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IL CASO

“Sul caso Zverev il tennis non reagisce: perché?”

La nota commentatrice Mary Carillo spiega le ragioni che l'hanno spinta a disertare la Laver Cup: un profondo disagio nel lavorare a un evento che nascondeva le accuse di violenza privata ad Alexander Zverev. “Il mondo del tennis si è nascosto dietro a un divano. Un divano molto grande”

Riccardo Bisti
16 ottobre 2021

Mary Carillo non deve la sua popolarità a una buona carriera da tennista. È stata n.33 WTA in singolare, ed è nota per aver vinto un doppio misto al Roland Garros in coppia con John McEnroe. La sua carriera nel tennis, tuttavia, ha assunto una nuova dimensione dopo il ritiro: grazie alla sua collaborazione con NBC è diventata una delle commentatrici più note e apprezzate nel panorama americano e internazionale. Oggi ha 64 anni e può permettersi di prendere posizioni importanti. Qualche settimana fa avrebbe dovuto essere a Boston per commentare la Laver Cup, forse l'evento più patinato del tennis mondiale. Invece è rimasta a casa, guardando i cartoni animati con la sua nipotina. Come è stato possibile? “Certe cose sono più importanti del tennis” ha detto la Carillo in un'intervista con il Telegraph. A suo dire, il fatto che Alexander Zverev fosse il volto top dell'evento non le è piaciuto. Il motivo, ovviamente, sono le accuse di violenza domestica dell'ex fidanzata Olga Sharypova, talmente gravi da aver costretto l'ATP (solitamente poco reattiva in casi come questo) ad avviare un'indagine.

Va detto che Zverev ha sempre negato con veemenza ogni accusa. Anzi, in assenza di denuncia penale della ragazza, è stato lui a querelarla per diffamazione. Mary Carillo ha commentato diverse partite di Zverev da quando le accuse sono state rese pubbliche: a differenza di molti altri colleghi, si è spesso premurata di menzionare le accuse e le smentite del giocatore. Ma la Laver Cup è qualcosa di diverso, si tratta di un torneo a inviti in cui il diritto di critica è inevitabilmente sfumato. “Dentro di me, cresceva il disagio all'idea che le mie opinioni potessero essere ostacolate” ha detto la Carillo. Dopo aver discusso con gli organizzatori ha scelto di non andare, perché non voleva contribuire a quella che – a suo dire – sarebbe stata una sorta di “cancellazione di accuse molto gravi”. “Mi sono scambiata diverse mail con il produttore esecutivo, e ho chiesto loro come avrebbero affrontato la questione, visto che alcune delle accuse più gravi riguardano proprio la Laver Cup. Non avrebbero risposto direttamente, utilizzando un approccio più aziendale, allora ho lasciato perdere”. Un passaggio quasi storico, perché nessun cronista aveva mai saltato un evento per la presenza o meno di un giocatore. Il Telegraph sostiene che il resto dello sport sia rimasto a bocca chiusa di fronte a un gesto così simbolico.

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«Mi dà fastidio che a colazione ci siano chiacchierate interessanti, vivaci e piene d'opinioni: ma quando le stesse persone entrano in cabina di commento, la questione non viene sollevata» 
Mary Carillo

Alla Laver Cup, Alexander Zverev ha vinto il suo singolare contro John Isner

L'amarezza della Carillo parte proprio da qui: l'americana è molto delusa dal comportamento dei pezzi grossi. A suo dire, i grandi nomi mettono pochissima pressione ai poteri forti. Sostiene che Andy Murray sia un'eccezione: in effetti, il match di Indian Wells tra Zverev e lo scozzese è stato abbastanza teso, con una stretta di mano non troppo cordiale. In realtà, il progetto PTPA guidato da Novak Djokovic è un coraggioso tentativo di mettersi contro l'establishment, ma secondo la Carillo c'è troppa indifferenza sulla tematica degli abusi. “Davvero non capisco. I giocatori hanno potere, influenza, un megafono. E vogliamo parlare delle donne? Le accuse riguardano una giovane donna che era una tennista di buon livello, e nessuno vuole davvero sapere cosa sia successo? Non sono curiose?”. La Carillo ha interrotto molto presto l'attività di giocatrice a causa di un infortunio, ma il suo legame con lo spogliatoio e con i giocatori è rimasto abbastanza saldo nel corso degli anni. Sfruttando le sue capacità, spesso ha ottenuto notizie e indiscrezioni di prima mano. Questa storia, tuttavia, non le va giù. “Mi sembra che il mio sport si stia nascondendo dietro un divano molto grande.

