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ROLAND GARROS

Dolci, caramelle, budini: lo strano magnate di Alcaraz

Proveniente dalla classe media spagnola, Carlos Alcaraz ha potuto effettuare i primi viaggi grazie al sostegno di un'azienda di dolciumi e caramelle. Un aiuto che gli permise di giocare un torneo in Croazia, a cui prese parte anche un certo... Holger Rune.

Riccardo Bisti
29 maggio 2023

Osservando il fisico perfetto, quasi scultoreo, di Carlos Alcaraz, vien da pensare che non sia un accanito consumatore di dolci, caramelle e budini. Eppure dietro l'origine del suo successo c'è anche un'azienda di dolciumi. Ebbene sì: fu una sponsorizzazione di questo tipo a permettergli di muovere i primi passi significativi nel mondo del tennis. La storia non è inedita, ma in queste ore ha avuto risonanza globale grazie a un articolo pubblicato dal New York Times, che le ha permesso di valicare il confine linguistico dello spagnolo. Il circolo in cui è cresciuto Carlitos si chiama Real Sociedad Club de Campo e oggi possiede 13 campi da tennis in terra battuta. Anni fa era un ritrovo di cacciatori, dal nome eloquente: Real Sociedad Tiro de Pichón. Fu il nonno dell'attuale numero 1 ATP (pure lui si chiamava Carlos, proprio come sui padre) a spingere affinché si realizzassero alcuni campi da tennis e una piscina.

Campi rigorosamente in terra battuta, la superficie più amata dagli spagnoli, nonostante il cemento fosse più economico. La scelta si è rivelata una benedizione, perché Alfonso Lopez Rueda adorava giocare a tennis e voleva farlo solo sulla terra, possibilmente la migliore possibile. Lopez Rueda è il presidente di Postres Reina, l'azienda che produce dolci e caramelle con cui si è intrecciato il destino di Alcaraz. Nonostante abitasse a Caravaca de la Cruza, a 70 km da Murcia (anzi, da El Palmar, il sobborgo da cui provengono gli Alcaraz) andò a giocare proprio lì perché il club gli piaceva da matti. E poi ci faceva giocare suo figlio. In quel club zampettava un bambino che non stava mai fermo, un iperattivo che non si sapeva contenere. Per calmarlo, i suoi genitori lo iscrissero a una squadra di futsala. Ma il richiamo del tennis era troppo grande.

Postres Reina celebra il successo d Alcaraz allo Us Open

  • 37,1%

    La percentuale di punti conquistati nel 2023 da Carlos Alcaraz quando risponde alla prima di servizio dell'avversario. Un dato di 3 punti superiore rispetto a quello dell'intera carriera

Il suo primo maestro, Kiko Navarro, voleva esaltare il suo talento portandolo a giocare un torneo giovanile a Pola, in Croazia, una sorta di mondiale Under 10. Il problema è che mancavano le risorse. Papà Alcaraz fa il maestro e gestisce il club, la madre è una casalinga che deve crescere quattro figli. Ma non si diede per vinto e spinse affinché Lopez Rueda vedesse giocare il suo allievo, compagno del figlio. Detto, fatto, folgorazione immediata. Inizialmente Lopez Rueda versò 2.000 euro per permettere la trasferta, poi pensò di fare qualcosa di più strutturato: sponsorizzare Alcaraz tramite la sua azienda.

E così, per anni, Carlitos ha indossato il patch Postres Reina sulla divisa da gioco. Lo fecero con il solo scopo di aiutarlo, senza l'obiettivo di chissa quale ritorno. E nessuno pensava che a El Palmar stesse sbocciando un futuro numero 1. In cambio dell'esposizione offerta al logo, Carlitos ha ricevuto un sostegno che gli ha permesso di svolgere la giusta attività e farsi notare da IMG, che lo ha messo sotto contratto quando aveva 13 anni e – tramite Albert Molina – facilitò il contatto con Juan Carlos Ferrero, suo attuale tecnico. Per carità, Mosquito fu bravissimo a intuirne il potenziale e scommettere su un adolescente dopo la burrascosa separazione con Alexander Zverev.

Un giovanissimo Carlos Alcaraz con il logo di Postres Reina sulla maglietta

Un dodicenne Carlos Alcaraz dice di sognare il Roland Garros. E ricorda il torneo di Pola giocato grazia al sostegno di Postres Rena

Ma non possiamo sapere cosa sarebbe successo se Postres Reina non avesse seguito Carlos. Probabilmente sarebbe arrivato lo stesso, se non altro perché il padre era disposto a tutto per permettergli di giocare. Buona promessa negli anni '80, Carlos Sr aveva avuto l'opportunità di andare ad allenarsi nella stessa accademia di Sergi Bruguera, ma l'assenza di risorse lo obbligò a rinunciare. Un dolore inaccettabile: per questo non avrebbe mai permesso che suo figlio vivesse la stessa esperienza. L'articolo del New York Times ha insistito sui concetti di fortuna e casualità. Forse c'è qualcosa di vero, perché l'avvicinamento tra Alcaraz e Lopez Rueda è stato certamente particolare, ma crediamo che il murciano sarebbe comunque arrivato, se non altro per la testardaggine del padre e il suo desiderio di risparmiargli la delusione da lui vissuta vent'anni prima.

Però la storia era suggestiva, e va bene che l'abbiano raccontata così. E poi Carlitos è un ragazzo di sani principi, uno che non dimentica. Magari non si ingozzerà di dolciumi, ma non dimenticherà mai chi gli ha permesso di prendere quel volo per la Croazia e partecipare allo Smrikva Bowl, una sorta di campionato del mondo per pulcini. In quel tabellone la seconda testa di serie era Luca Nardi, poi c'erano anche Abedallah Shelbayh e un certo Holger Rune. Senza essere testa di serie, lo spagnolo battè Nardi negli ottavi (4-1 4-2 lo score) e si spinse in finale, persa contro un altro spagnolo, un certo Alejandro Turriziani Alvarez. Oggi questo ragazzo è numero 1483 ATP, mentre Alcaraz è il favorito numero 1 per il Roland Garros. Il logo di Postres Reina non compare più sulla sua divisa, ma è come se lo fosse. Un legame eterno, infinito, indimenticabile.