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CURIOSITÀ

I grandi urlatori del tennis

Carlos Alcaraz e Aryna Sabalenka sono i più rumorosi tra gli attuali top-30. Entrambi grugniscono nel 100% dei casi quando sono al servizio. Il curioso caso di Felix Auger-Aliassime, che urla di più nello scambio rispetto a quando serve. Ma i grugniti servono davvero? Infastidiscono chi li subisce? Neanche la scienza sa rispondere...

Riccardo Bisti
15 giugno 2023

Ormai fa parte del gioco: sdoganato da Jimmy Connors e diventato mainstream con Monica Seles, il grunting nel tennis è spesso oggetto di discussione, al punto che gli hanno persino dedicato una pagina su Wikipedia. Tanti si domandano se abbia senso grugnire al momento dell'impatto con la palla: qualcuno pensa che lo si faccia per migliorare il proprio livello, altri ritengono che sia uno strumento per distrarre gli avversari, alcuni studi hanno evidenziato che – in effetti – sarebbe un rilascio d'energia. La prima a essere presa di mira, come detto, fu Monica Seles. I suoi grugniti furono misurati intorni ai 90 decibel, e qualcuno la prese male. In occasione della finale di Wimbledon del 1992 contro Steffi Graf le vietarono di fare qualsiasi rumore: lei obbedì (più o meno...) e perse 6-2 6-1. La Graf era più forte di lei sull'erba, ma non così nettamente: segno che Monica fu effettivamente penalizzata. In fondo aveva iniziato a grugnire quando aveva 7-8 anni: “Ero piccola e minuta, non esistevano racchette per bambini e allora utilizzavo quella di mio padre. Le urla rappresentavano il mio sforzo, ed è per questo che tiravo dritto e rovescio a due mani”.

Negli anni seguenti, sempre più tennisti iniziarono ad accompagnare i loro colpi con rumori di vario genere. E allora partirono le misurazioni, con Maria Sharapova capace di toccare i 103 decibel, battuta soltanto da Michelle Larcher de Brito, capace di arrivare a 109. Per intenderci, l'equivalente del rumore prodotto da una moto o una motosega, o quello che si avverte quando ci si trova a una sessantina di metri da un jet in fase di decollo. Curiosamente, la russa e la portoghese si affrontarono a Wimbledon 2013, nel match più rumoroso che si ricordi. La Larcher de Brito disse che non avrebbe mai cambiato il suo modo di stare in campo: “Mi vogliono multare? Facciano pure: preferisco così che perdere una partita”. Una decina d'anni fa, il tema divenne talmente dibattuto da convincere la WTA (allora guidata da Stacey Allaster) a creare un programma educativo per le più giovani, in modo da evitare che nascessero nuove Sharapova o Azarenka. In effetti, l'allora n.1 Caroline Wozniacki si era lamentata perché – a suo dire – le giocatrici provenienti dall'accademia di Nick Bollettieri esageravano. L'anno dopo, una divisione dell'accademia ammise che il grugnito poteva dare fastidio all'avversario: non in quanto tale, ma perché maschera il suono dell'impatto della palla con la racchetta.

Quello tra Maria Sharapova e Michelle Larcher de Brito è passato alla storia come il match più "rumoroso" di sempre

GLI URLATORI

GIOCATORE

Grunting al servizio

Grunting sugli altri colpi

Carlos Alcaraz

100%

80%

Borna Coric

100%

73.08%

Felix Auger-Aliassime

82.61%

86.96%

Taylor Fritz

82.35%

76.09%

Karen Khachanov

88.24%

47.37%

Felix Auger-Aliassime grugnisce con più frequenza durante il palleggio che in occasione del servizio

PLAY IT BOX

L'attuale presidente Steve Simon sembra meno preoccupato: ogni volta che glielo ricordano il tema fa presente che esiste l'hindrance rule, ovvero la possibilità di essere penalizzati se il giudice di sedia ritiene che una giocatrice disturbi deliberatamente l'avversaria. Ne fu vittima Serena Williams durante la finale dello Us Open 2011 contro Samantha Stosur, quando un suo grugnito di esultanza arrivò con la palla ancora in gioco, almeno secondo l'arbitro Eva Asderaki. L'americana la prese malissimo e perse la partita. Oggi il tema si è spostato su una nuova dimensione: non è più tanto l'intensità del grunting a infastidire, quanto la sua durata. In effetti, alcuni giocatori si concedono urla prolungate o addirittura ritardate, quando la palla è ormai in procinto di essere colpita dall'avversario. Molti ricorderanno i fatti dello scorso Wimbledon, quando Rafael Nadal convocò Lorenzo Sonego per rimproverarlo in questo senso. Guarda caso, lo fece dopo essere stato brekkato. Al di là del merito, lo spagnolo si prese una licenza eccessiva. Se ne rese conto e chiese scusa. Ma oggi chi sono i top-grunters nei circuiti ATP-WTA?