Mi verrebbe da chiedere perché si nascondono e dire loro di alzare la testa, o almeno alzare la mano in segno di solidarietà. Mi sembra un divano molto grande”. Nell'ambiente americano, sono stati pochissimi a raccontare pubblicamente le accuse della Sharypova: oltre alla Carillo, soltanto Darren Cahill e Jim Courier ne hanno fatto menzione. “È una situazione molto frustrante – continua – qualcuno dice che non se ne occupa, altri sostengono che la faccenda interessi molto di più a me. Mi dà fastidio che a colazione ci siano chiacchierate interessanti, vivaci e piene d'opinioni: ma quando le stesse persone entrano in cabina di commento, la questione non viene sollevata. Le chiacchiere informali mi sembrano molto più oneste”. Quello della Carillo è un attacco a tutto campo verso i media in generale, non solo verso i cronisti. Se è vero che i commentatori non hanno dato troppo risalto alla questione, anche le reti televisive hanno fatto poco affinché se ne parlasse. “Credo sia la ragione per cui tanti colleghi non si sentono obbligati a reagire. La storia rimane lì. Le emittenti sono complici di questo silenzio”.

Da giocatrice, Mary Carillo ha vinto il doppio misto al Roland Garros insieme a John McEnroe

Mary Carillo è una delle commentatrici più apprezzate nel panorama americano

In realtà, Mary non aveva intenzione di parlare pubblicamente di questa storia a Boston, né tantomeno di creare scandali. Ritiene di non essere così influente, ma ha scelto di fare questo gesto in solidarietà alla Sharypova e a chi (il giornalista Ben Rothenberg) aveva reso pubblica la storia. “Non credo che la mia scelta sia servita a molto. Alla fine ho perso un lavoro, quindi sono stata abbastanza stupida – dice con un sorriso – tanti appassionati fanno ancora il tifo per Zverev, quindi il numero di persone che è a conoscenza di questa storia è chiaramente esiguo rispetto a quelli che seguono il tennis”. È opportuno ricordare che si tratta di accuse, supportate da una serie di indizi (gli screenshot di diversi messaggi e un graffio con cui Zverev ha giocato a Shanghai), ma nessuna prova davvero decisiva. E difficilmente queste saranno mai cercate e/o trovate. Il comportamento di Zverev è stato tutto sommato coerente: ha sempre negato le accuse, ha assunto qualcuno che gestisse la comunicazione sulla storia e ha cercato – legittimamente – di evitare che se ne parlasse troppo. Ha detto di aver accolto con favore l'indagine dell'ATP, sostenendo che si tratta di un'occasione per ripulire completamente il suo nome.

Io vorrei che ci fosse trasparenza – conclude la Carillo – l'ATP non ha fatto niente per un anno e adesso conduce un'indagine interna, che posso immaginare senza particolare competenza. Non mi stupisce che Zverev l'abbia accolta con favore, non sembra affatto nervoso”. La presa di posizione le è costata qualcosa in termini di amicizie e di lavoro. “Se è così è soltanto colpa mia. Il fatto che l'ATP abbia rilasciato un comunicato dovrebbe invitare le persone a parlarne di più, ma a meno che non esca qualcosa di concreto, credo che tutto finità con un nulla di fatto”. Le hanno chiesto come si comporterà se dovesse commentare di nuovo un match di Zverev. “Nulla di diverso rispetto a quanto fatto nell'ultimo anno”. C'è da credere che succederà, visto che il tedesco è sempre più nell'elite del tennis e sembra pronto a un ultimo salto di qualità, anche se ha fallito la semifinale a Indian Wells, cedendo nei quarti a Taylor Fritz (4-6 6-4 7-6) dopo aver avuto due matchpoint. Sarebbe stato l'ennesimo risultato di rilievo di una stagione che lo ha visto vincere l'oro olimpico e due Masters 1000 (Madrid e Cincinnati), oltre a tanti piazzamenti di rilievo che parlano di 47 vittorie e 13 sconfitte. I risultati fanno rumore, ed è giusto che sia così. Chi chiede chiarezza su questa storia, tuttavia, vorrebbe che ci fosse la stessa risonanza anche per le accuse della Sharypova.