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Thiem verso l'addio. “Giocherà il suo ultimo torneo a Vienna”

Dominic Thiem avrebbe comunicato ai suoi sponsor l'intenzione di ritirarsi a fine anno. Effettuerà un tour d'addio laddove gli concederanno una wild card. “Se continuo a perdere, smetto. Se il lavoro non va bene bisogna cambiare” aveva detto poche settimane fa. Una carriera rovinata dall'infortunio al polso. 

Riccardo Bisti
8 maggio 2024

In un mondo in cui è fin troppo facile rimangiarsi le parole, la coerenza di Dominic Thiem è apprezzabile. Però c'è un doloroso mix tra tristezza e malinconia nell'assistere al percorso verso un epilogo che sembra inevitabile: il ritiro a fine stagione. L'austriaco ha speculato più volte sulla possibilità di ritirarsi se non si fosse risollevato nel 2024, ma fino a oggi i risultati lo hanno bocciato. E allora non sorprende più di tanto l'indiscrezione diffusa dal Salzburger Nachrichten: Domi avrebbe già pianificato il tour d'addio, che si concluderebbe a fine ottobre al torneo ATP di Vienna. L'informazione risulta ancora più credibile in virtù del silenzio del fratello-manager Moritz, che ha rifiutato di commentare. Strano, perché solitamente è abbastanza loquace. Per intenderci, soltanto dieci giorni fa aveva replicato all'autocandidatura di Gunther Bresnik, ex guru di Dominic, che si era auto-proposto per dargli una mano.

“Per me sarebbe più facile inserirmi nel team perché lo conosco bene – aveva detto – a parte i litigi del passato con la famiglia, sarebbe un bel compito”.
“Da parte nostra, è chiaro che non accadrà” aveva replicato Moritz.
E allora sembra tutto pianificato per l'addio. Il Salzburger Nachrichten rivela che Thiem avrebbe già comunicato la decisione ai partner e agli sponsor. Il suo programma prevede alcuni tornei che sono stati importanti per la sua carriera. Di certo sarà al Roland Garros (non dovesse entrare in tabellone, e non gli concedessero una wild card, giocherà le qualificazioni), poi spera di partecipare alle Olimpiadi e di sicuro sarà a Kitzbuhel. Dovrebbero essere esclusi i Challenger: non sono mai stati il suo obiettivo, anche se negli ultimi mesi sono arrivate soprattutto sconfitte. Per esempio, questa settimana non gioca a Mauthausen (a differenza dell'anno scorso). Più in generale, parteciperà a quei tornei disposti a concedergli una wild card. L'addio sarà a Vienna, laddove anni fa aveva messo fine alla carriera di Thomas Muster e dove si è imposto nel 2019.

«A gennaio anno avevo detto che, se non avessi raggiunto determinati obiettivi, sarebbe stato il mio ultimo anno. Non cambio idea» 
Dominic Thiem

La carriera dell'austriaco si è bloccata improvvisamente nell'estate 2021, con un infortunio al polso patito al torneo ATP di Maiorca. Da lì c'è stato un litigio con l'ex fisioterapista Alex Stober (a suo dire troppo frettoloso nel farlo riprendere ad allenare) e uno stop di nove mesi. Al rientro, non è mai più stato lo stesso. In due anni ha giocato 113 partite, con un modesto bilancio di 56 vittorie e 57 sconfitte. La finale a Kitzbuhel dello scorso anno è l'unico risultato degno di nota. Quest'anno ha iniziato a pensare all'addio. “Se finisco di nuovo intorno alla centesima posizione, come nel 2022 e nel 2023, deve pensare se ne vale la pena” aveva detto a gennaio, annunciando la separazione con coach Benjamin Ebrahimzadeh (che poche settimane dopo è stato ingaggiato da Stan Wawrinka). Si è affidato di nuovo a papà Wolfgang, sia pure con l'aiuto di Karlis Lejnieks (ex giocatore lèttone), ma i risultati non sono arrivati. In tutto il 2024 ha vinto una sola partita nel circuito ATP (all'Estoril), e il fisico non lo aiuta più.

A marzo ha raccontato di aver avvertito di nuovo un piccolo dolore al polso, dopodiché ha aggiunto di aver smesso di paragonarsi al giocatore di un tempo. “Se continuo a perdere, lascio. In qualsiasi lavoro devi sentirti a tuo agio, altrimenti è ora di cambiare”. Pochi giorni dopo è arrivata la brutta sconfitta nelle qualificazioni di Monte-Carlo, contro Roberto Bautista Agut. “Ci sono molti alti e bassi, sia nel gioco che con il polso – aveva detto – per andare avanti ci vogliono coraggio e una certa passione: tutte cose che ho avuto in tutta la mia carriera. Sono passati molti anni e adesso mi sto lentamente avvicinando al traguardo. Per questo sto cercando di tenerli il più alti possibile per trarre il meglio dalla situazione attuale”. Quando gli hanno chiesto cosa intenda per “traguardo” è stato fin brutale: “A gennaio avevo detto che, se non avessi raggiunto determinati obiettivi, sarebbe stato il mio ultimo anno. Non cambio idea. Vedremo come sarò a fine stagione, ma fino ad allora proverò a fare il meglio”.

Ex numero 3 ATP, Dominic Thiem è sceso in 117esima posizione

Tra i suoi obiettivi c'era quello di essere intorno al numero 60-70 ATP dopo Monte-Carlo. Niente da fare: è di nuovo uscito dai top-100 (oggi è 117) e non ha ottenuto l'ammissione al Roland Garros, laddove vanta due finali e altrettante semifinali. A Parigi ci sarà, ma – come detto – c'è il serio rischio che debba giocare le qualificazioni. “Non prevedo di effettuare cambi al mio team. Va bene così”. Ma come è stato possibile che un giocatore così forte abbia avuto un calo così netto da sembrare inspiegabile? Lui sostiene che tutto nasca dal polso, che peraltro gli dà fastidio ancora oggi. “Attualmente è infiammato e questo deriva dal mio infortunio, visto che si è strappato due volte. Questo mi ha causato molti danni. Le cose non sono più quelle di una volta. È amaro, ma lo devo accettare”. Da allora ha giocato a Monaco di Baviera (subito KO), poi ha perso nelle qualificazioni di Madrid. A quel punto ha scelto di rinunciare al Foro Italico, laddove nel 2017 aveva battuto Nadal (è uno dei pochi ad averlo superato a Roma) e volava in semifinale.

Ma erano altri tempi. Il retrogusto amaro di questa storia nasce dalla sua età: ha compiuto 30 anni lo scorso settembre e la sua carriera ad alti livelli è stata piuttosto breve, sia pure con 260 settimane tra i top-10. In altri tempi, mollare intorno ai 30 anni era la normalità. Oggi è diventata un'eccezione ed è un peccato che accada a un giocatore corretto e tutto sommato spettacolare. Le sue violente sbracciate, nei momenti d'oro, sono state molto tra i gesti più iconici del tennis. Potrà raccontare di aver vinto uno Slam, anche se lo Us Open 2020 è stato un torneo surreale, giocato a porte chiuse, e condizionato dalla squalifica di Novak Djokovic. A lui interessa poco, perché nell'albo d'oro certe cose non compaiono. Però, probabilmente, non è riuscito a superare Thomas Muster come miglior austriaco di tutti i tempi, sebbene abbia giocato più finali Slam di lui (quattro a una). Forse avrebbe potuto farcela se quel maledetto polso non lo avesse abbandonato ad appena 28 anni. Il resto è soprattutto malinconia.