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CURIOSITÀ

Mancano le palle! 

Clamoroso negli Stati Uniti: i negozi specializzati soffrono un'impressionante carenza di palle da tennis, e anche gli store online non hanno disponibilità. Motivo? La produzione è interamente spostata in Asia e le restrizioni da COVID hanno creato ritardi nella produzione e nei porti commerciali.

Riccardo Bisti
15 agosto 2021

Nella vita ci sono cose ben peggiori, ma per chi gioca a tennis è una delle esperienze più antipatiche. Volete farvi un'oretta, magari dopo una giornata di lavoro, con l'avversario di sempre? Oppure volete prepararvi per il prossimo torneo? Se adesso vi trovaste negli Stati Uniti, dovreste accontentarvi di palle vecchie e consumate. Già, perché negli scaffali dei negozi specializzati e negli store online c'è un'impressionante carenza di tubi. Per carità: la latitanza di cibo nei supermercati avrebbe ben altro impatto nella società, ma l'assenza di palle nuove è una bella scocciatura. A denunciare il fatto è stato Aaron Gordon, redattore del famoso sito internazionale Vice, appassionato e praticante del nostro sport. Voleva fare un'oretta con un suo amico, ma i due negozi più vicini a casa sua (facenti parte della catena Target) non ne avevano.

Ho chiesto a un dipendente se ne avessero qualcuna in magazzino e mi ha risposto di no: mi ha detto che le palle vanno a ruba non appena arrivano”. Il desiderio di giocare con palle nuove era troppo grande, così ha provato a fare un acquisto online. 24 tubi per togliersi il pensiero. Ma la brutta sorpresa era dietro l'angolo: quasi tutti i rivenditori online sono in arretrato con le consegne. Incuriosito dalla faccenda ha provato ad approfondire online, trovando decine di riscontri sui vari forum specializzati. In diverse zone degli Stati Uniti mancano palle da tennis. E allora ha chiesto conferma alle aziende. “Attualmente siamo nel bel mezzo di una carenza di palle da tennis” ha detto Nancy Zinn, rappresentante di Fromuth Racquet Sports, uno dei tanti distributori di attrezzatura negli Stati Uniti.

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Secondo il colosso Tennis Warehouse, la ragione della carenza è un mix tra i ritardi nella spedizione del materiale e i protocolli COVID negli impianti di produzione, che riducono la disponibilità e la produttività del personale.

Fino al 2009, Penn ha prodotto le sue palline a Phoenix. Poi hanno delocalizzato in Cina

La ragione sembrerebbe il ritardo delle consegne nei porti a causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia. Lo ammette Head Penn Racquet Sports, lo conferma il noto rivenditore online Tennis Express. Secondo il colosso Tennis Warehouse, la ragione della carenza è un mix tra i ritardi nella spedizione del materiale e i protocolli COVID negli impianti di produzione, che riducono la disponibilità e la produttività del personale. Da noi va molto forte il marchio Dunlop, mentre negli Stati Uniti i due attori principali sono Head (che tempo fa ha inglobato lo storico marchio Penn) e Wilson, che di recente è stata acquistata da un conglomerato cinese. In tempi di normalità, negli Stati Uniti vengono venduti circa 65 milioni di palline con il marchio Penn, circa i due terzi del totale. Il problema è che le palle vengono prodotte dall'altra parte del mondo: ironicamente, le palle Head vengono fabbricate in Cina e quelle Wilson in Thailandia.

Per arrivare negli Stati Uniti, dunque, le palline devono attraversare l'Oceano Pacifico e i ritardi sono dovuti ai problemi nella ricettività dei porti nella costa ovest americana, perché c'è un'importante carenza di personale. E non c'è la possibilità di ricorrere al fai da te, perché ormai 12 anni fa Head ha chiuso la fabbrica di palline Penn che si trovava a Phoenix, Arizona, peraltro causando il licenziamento di 143 lavoratori. Il problema delle palle da tennis è particolarmente sentito, anche perché soltanto due anni fa erano state oggetto di una vivace lotta tariffaria. La delocalizzazione delle fabbriche di palle da tennis ebbe una certa risonanza: si tratta di prodotti a basso prezzo, dunque con basso margine. Inoltre, gli appassionati non sarebbero molto fedeli a un marchio: se la palla A costa 50 centesimi in meno della palla B, la maggior parte dei praticanti acquisterà la palla A senza porsi troppe domande.

Wilson fornisce l'Open degli Stati Uniti, ma produce le sue palline in Thailandia

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Un filmato dell'ATP rivela il complesso processo di produzione delle palle da tennis

Da lì, la necessità di ridurre al minimo i costi di manodopera. Per questo, Head investì 25 milioni di dollari per aprire una fabbrica all'avanguardia in Cina, laddove vengono prodotti ogni anno 100 milioni di palline per il mercato globale (circa un terzo dell'intera produzione mondiale). Un paio d'anni fa, l'amministrazione Trump propose una tassa del 25% su alcuni prodotti d'importazione fabbricati in Cina che avrebbero potuto essere realizzati negli USA. Tra i prodotti incriminati c'erano vestiti, giocattoli, scarpe, telefoni cellulari e... palle da tennis.

L'obiettivo era favorire un ritorno della produzione negli Stati Uniti. Se l'operazione fosse entrata in vigore, Head avrebbe dovuto alzare i prezzi delle palle, con conseguente crollo delle vendite e obbligo di licenziamenti. Al'epoca se la cavarono, ma adesso la produzione estera di palle da tennis sta creando qualche difficoltà a chi ha voluto delocalizzare per ragioni economiche. Difficile capire quando il problema si risolverà: secondo il rappresentante di Tennis Warehouse, sarebbe previsto un rifornimento di palline a metà settembre, ma è comunque soggetta alle tempistiche dei produttori. Paradossalmente, il calo di domanda che generalmente si verifica a fine estate potrebbe dare un pizzico di respiro. Uno dei tanti paradossi prodotti dalla pandemia.