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LA STORIA

Basilashvili viene assolto... e finisce nei preservativi

Rigettate le accuse di violenza mosse dall'ex moglie di Nikoloz Basilashvili. Prove insufficienti e scarsa credibilità della vittima hanno spinto all'assoluzione il Tribunale di Tbilisi. Lei promette battaglia legale, mentre una marca di preservativi – con sottile ironia – ha messo l'immagine del tennista nelle proprie confezioni.

Riccardo Bisti
26 ottobre 2022

La scelta di Aiisa, marchio georgiano di preservativi, è destinata a fare rumore. Punta a esporre Nikoloz Basilashvili al pubblico ludibrio dopo che il tennista ha vinto il primo round della battaglia legale con l'ex moglie Neka "Nelly" Dorokashvili. In queste ore, sono stati messi in vendita dei preservativi con una foto del tennista, attualmente numero 94 ATP. In un post sui social media, la società ha accompagnato l'immagine con lo slogan: “Non ci sono scuse per la violenza!”. È la presa di posizione dopo la sentenza pronunciata venerdì da Khatuna Khachilava, giudice del tribunale della città di Tbilisi, che lo ha scagionato dalle accuse di violenza fisica e psicologica mosse dall'ex moglie. La faccenda è diventata di dominio pubblico nel maggio 2020, quando il giocatore fu arrestato a seguito dell'ultimo episodio, in cui erano coinvolti anche i genitori di lui. La Dorokashvili chiamò il 112 (il numero del pronto intervento georgiano), perché non le veniva concesso di prendere il figlio. Il giorno successivo Basilashvili è stato arrestato, salvo poi essere rilasciato su cauzione un paio di giorni dopo, per una cifra equivalente a 36.000 euro. Tale denaro gli dovrà essere restituito dopo la sentenza del tribunale, che – ai sensi dell'articolo 126 del Codice Penale della Georgia – lo ha assolto dai quattro capi d'accusa, ben circoscritti, che erano stati dettagliati in un'arringa di cinque ore tenutasi due giorni prima.

Mostrando una serie di documenti fotografici e registrazioni, la PM Natia Gurul ha sostenuto che ci fossero le prove dell'avvenuta violenza, e che questa fosse sistematica. Vi abbiamo già fornito alcuni dettagli riportati dall'accusa, racchiudibili in un concetto: Basilashvili controllava (o desiderava controllare) ogni aspetto della vita dell'ex moglie, convinto che il suo unico compito fosse quello di occuparsi del figlio. Secondo la documentazione, gli abusi verbali sarebbero scattati l'8 giugno 2017 e sarebbero sfociati in quattro episodi di violenza fisica. Il più virulento sarebbe accaduto presso l'Hotel Hilton di New York, il 28 agosto 2018, durante lo Us Open. La coppia aveva litigato telefonicamente nei giorni precedenti, perché la Dorokashvili avrebbe appreso – per vie traverse – che il marito stava acquistando alcuni immobili senza dirglielo. E si sarebbe sentita dire che non aveva alcun diritto a interessarsi delle finanze di famiglia. Avrebbe poi raggiunto Basilashvili a New York, e dopo una sorta di sparizione di lui dopo la vittoria in cinque set contro Aljaz Bedene (dovevano vedersi in hotel, ma non rispondeva a chiamate e messaggi), sarebbe ricomparso nella notte ribadendo che lei non si sarebbe dovuta occupare del denaro. In in impeto di rabbia, le avrebbe tirato i capelli, presa a schiaffi e tirato calci nello stomaco. La donna avrebbe provato a registrare la parte finale dell'episodio.

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«Faremo ogni istanza fino a quando continueranno a chiudere un occhio a causa dello status e dell'influenza del mio ex marito, e otterremo comunque giustizia» 
Neka Dorokashvili

Il caso Basilashvili ha monopolizzato l'interesse dell'opinione pubblica georgiana

Gli episodi successivi sarebbero avvenuti il 1 e il 30 aprile 2019. In quest'ultima circostanza, Basilashvili avrebbe alzato le mani sulla moglie mentre si trovavano in auto, in Via Kekelidze a Tbilisi. L'avrebbe informata di avere un'altra donna e, dopo aver cercato di prendere il telefono di lei (laddove ci sarebbero state le prove delle violenze), l'ha colpita e le ha tirato i capelli. Lei sarebbe riuscita a scappare, salvo poi produrre documentazione fotografica dei lividi. L'ultimo episodio – quello già raccontato – risale al 21 maggio 2020, quando erano già separati, e sarebbe nato dalla mancata disponibilità del giocatore a lasciare la figlia alla madre, peraltro con la complicità dei genitori di lui. Da lì l'arresto, la scarcerazione e la pubblicazione della notizia, prima in Georgia e poi in tutto il mondo. Il processo, iniziato due anni fa, ha avuto enorme risonanza: inevitabile, visto che Basilashvili è l'atleta georgiano più popolare. Una risonanza tale da essere corredato da accuse reciproche e colpi bassi. Per esempio, l'avvocato della Dorokashvili (Ana Tavkhelidze), ha denunciato il comportamento dei funzionari e dei dipendenti del tribunale, i quali avrebbero avvicinato il tennista come se fossero dei fan, scattando delle foto con l'imputato. “Tutti abbiamo assistito all'episodio, dal PM al segretario di seduta. Immaginate cosa possa significare per la vittima, che fortunatamente non era presente. Ma non so spiegarle, da un punto di vista legale, quanto è successo”.

