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Cincinnati, il destino è segnato?

Sembra ormai inevitabile lo spostamento del Masters 1000 di Cincinnati a partire dal 2026. Il nuovo proprietario punta a costruire un maxi-impianto a Charlotte ed è a buon punto nella raccolta dei finanziamenti. L'attuale sede le sta provando tutte, ma hanno bisogno di un miracolo.

Riccardo Bisti
12 agosto 2023

“Tempo di necrologi”. Il Cincinnati Enquirer, principale quotidiano della zona, è convinto che lo storico Western & Southern Open stia per lasciare la sede attuale. Con i primi turni delle qualificazioni, in queste ore scatta l'ultimo grande torneo di preparazione allo Us Open. Rimarrà al Lindner Family Tennis Center fino al 2025, ma sembra inevitabile il trasferimento a Charlotte. In North Carolina stanno mettendo insieme i soldi per costruire un maxi-impianto con quaranta campi tra tennis e pickleball, sia all'aperto che al coperto, sublimato da un campo centrale con 14.000 posti a sedere. In questo momento, la sede attuale è l'opzione di riserva. L'unica chance è il fallimento dei progetti che porteranno il torneo nella nuova sede. Vi abbiamo già illustrato il progetto: qui basti ricordare che il torneo è stato acquistato la scorsa estate da Beemok Capital, società facente capo al miliardario Ben Navarro, padre di Emma (classe 2001, n.54 WTA), già proprietario del torneo femminile di Charleston. Per una cifra di circa 300 milioni ha rilevato dalla USTA un torneo che la federtennis aveva preso a 12 milioni nel 2009. Dalle nostre parti la chiamerebbero plusvalenza.

Da allora, Beemok ha iniziato a pensare al futuro e non c'è dubbio che Charlotte sia l'opzione numero 1. Lo ha ammesso il direttore operativo Ford Perry, il quale ha aggiunto che l'obiettivo sarebbe annunciare la nuova sede entro l'estate. Secondo Todd Martin, attuale direttore del torneo, la decisione sarà ufficializzata tra fine settembre e inizio ottobre. L'area di Cincinnati, ovviamente, non ci sta. A inizio giugno, il consiglio comunale di Mason (laddove sorge la sede del torneo) ha stanziato 15 milioni di dollari per contribuire a un piano di ammodernamento del Lindner Family Tennis Center, il cui costo complessivo sarebbe di 150 milioni. Per celebrare il momento, il municipio è stato addobbato con tante palline da tennis. Alla riunione, tuttavia, mancava proprio Beemok Capital. Ufficialmente perché Perry era ammalato, e ha comunque partecipato in videoconferenza. Ma non c'è dubbio che la mossa del consiglio comunale di Charlotte, avvenuta una decina di giorni dopo, abbia aumentato il distacco. È stata approvata una sovvenzione di 65 milioni per contribuire alla costruzione della parte tennistica del maxi-progetto The River District (già in costruzione: sorgeranno residenze, uffici, hotel e negozi).

La città di Charlotte ha stanziato 65 milioni per contribuire alla costruzione del nuovo impianto

«Non negozieremo in pubblico, ma abbiamo un paio di assi nella manica. Charlotte è un competitor molto forte, ma la partita è tutt'altro che finita» 
Dave Young, commissario della Contea di Warren
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L'impianto costerebbe 400 milioni e l'idea di Navarro è chiara: è pronto a investire 270 milioni, ma ne chiede 130 di finanziamenti pubblici. Ai 65 della città di Charlotte si sono recentemente aggiunti i 30 della Contea di Mecklenburg. I restanti 35 dovrebbero arrivare dallo Stato del North Carolina. A quel punto non ci sarebbero più ostacoli a un progetto che riporterebbe il grande tennis a Charlotte dopo molti anni, completando un portfolio sportivo che già comprende i Carolina Panthers della NFL, i Charlotte Hornets della NBA, il Wells Fargo Championship del PGA Tour e due gare della NASCAR Cup Series. Tra l'altro, anni fa Navarro era stato a un passo dall'acquisizione dei Panthers. Se anche Cincinnati dovesse proporre un progetto analogo sul piano strutturale, Charlotte avrebbe due grossi vantaggi: 1) La sede di Beemok si trova a Charleston, a 350 km da Charlotte, senza contare che Ford Perry opera proprio a Charlotte. 2) Ci sarebbero maggiori margini di manovra nell'area circostante.

Navarro potrebbe fare più o meno quello che vuole e avrebbe voce in capitolo, mentre a Mason non ci sono sbocchi: le zone accanto al Lindner Family Tennis Center sono di proprietà di cittadini privati. Nell'immediato, investire su Mason gli costerebbe 100 milioni contro i 270 previsti per Charlotte, ma c'è una differenza enorme in termini di margini di guadagno. “Cincinnati non ha le forze per competere: game, set e (quasi) match” ha scritto Jason Williams sul Cincinnati Enquirer, peraltro ipotizzando un nuovo utilizzo della struttura, qualora non dovesse verificarsi quello che è stato definito miracolo (ovvero la permanenza a Mason). Cincinnati potrebbe ospitare il miglior impianto di pickleball degli Stati Uniti. Non avrebbe l'impressionante impatto economico del torneo di tennis, ma la disciplina è in grande crescita e negli Stati Uniti è in corso una selvaggia riconversione di aree vuote, magazzini e vecchi centri commerciali in strutture dedicate al pickleball.

Ben Navarro ha acquistato il Western & Southern Open per una cifra intorno ai 300 milioni

Todd Martin parla del presente e del futuro del torneo di Cincinnati

Tutto sembra apparecchiato per il futuro, ma il dovere di cronaca impone di riportare le parole di Dave Young, commissario della contea di Warren, in Ohio, laddove sorge la sede dell'impianto. A suo dire la partita è ancora aperta, ed è convinto che Cincinnati abbia ancora buoni assi nella manica per mantenere il torneo. Intanto ha elogiato Navarro: “Non ci ha minacciato dicendo fate questo o fate quello, e non ha creato nessun conflitto. Le sue richieste sono ragionevoli, molto diverse da quelle di diversi proprietari di franchigie NFL, che dicono 'O fate questo o me ne vado'”. Gli hanno chiesto cosa succederà se il torneo dovesse traslocare. “C'è sempre un piano d'emergenza, in questa struttura si potrebbero fare molte cose. Però non ci sto pensando: il Piano A è mantenere il Western & Southern Open a Cincinnati, laddove si gioca da oltre cento anni. E pensiamo di essere in un'ottima posizione per riuscirci.

Non negozieremo in pubblico, ma abbiamo un paio di assi nella manica. Charlotte è un competitor molto forte, ma la partita è tutt'altro che finita”. Schermaglie normali, ma è impossibile sapere se sia veramente così o si tratta di un bluff da giocatore di poker. Intanto scatta un torneo che si gioca nella stessa città dal 1899 (record assoluto) e segnerà il ritorno di Novak Djokovic. I canali ufficiali, ovviamente, non fanno menzione delle trattative per lo spostamento. Anzi, annunciano l'arrivo di sponsor vecchi e nuovi e una quantità senza precedenti di attività collaterali. Al pari del Canadian Open, il torneo passerà a 12 giorni di durata nel 2025 (anni olimpici esclusi). Si giocherà ancora a Cincinnati, ma dall'anno successivo dovrebbe cambiare tutto. Da quello che si intuisce, la possibilità che il torneo rimanga nella sede attuale non supera il 10%. È la dura legge del business.