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Thiem: "2024 ultima chance". Murray: "Tanti mollano, io no"

Campioni in crisi: Dominic Thiem si separa dal coach, tornerà a giocare i Challenger e ammette: “Il 2024 è la mia ultima possibilità. Se sarò ancora numero 100...”. Andy Murray ha perso otto delle ultime nove partite e litiga via Twitter con un giornalista: "Continuo a lottare".

Riccardo Bisti
31 gennaio 2024

È curioso che Dominic Thiem ed Andy Murray si siano espressi con toni così diversi, più o meno in contemporanea. Modi di agire che delineano la differenza di carattere tra due campioni, piombati in un declino forse irreversibile. In occasione di una conferenza stampa per presentare un nuovo sponsor (era insieme a Sebastian Ofner, nuovo numero 1 austriaco), Thiem ha parlato del presente e del futuro. Notizia numero 1: dopo l'Australian Open ha interrotto la collaborazione con Benjamin Ebrahimzadeh, il tecnico tedesco (di origine iraniana) con cui lavorava dallo scorso aprile, dopo la separazione con Nicolas Massu. Per adesso si sta allenando a casa, nelle località di Traiskirchen e Oberpullendorf, insieme a papà Wolfgang (allenatore a tempo pieno di Ofner). Ma si tratta di una soluzione temporanea: ha già trovato un nuovo allenatore, che annuncerà a breve.

“Non è austriaco e non aspettatevi un grande nome – dice Thiem – voglio qualcuno che mi conosca sin da giovane e sappia il mio percorso. La vedo come l'unica possibilità per ritrovarmi”. In effetti, la carriera dell'austriaco sembra andata a male dopo l'infortunio al polso che lo ha bloccato per nove mesi tra il 2021 e il 2022. Il problema fu curato maluccio e fu l'origine della separazione con il fisioterapista Alex Stober, al suo fianco negli anni d'oro. I due non se le mandarono a dire, ma da quando Thiem è rientrato (marzo 2022) non è stato nemmeno l'ombra del giocatore che fu. Fin troppo facile pensare che l'assenza di Stober (oggi al fianco di Casper Ruud) abbia un peso. “Vedo il 2024 come la mia ultima possibilità” ha sentenziato l'austriaco, 30 anni compiuti lo scorso settembre. Quando gli hanno chiesto chiarimenti, è stato fin brutale. E questa è la notizia numero 2: “Ormai sono rientrato da due anni. Ho chiuso il 2022 intorno al numero 100 e l'anno scorso al 98. Se rimarrò in questa posizione devo capire se varrà la pena andare avanti. Obiettivo? Vorrei tornare tra i top-50”. Triste, molto triste, per un ex numero 3, vincitore Slam (Us Open 2020) e finalista di altri tre Major.

«Ho chiuso il 2022 intorno al numero 100 e l'anno scorso al 98. Se rimarrò in questa posizione devo capire se varrà la pena andare avanti» 
Dominic Thiem 

Per risollevarsi ha scelto – ancora una volta – i tornei minori. Nel weekend sarà in Irlanda per giocare un match di Coppa Davis (necessario per garantirsi l'eleggibilità olimpica), poi parteciperà a un'esibizione a Oslo, salvo poi allenarsi per due-tre settimane. Niente tornei a febbraio e nemmeno la trasferta a Indian Wells e Miami. E pensare che cinque anni fa, in California, vinse un fantastico torneo. A marzo giocherà tre Challenger sulla terra: Szekesfehervar, Zara e Napoli. “Vorrei salire intorno al numero 60-70 prima di Monte-Carlo. A quel punto potrò pianificarmi meglio, perchè adesso ogni match è duro. Mi trovo in posizioni che non amo e questo mi mette a dura prova, perché accadono cose a cui non ero più abituato: per esempio, l'ansia di sapere se sarò ammesso agli ATP 250”. Il caso di Thiem è emblematico: ha trascorso ben 260 settimane tra i top-10 ATP, ma non è più stato in grado di avvicinare quei livelli. Dopo il suo rientro, la sua miglior classifica è stata la 72esima posizione raggiunta lo scorso 2 ottobre. Zero tornei vinti, con la sola finale persa a Kitzbuhel (raggiunta dopo una settimana faticosissima). “Non gioco per soldi – ha detto, in un impeto d'orgoglio – non do molto valore al denaro. Vorrei solo giocare come so, e come pretendo di fare”. C'è da credergli: con 30 milioni di dollari di soli montepremi e chissà quanti guadagnati grazie agli sponsor, non ha certo problemi economici.

