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US OPEN

Sarà lo Us Open più veloce di sempre

Gli ingegneri di Laykold hanno soddisfatto i desideri degli organizzatori: i campi dello Us Open sono più veloci rispetto all'anno scorso. Il Court Pace Rating è superiore a quello di tutti i Masters 1000, ma non sempre i dati di laboratorio corrispondono a quelli reali...

Riccardo Bisti
29 agosto 2020

C'erano buone ragioni per pensare a un rallentamento della superficie, invece l'autorevole voce di Novak Djokovic ha sentenziato il contrario: durante il Western & Southern Open, ha detto che i campi dello Us Open sono più rapidi di un 20-30% rispetto all'anno scorso. Novità importante, che potrebbe avere importanti ripercussioni tecniche. C'è una storia dietro a tutto questo: lo scorso marzo, in pieno lockdown, la USTA ha annunciato una partnership di cinque anni con Laykold, nuova superficie al posto dello storico Decoturf, fornitore dello Us Open sin dal 1978. I campi in Laykold sono prodotti da una società affiliata a Sport Group, principale azienda nel settore delle superficie sportive. Gli organizzatori avevano lanciato una gara diverso tempo fa, e sono stati convinti da Laykold per un paio di ragioni. In primis, perché la società produttrice (Advandced Polymer Technology, APT) cura l'intero processo nella realizzazione, senza affidarsi a fornitori e/o intermediari. In secundis, è in possesso della certificazione ISO 14001, garantendo una maggiore sostenibilità ambientale rispetto alla concorrenza.

Laykold è attiva da circa 75 anni ed è piuttosto nota nell'ambiente, anche se fino a oggi non aveva chissà quale portfolio. A parte il Miami Open (unico grande evento Laykold), fornisce il New York Open di febbraio e alcuni tornei Challenger. Va detto che la USTA l'aveva già testata in occasione di alcuni match di Fed Cup. A parte le questioni commerciali, era ipotizzabile pensare a un rallentamento rispetto al Decoturf. Lo facevano supporre alcuni parametri legati ai tornei di Miami e New York. Il primo, in particolare, aveva fatto registrare una rapidità complessiva inferiore rispetto allo Us Open. Tuttavia, Laykold è in grado di offrire vari tipi di superficie: basti pensare al New York Open, in cui c'è stato il maggior numero di ace in proporzione al numero di punti giocati (17%).

Il New York Open di febbraio, che si gioca su superficie Laykold, è il torneo ATP con il maggior numero di ace sul totale dei punti giocati.
La storica prima posa del Laykold sull'Arthur Ashe Stadium

Per la gioia dei bombardieri, hanno scelto di muoversi in questa direzione. Lo ha confermato Danny Zausner, direttore operativo USTA. A suo dire, già da qualche anno lo Us Open sta portando avanti un processo di velocizzazone della superficie. I nuovi campi hanno un Court Pace Rating di 43, dato da superficie medio-veloce. Ma c'è di più: è più rapida rispetto a tutti i nove Masters 1000, compresi quelli indoor e le ATP Finals. “Il nostro obiettivo è eliminare le variabili che possono determinare la velocità di una superficie – ha detto Zausner – e rendere il tutto più scientifico possibile”.

L'allusione è ai criteri che stabiliscono la rapidità di una superficie. Non tutti sanno che ce ne sono due, spesso confusi tra loro. Quello istituzionale è, appunto, il Court Pace Rating (CPR). Viene utilizzato dall'ITF e tiene in considerazione gli effetti dell'attrito tra palla e superficie, in particolare quanto cambia la velocità dopo il rimbalzo, l'altezza dello stesso e il tempo che intercorre prima dei rimbalzi successivi. Per essere effettuato, il test ha bisogno di un'apparecchiatura piuttosto complessa, definita Sestèe. Sulla base di calcoli piuttosto complessi, la velocità dei campi viene divisa in categorie.

Con un campo in Laykold, probabilmente la finale del 2010 non sarebbe durata quasi tre ore e mezza per quattro set, di cui soltanto uno "long"

Con il suo 43, il Laykold dello Us Open è da considerarsi molto veloce, giacché i campi con un parametro sopra al 45 sono praticamente in disuso, almeno nel circuito mondiale. Esiste poi il Court Pace Index (CPI), sistema del tutto indipendente, realizzato da Hawk Eye. Con il loro sistema di telecamere a triangolazione, oltre a verificare il punto d'impatto e a fornire statistiche di vario genere, possono calcolare la velocità del campo. Si tratta di test reali, effettuati durante il torneo, in condizioni di gioco, e non in laboratorio come il CPR. A fine torneo, viene stabilita una media. Il CPI viene calcolato con il seguente algoritmo: 100 (1-μ) +150 (0,81-e), in cui "μ" è il coefficiente di attrito, ed "e" il coefficiente di restituzione. I risultati non sono troppo diversi, ma è opportuno ricordare la differenza: il CPR viene testato in laboratorio, il CPI in campo, durante le partite reali. Significa che la classificazione CPR fornita dall'ITF non dà notizie sulla superficie effettivamente usata in torneo.

Esempio: se ideassimo un nuovo manto, potremmo inviarlo all'ITF per ottenere il CPR, ma poi utilizzare una serie di accorgimenti per renderlo più lento o più veloce. Lo sanno bene quelli di Laykold, che mettono a disposizione il loro Cushion Plus in tre categorie di velocità diverse: medio-lenta, media, medio-veloce. Eppure si tratta della stessa superficie. Gli organizzatori del Miami Open volevano un campo di media velocità: a quel punto, Laykold ha personalizzato la sua miscela dei prodotti per soddisfare la richiesta. Il risultato si ottiene cambiando gli strati sottostanti e il rivestimento, laddove ci sono particelle di sabbia che influiscono sulla velocità del rimbalzo. In sintesi, la stessa superficie può essere alterata in modo significativo, senza necessariamente rispettare il corrispondente CPR. In questo senso, i risultati forniti dal CPI sono certamente più utili, se non altro perché analizzano il campo effettivamente utilizzato. Gli organizzatori dello Us Open hanno scelto di velocizzare i campi, e sembra che ci siano riusciti. Con l'avvio dello Us Open avremo sempre più feedback, ma la strada sembra segnata. E non è necessariamente segnata dal Court Pace Rating.