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I record più difficili da battere per Jannik Sinner

Dai 14 Roland Garros vinti da Nadal alle 10 finali Slam consecutive di Federer, passando per le oltre 400 settimane in vetta al ranking di Djokovic. Buona parte dei primati nel tennis maschile sono stati stabiliti dai ‘Big Three’, ma sono davvero impossibili da battere? Alle future generazioni – Jannik Sinner in primis – l’arduo compito di scoprirlo.

Antonio Sepe
30 aprile 2024

Nel mondo del tennis, un’altra era come quella segnata da Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic probabilmente non si verificherà per molto tempo. I cosiddetti ‘big three’ hanno infatti riscritto la storia di questo sport, stabilendo alcuni primati destinati a durare nel tempo e arrivando a normalizzare ciò che sembrava impossibile. Basti pensare al numero degli Slam vinti, con i 14 di Pete Sampras che sembravano quasi irraggiungibili; non solo tutti e tre l’hanno superato, ma anche di molto, arrivando rispettivamente a 20, 22 e 24. Al di là di questi numeri, e della loro longevità, ciò che fa davvero impressione sono certi record battuti, che le future generazioni verosimilmente potranno soltanto sognarsi di strappare loro un giorno. Ma quali sono questi primati apparentemente imbattibili e, soprattutto, quanti ne riuscirà a battere Jannik Sinner?

Parecchi record firmati dai Big Three appartengono a Roger Federer e risalgono all’inizio di questo secolo, quando lo svizzero ha regnato incontrastato sul circuito Atp per almeno un lustro. Ad esempio, il campione di Basilea è l’unico ad aver vinto due prove delle Slam per cinque volte di fila (Wimbledon 2003-2007 e US Open 2004-2008). In questo arco di tempo, ha inoltre stabilito il record per numero di finali Slam raggiunte consecutivamente (10, da Wimbledon 2004 a US Open 2007), mentre dal 2003 al 2005 ha vinto la bellezza di 24 finali consecutive (striscia iniziata a Vienna, ottobre 2003, e terminata alle Atp Finals – ai tempi Tennis Masters Cup – del dicembre 2005).

Numeri pazzeschi, che si sono rivelati però una sorta di antipasto per Rafa Nadal e Novak Djokovic, i quali nel decennio seguente hanno fatto altrettanto bene, scrivendo indelebilmente il proprio nome negli annali del tennis. Per quanto riguarda lo spagnolo, la maggior parte dei primati sono legati alla sua amata terra rossa, dove è stato il dominatore per larghi tratti della sua carriera (per non dire tutta). Il record per eccellenza è arci-noto ed è, con ogni probabilità, uno di quelli destinati a durare per secoli: i 14 Roland Garros vinti. Non sono male neppure le 912 settimane consecutive in top 10 (dal 25 aprile 2005 al 19 marzo 2023, neanche a dirlo primatista) o la prima posizione del ranking raggiunta nel corso di tre decenni diversi (2000-2009, 2010-2019, 2020-2029, unico a farcela). Inoltre, se Federer vanta una striscia di 65 vittorie consecutive sull’erba (Halle 2003-Wimbledon 2008), Nadal ne ha ottenute 81 di fila sulla terra battuta (Monte-Carlo 2005-Amburgo 2007).

È lunghissima anche la lista dei record battuti da Djokovic, che oltre al record assoluto di Slam (24), è l'unico giocatore ad aver vinto tutti e 9 i tornei Masters 1000 (peraltro due volte). Anzi, l’unico che ha vinto “solo” due volte – in tutti gli altri vanta almeno tre affermazioni – è Monte-Carlo e questo aumenta il rammarico di Sinner, che senza quell’errore della giudice di sedia contro Tsitsipas verosimilmente sarebbe già a quota uno. Il serbo ha inoltre monopolizzato la vetta del ranking, occupandola per ben 423 settimane – and counting – (record all time), e chiudendo la stagione da numero uno per ben 8 anni. Un altro record che difficilmente qualcuno riuscirà a togliergli? Il clamoroso 41-0 con cui ha iniziato il 2011, subendo la prima sconfitta addirittura a giugno, nella semifinale del Roland Garros contro Federer, solo dopo aver vinto tutti e sette i tornei disputati fino a quel momento.

Insomma, per Sinner non sarà affatto facile spodestare tre mostri sacri, ma allo stesso tempo non sarà impossibile. Va da sé che un aspetto cruciale sarà la salute, stare bene fisicamente, che vuol dire anche adattarsi a un tennis in costante evoluzione, che spinge i giocatori a lavorare su ogni singolo dettaglio. L’impressione, però, è che non dipenderà esclusivamente da Jannik ma anche dagli avversari che incontrerà nel corso della sua carriera. Riuscirà Carlos Alcaraz a tenergli testa oppure il gap che si è creato tra i due negli ultimi mesi è destinato ad ampliarsi ulteriormente? Tra i vari Mensik, Fonseca, Prizmic o anche lo stesso Rune c’è qualcuno che sarà in grado di contrastare Sinner, magari dando vita ad una rivalità duratura nel tempo? Tutte domande alle quali ancora non c’è una risposta.

Occhio però a dare per scontato che l’assenza di rivali all’altezza sia necessariamente un fattore positivo. Analizzando la carriera di Roger Federer, ad esempio, sicuramente il dominio tra il 2003 e il 2008 è stato agevolato dalla sua manifesta superiorità, ma allo stesso tempo l’arrivo di Nadal prima e Djokovic poi l’hanno spinto a migliorarsi, a cercare un modo per batterli e quindi a perfezionare il suo tennis. Non c’è dubbio che gli abbiano tolto qualche titolo, ma hanno avuto anche una funzione di stimolo che, in caso contrario, magari non avrebbe spinto lo svizzero a giocare (e vincere) fino ai 37-38 anni. Non va dimenticato, infatti, che tra un Sampras che si è ritirato a 30 anni e un Agassi che l’ha fatto a 36, l’eccezione era il secondo.

Pur avendo solo 22 anni, intanto, c’è già un record che Sinner non potrà battere: gli 0 ritiri di Roger Federer, che in tutta la sua carriera non ha mai alzato bandiera bianca a partita in corso. Poco male visto che, sulle orme del tennista svizzero, Jannik spera di avere il suo stesso successo nel ‘Fans Favorite Award’, il premio che gli appassionati di tennis assegnano al proprio giocatore preferito e che Federer ha vinto ben 19 volte consecutive. Jannik ha conquistato il primo nel 2023 – strappandolo, anche un po’ a sorpresa, a Carlos Alcaraz – e l’augurio è che il suo nome continui a comparire in questa speciale classifica anche nei prossimi anni. Per quanto riguarda gli altri record, invece, è oggettivamente presto per sbilanciarsi sul fatto che riesca a batterli o meno visto che la carriera di Sinner è appena iniziata e ci sono troppi fattori potenzialmente determinanti, alcuni anche indipendenti dal giocatore. Non si può negare che le premesse perché il classe 2001 sia uno dei giocatori più vincenti dei prossimi 10-15 anni ci siano tutte: da qui a togliere certi primati a tre mostri sacri come Roger, Rafa e Nole, però, ce ne passa.