Un interessante studio del sito betting.com ha analizzato parecchie ore di filmati per indivduarli, almeno tra i top-30 ATP e WTA. Lo studio ha calcolato la percentuale di grugniti sul totale dei colpi, creando una graduatoria per il grunting sul servizio e un'altra sugli altri colpi. Per ciascun tennista venivano analizzati quattro game, tratti da due partite diverse, equamente divisi tra turni di servizio e turni di risposta. Il leader in questa speciale classifica è Carlos Alcaraz, che grugnisce nel 100% dei casi quando serve, e nell'80% delle volte durante uno scambio. Alle sue spalle si trova Borna Coric, che lo eguaglia al servizio ma produce rumore soltanto nel 73,08% dei colpi. Curiosi i numeri di Felix Auger-Aliassime, che sfiora l'87% dei grugniti durante il palleggio, mentre si limita all'82,61% quando serve. Insomma, ognuno fa un po' a modo suo. In campo femminile, non sorprende che a comandare sia Aryna Sabalenka. Aspirante numero 1 WTA, per adesso si deve accontentare della leadership dei rumori. Molti ricorderanno un divertente episodio dell'Australian Open 2018: opposta ad Ashleigh Barty, le sue urla erano talmente forti che il pubblico prese a imitarla. In un atto di comicità involontaria, la giudice di sedia chiese agli spettatori di non urlare durante lo scambio.

Le polemiche durante il match tra Barty e Sabalenka all'Australian Open 2018

LE URLATRICI

GIOCATRICE

Grunting al servizio

Grunting sugli altri colpi

Aryna Sabalenka

100%

95.45%

Beatriz Haddad Maia

100%

93.22%

Maria Sakkari

80.95%

62.86%

Veronika Kudermetova

90.91%

52.63%

Ons Jabeur

71.43%

57.69%

Michelle Larcher de Brito arrivò a produrre un rumore di 109 decibel, record ancora imbattuto

Oggi non la prendono più in giro, ma lei continua a grugnire al 100% sul servizio e al 95% negli altri colpi. Alle sue spalle si trova Beatriz Haddad Maia, autrice di uno splendido percorso al Roland Garros, mentre in terza posizione si trova Maria Sakkari. Nella top-5 delle donne, tuttavia, non esistono casi analoghi ad Auger-Aliassime: il grunting avviene in misura maggiore sul servizio rispetto agli altri colpi. Numeri a parte, il tema principale rimane irrisolto: il grunting ha davvero un'influenza sul gioco? Qualche anno fa, un gruppo di psicologi dello sport effettuarono uno studio che ridimensionò il problema: mostrarono a 31 giocatori esperti un match tra Nadal e Ferrer (due giocatori generalmente rumorosi), chiedendo loro di predire direzione e profondità dei colpi. Tuttavia, manipolarono il sonoro. Nonostante questo, il margine di errore fu più o meno lo stesso. In altre parole, il grunting sembrerebbe non cambiare la percezione dei colpi. Tuttavia, alcuni ricercatori avrebbero dimostrato che l'aria espirata al momento dell'impatto attiva i muscoli addominali, dando un pizzico di forza aggiuntiva al colpo.

Uno studio americano del 2014, con alcuni tennisti di livello college come cavie, aveva evidenziato che il grunting aumenta di circa 5 miglia (8 km/h) la velocità di un colpo. Un tema affascinante: nell'epoca della piena digitalizzazione del gioco, con l'imminente (dal 2025) avvento dell'elettronica per valutare il punto di rimbalzo di una palla, quello del confine tra grunting e hindrance rimarrà sempre un tema soggettivo, opinabile. Per qualcuno il rumore potrebbe essere intollerabile, altri magari non ci fanno nemmeno caso. Il problema è che nemmeno la scienza riesce a venirci in soccorso. Ma in fondo va bene così: uno sprazzo di umanità in un tennis sempre più robotizzato non può che fare bene. E poi – se proprio si prova fastidio – in TV si può abbassare il volume, mentre per gli spettatori dal vivo arrivò il consiglio della Larcher de Brito, che a suo tempo disse: “Se il rumore dei miei grugniti dà fastidio a qualche spettatore, possono sempre andarsene”. Eccessi verbali giovanili, ma il problema non esiste più: lei si è auto-eliminata, visto che non gioca più da oltre cinque anni. Oggi ha 30 anni e fa l'agente immobiliare, ma questa è decisamente un'altra storia.