessibilità. Una macchia aggressiva che emana pericolo e genialità”. Negli anni della ricerca della Cornell University, tuttavia, c'era ancora il problema del forte riscaldamento degli abiti scuri. Per questo, erano sconsigliati in condizioni di caldo estremo. Da quando la tecnologia ha risolto il problema, con lo sviluppo dei materiali traspiranti, il nero è stato sdoganato anche dai tennisti più forti.

Tra il 2007 e il 2010, tre edizioni dello Us Open sono state vinte da atleti black: Roger Federer, Juan Martin Del Potro (finale all black contro Federer) e Rafael Nadal. Il tennis femminile ha accolto il nero con ancora più entusiasmo: non si contano le occasioni in cui le giocatrici più popolari (Maria Sharapova e le sorelle Williams) lo hanno scelto per i loro match. Secondo il francese Pascal Montfort, fondatore della società di ricerca sulle tendenze REC (Research, Expert and Consumer), la polo da tennis nera è la quintessenza dell'urbanistica moderna, oltre che il sogno di qualsiasi azienda: “Si tratta dell'unico abbigliamento tennistico che si può indossare agevolmente anche fuori dal campo”. Forse è proprio questo il segreto: il nero può essere indossato in quasi ogni momento. Quanto a semiotica e simbologia... Beh, le lasciamo a chi ci crede.