The Club: Bola Padel Roma
CURIOSITÀ

Vocabolario del tennis: Bagel

Nella cucina polacca ed ebraica sono deliziose focaccine con un cerchio in mezzo. Nel tennis, è la peggior umiliazione che si può subire, come ricorda anche un... Champion. In Italia la chiamiamo cappotto e nasconde una bella storia.
Lorenzo Cazzaniga
16 novembre 2020

Bagel (Yiddish: ìbeygl; Polish: bajgiel)

Per milioni di americani, i bagel sono deliziose focaccine fatte di pasta lievitata tipiche della cucina polacca ed ebraica. La forma è quella di un grosso anello, un cerchio che, ça va sans dire, ricorda lo zero. Per questo, negli States si usa questo termine per indicare il punteggio tennistico più severo, il sei-zero. Anche altri paesi usano una terminologia che ricorda la forma dello zero. Per i francesi, il sei-zero è la roue de bicyclette, la ruota della bicicletta. Il doppio sei-zero, double roue de bicyclette, mentre una eventuale terza ruota di bicicletta diverrebbe un tricycle (simpatica anche l’espressione adottata quando un giocatore viene sconfitto con una doppia ruota di bicicletta: «il a quittè le tournoi en velo», ha lasciato il torneo in bicicletta). La Francia è protagonista di un altro modo di indicare una vittoria schiacciante: si tratta di una locuzione provenzale datata 1642, faire capot, a sua volta figlia del verbo francese capoter, cioè rovesciarsi, la quale ha influito anche sulla parola tedesca utilizzata con lo stesso significato, seppur con meno dolcezza: kaputt, cioè rovinato, finito, annientato. 

L’Italia non fa eccezione: da capoter nasce il nostro cappotto, termine accettato nel 1797 in un dizionario redatto da Francesco Alberti di Villanova e la cui definizione si riferiva alla piena vittoria di un gioco, senza che l’avversario avesse riportato alcun punto a suo favore. Tuttavia, l’origine resta incerta, perché altre fonti fanno riferimento al linguaggio della pratica venatoria o ittica: in tal senso, con cappotto si intende un’esperienza conclusa senza conquiste e dove al protagonista non resta che avvinghiarsi proprio a questo pesante capo d’abbigliamento indossato durante la caccia. Altri studi collegano questo significato all’ironia rivolta verso l’avversario sconfitto, cui metaforicamente è offerto un cappotto per difendersi dalla disfatta.
Wimbledon 2012: il Golden Set raccolto da Yaroslava Shvedova contro la nostra Sara Errani

Nel tennis, ci sono stati casi celebri di cappotto, intesto come doppio 6-0. Il più celebre resta quello inflitto da Steffi Graf a Natasha Zvereva nella finale di Roland Garros 1988. La futura signora Agassi, che in quella stagione completò il Golden Slam vincendo i quattro Major e l’oro olimpico, vinse quella partita in soli 32 minuti, perdend0 la miseria di 13 punti e con l’interruzione per pioggia che durò più dell’intero match). Tra gli uomini, imprese del genere nei tornei dello Slam sono complicate dalla regola dei tre set su cinque. Infatti, in 52 anni di Era Open è accaduto solo in cinque occasioni:

1968 Roland Garros, Nikola Spear b. Daniel Contet
1987 Roland Garros, Karel Novacek b. Eduardo Bengoechea
1987 Wimbledon, Stefan Edberg b Stefan Eriksson
1987 US Open, Ivan Lendl b. Barry Moir.
1993 Roland Garros, Sergi Bruguera b. Thierry Champion
Lendl e Bruguera hanno anche vinto il rispettivo titolo Slam.

Quest’ultimo caso è piuttosto straordinario perché Champion lo è stato più nel nome che nei fatti, ma comunque è giocatore che nel 1991 ha raggiunto la sua miglior classifica al numero 44 ATP e raggiunto i quarti di finale a Parigi e Wimbledon, rispettivamente nel 1990 e 1991. I casi di triple bagel si moltiplicano fino a raggiungere quota 17 se si tiene conto dei round preliminari di Coppa Davis dove però succede che piccole nazioni, poco evolute tennisticamente, finiscano con schierare giocatori che non possono nemmeno lontanamente definirsi dei professionisti.

Thierry Champion e il triplice 6-0 incassato da Sergi Bruguera al Roland Garros 1993

Jimmy Connors è il giocatore che ha inflitto il maggior numero di bagel in carriera con 197, mentre Andre Agassi comanda il ranking relativo ai soli tornei dello Slam con 50. Andando indietro fino agli anni 20, Big Bill Tilden ha inflitto in ben 11 occasioni un triple bagel. Un’impresa ancora più difficile è comunque realizzare un golden set, cioè vincere un parziale senza cedere un punto e conquistando i 24 scambi necessari. Protagonista, per una volta in negativo, la nostra Sara Errani che ha subìto questa umiliazione da Yaroslava Shvedova proprio nel sacro tempio del gioco, il torneo di Wimbledon, anno 2012. In campo maschile si ricorda lo statunitense Bill Scanlon realizzare la stessa performance a Delray Beach nel 1983, contro il brasiliano Marcos Hocevar.

Da questa espressione, bagel, ne sono nate altre curiose, in particolare quando si sfiora il double bagel e si chiude il match con lo score di 6-0 6-1. In questo caso si parla di bagel with sauce, dove la salsa è la magra consolazione, oppure di bagel and breadstick, quel filoncino lungo e stretto di pane che, appunto, ricorda il numero uno, a indicare l’unico gioco conquistato.

Lo scorso anno, il carneade Artem Bahmet ha giocato nelle qualificazioni di un torneo ITF e non ha raccolto un singolo punto. Osservando il match si capisce perché...