La giudice ha respinto la tesi, sostenendo che in quella fase Basilashvili era da ritenersi innocente e che l'episodio non aveva nulla di grave. Al contario, l'avvocato riteneva che si trattasse di una violazione delle norme etiche e che avrebbe generato un sentimento di sfiducia verso la corte. Lo status di innocente è stato verbalizzato 24 ore dopo, quando le accuse sono state rigettate. La giudice ha rilevato che nelle stesse registrazioni gli insulti sono reciproci, dunque ne sarebbe stato vittima anche Basilashvili. Inoltre, i suoi avvocati hanno presentato una perizia psicologica che evidenzierebbe come lo stesso abbia sofferto per l'infelice relazione con l'ex moglie. Tale perizia non sarebbe stata contestata a sufficienza dall'accusa, mentre non troverebbero riscontro le affermazioni secondo cui la donna sarebbe stata oggetto di schiavitù economica dopo l'episodio di New York. “La Dorokashvili sostiene che l'imputato le abbia bloccato la carta di credito, e dunque si sarebbe fatta aiutare da un amico di suo padre. Tuttavia, nonostante le nostre continue richieste, non ha fornito nome e cognome di tale persona, alimentando i dubbi sulla sua affidabilità”. E le stesse banche non avrebbero registrato alcun blocco della carta di credito.

Neka "Nelly" Dorokashvili ha annunciato l'appello e si dice sicura: "Prima o poi avrò giustizia"

La giudice del Tribunale di Tbilisi pronuncia la sentenza di assoluzione per Nikoloz Basilashvili

Il punto più controverso rimane la presunta violenza fisica del 28 agosto 2018 a New York. Anche in questo caso la giudice non ha accettato la tesi accusatoria, sottolineando il comportamento della donna dopo l'episodio. “Avremmo avuto la ragionevole aspettativa che si recasse dalla polizia americana, soprattutto dopo aver registrato una parte dell'episodio. Invece non lo ha fatto ed è andata alla sua festa di compleanno, salvo poi denunciare tutto due anni dopo”. Tale episodio, inoltre, non è accompagnato da alcun referto medico. In merito agli episodi successivi, la donna ha prodotto delle fotografie con lividi e macchie di sangue... ma nelle stesse non è visibile alcun volto umano. Insomma, le immagini non sarebbero attribuibili alla donna oltre ogni ragionevole dubbio. Nel caso del maggio 2020, inoltre, le telecamere di sicurezza non avrebbero evidenziato alcuna violenza, e viene ritenuto poco chiaro il comportamento della donna, che si sarebbe rivolta alla polizia senza però chiedere l'aiuto di un'ambulanza per un sostegno medico. Nei giorni successivi sarebbero poi state visibili delle escoriazioni a seguito di una visita, mentre l'esperto chiamato a effettuare una perizia ha visto un livido. “Un'escoriazione non avrebbe potuto trasformarsi in livido in ogni caso” ha detto la giudice. All'uscita dal tribunale, Basilashvili ha rilasciato le sue prime dichiarazioni dopo che nel corso del processo si era detto contrario al fatto che fosse pubblico.

“A causa di questa faccenda, non ho avuto una relazione con mio figlio negli ultimi due anni. Adesso voglio iniziare a ricostruirla. Per il resto, non voglio fare dichiarazioni negative in pubblico, dopotutto lei è la madre di Lukas. Ma sono contento che sa arrivata una decisione equa. Ero preoccupato, ho passato un momento difficile perché il mio nome era finito ingiustamente sotto i riflettori”. Rabbia da parte dell'avvocato della donna, che ha definito il verdetto legalmente vergognoso e promesso il ricorso in appello, che dovrà essere presentato entro 30 giorni. Furiosa anche la Dorokashvili, che in uno sfogo via social ha detto che avrebbe voluto – ma non sarà possibile – portare il caso direttamente all'ONU o alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. “Faremo ogni istanza fino a quando continueranno a chiudere un occhio a causa dello status e dell'influenza del mio ex marito, e otterremo comunque giustizia. E abbiamo mostrato al mondo come funziona il sistema giudiziario in Georgia”. La donna sostiene che la giudice abbia emesso sentenza basandosi sulla difesa del giocatore, che si è limitato a parlare per 10 minuti, e si sarebbe limitata a ripetere il suo discorso. “Avrebbe fatto prima ad ascoltarlo due anni fa e ritenerlo subito innocente...” ha ironizzato la Dorokashvili. Sceso pesantemente nel ranking ATP dopo la scadenza dei punti della finale a Indian Wells 2021, torna alle competizioni proprio oggi, quando sfiderà Daniil Medvedev a Vienna. Nel frattempo, da qualche parte in Georgia, qualcuno acquisterà i preservativi con la sua immagine, messi in vendita alla cifra simbolica di 35 centesimi ciascuno.