Per uno come lui deve essere difficile traccheggiare nei tornei minori, con una percentuale di vittorie che raggiunge a stento il 50%: da quando è tornato nel tour, ha raccolto 52 vittorie e 51 sconfitte. Niente a che vedere con i numeri raccolti in una carriera che lo aveva reso – per un lungo periodo – la principale alternativa ai Big Three. Pochissimi giocatori sono stati in grado di batterli nei tornei importanti, nel pieno della loro forma: Thiem sì. Per questo è comprensibile la frustrazione quando le vittorie contro Nadal, Federer e Djokovic si trasformano in sconfitte contro Diallo, Medjedovic, Travaglia, Monteiro e Varillas, solo alcuni dei giocatori con cui ha perso nel 2023. Non è un momento facile nemmeno per Andy Murray, il cui inizio di stagione è ancora senza vittorie. Ha perso al primo turno in sei degli ultimi sette tornei e ha perso otto delle ultime nove partite. Con un articolo pubblicato sul sito della BBC, il giornalista Kheredine Idessane si è domandato quanto valga la pena andare avanti a queste condizioni. Non è particolarmente critico, anzi, riconosce allo scozzese il diritto di ritirarsi quando vuole (anche se ci sono alcuni errori: non è vero che non vince due partite di fila nel tour da febbraio 2023: gli è riuscito a Indian Wells e Toronto). Andy ha lasciato intendere che il 2024 potrebbe essere la sua ultima stagione nel tour, magari con l'idea di ritirarsi a Wimbledon 2025, a vent'anni dalla sua prima apparizione ai Championships.

Dominic Thiem giocherà la Davis in Irlanda, poi tornerà nel circuito con il Challenger di Szekesfehervar

La stizzita replica di Murray al giornalista che si domandava se valesse la pena andare avanti

Tuttavia, il giornalista si domanda se valga la pena andare avanti a suon di sconfitte. “Murray ha spesso paragonato la natura gladiatoria del tennis alla boxe. Ma quanti pugni può ancora permettersi prima di appendere al chiodo i guantoni di una carriera scintillante?” scrive Idessane. L'articolo ha fatto infuriare il diretto interessato, che ha replicato via Twitter. “Offuscare la mia eredità? Fammi un favore. Sono in un momento terribile, te lo concedo. Nella mia situazione, la maggior parte delle persone si arrenderebbero e smetterebbero. Ma io non sono la maggior parte delle persone e la mia mente funziona in modo diverso. Non mollerò. Continuerò a lottare e lavorare per produrre le prestazioni di cui so di essere capace”. Lo scozzese ha raccolto oltre 50.000 like, tra cui l'appoggio di Andy Roddick. Detto che Murray ha sei anni più di Thiem e ha avuto un infortunio ancora peggiore, il suo rientro è stato certamente migliore rispetto all'austriaco.

Ha vinto un titolo ATP ad appena nove mesi dall'operazione che gli ha inserito un'anca di metallo (Anversa 2019) e lo scorso agosto è risalito al n.36 ATP (oggi è 49), senza contare alcuni match epici. Ma ciò che emerge, da questo curioso parallelo, è il diverso carattere dei due. Se il benessere di Thiem – anche quello mentale – dipende dai risultati, Murray prova ancora gioia nel giocare a tennis. Adora lottare, soffrire, mettersi in gioco e scoprire i suoi limiti, anche se sono lontani dai picchi raggiunti qualche anno fa. Perdere contro Benoit Paire a Montpellier non lo ha demoralizzato, così come le tante batoste negli ultimi mesi e il senso di impotenza provato in Australia, durante il match contro Etcheverry. A Melbourne aveva detto che avrebbe riflettuto sul da farsi. A quanto pare, ha trovato le risposte dentro di sé: lo vedremo a Marsiglia, Doha e Dubai. Con l'entusiasmo di un ragazzino. Chissà chi dei due sarà meglio piazzato a fine 2024.