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WIMBLEDON

Dark Horses all'arrembaggio

Wimbledon 2022 non assegnerà punti ATP. Per questo potrebbe esserci ancora più spazio per le sorprese, i Dark Horses che solitamente creano scompiglio nella prima settimana. E talvolta riescono a spingersi molto avanti. Chi sono gli indiziati a far saltare il banco in questa edizione?

Lorenzo Limardi
25 giugno 2022

Il “Cambridge Dictionary”, versione UK, definisce così un Dark Horse: “Qualcuno che ha un’abilità sorprendente”, mentre nella versione americana la traduzione diventa: “Un cavallo o un politico che vincono una corsa o una competizione sebbene nessuno lo avesse previsto”. Sportivamente parlando, è dunque più congeniale il secondo utilizzo. Il discorso legato ai Dark Horses trova la sua massima espressione tennistica proprio in riferimento allo Slam londinese, smodatamente insidioso per i migliori al mondo, essendo in grado di presentare imboscate sin dai primi turni. Complici l’esiguo tempo speso sui campi in erba rispetto alle altre superfici e la trasformazione del tennis dal “serve and volley” al “gioco attaccato ai cartelloni pubblicitari”, non di rado Wimbledon è stato teatro di clamorose eliminazioni dei top del seeding a scapito di tennisti lontani dalle posizioni che contano, spesso veri e propri carneadi.

Big servers, giocatori di volo, e in generale coloro che ricercano tagli e traiettorie più adatti ai campi verdi, possono diventare un incubo per tanti favoriti. Lo sanno bene persino Federer, Djokovic e Nadal, che questo tormento lo hanno vissuto più di una volta, con giocatori che forse non avevano neanche mai visto giocare. Un buon esempio è la sconfitta di Rafael Nadal contro Lukas Rosol nel 2012, o - più lontano nel tempo - quelle di Pete Sampras contro George Bastl o di Andre Agassi contro Doug Flach. Ma ce ne sarebbero molti altri. In un’edizione monca del Re (Roger Federer), dei primi due giocatori del mondo (Daniil Medvedev e Alexander Zverev), e di veri erbivori tra i nomi più famosi, il discorso sorprese ha ancora più senso di esistere. Ecco una breve carrellata dei potenzali Dark Horses di questo Wimbledon al maschile, considerando solo gli esclusi dalle teste di serie, quelle mine vaganti insomma, cui i migliori al mondo prima del sorteggio avranno rivolto più o meno questo pensiero: "Per favore, non lui.”

«Vincere il torneo? Sarà incredibilmente difficile, ma credo di avere ancora dell’ottimo tennis da esprimere» 
Andy Murray
PLAY IT BOX

Nel 1996, Andre Agassi fu clamorosamente eliminato dal doppista Doug Flach

JACK DRAPER
Sconosciuto ai più, Draper può essere considerato il secondo Dark Horse di casa. Dalla sua un ottimo servizio mancino, un buon feeling con la superficie, e massima fiducia guadagnata prima con tante vittorie Challenger e, recentemente, ai tornei di preparazione, nei quali ha sconfitto giocatori ben più quotati (almeno attenendosi al ranking), come Fritz e Schwartzman. Doveroso ricordare come Draper sia stato l’unico, oltre a Berrettini in finale, a togliere un set a Djokovic nella precedente edizione, dimostrando di poter trarre carica positiva dal Centrale di Wimbledon più che emozioni negative. Ha anche avuto un discreto sorteggio: sul suo cammino il qualificato Bergs e, rispettando le gerarchie, De Minaur e poi Schwartzman. L’occasione è ghiotta.

MAXIME CRESSY
Francese naturalizzato statunitense, probabilmente ibernato trenta anni fa e sghiacciato negli ultimi, un essere quasi mitologico in grado di adottare un sistematico “serve and volley” anche su campi in terra rossa! L’erba londinese potrà diventare il suo habitat naturale, unica pecca potrebbe essere la disabitudine a certi palcoscenici. Intanto è arrivato in finale a Eastbourne, con scalpi di un certo valore già affissi alle pareti di casa. Sorteggio amaro per lui che trova Auger-Aliassime, ma siamo sicuri che non sia stato più sfortunato il canadese? Attento Felix, che dopo il primo turno di Wimbledon, potresti non essere più così... Felix.

ASICS

Maxime Cressy adotta sistematicamente il serve and volley, strategia perfetta per l'erba

La vittoria di Kyrgios su Nadal a Wimbledon 2014 è l'emblema di quanto possano essere pericolosi i Dark Horses

ANDY MURRAY
Un due volte vincitore (tre considerando la finale olimpica giocata sul prato di casa) come Dark Horse? La storia recente ci obbliga a considerarlo così. Per la prima volta dal 2017, infatti, Andy Murray parteciperà a Wimbledon senza la concessione di una wild card e come giocatore top 50. Dalla sua la tenacia, la bravura tecnica e tattica, la capacità di giocare ogni partita come fosse l’ultima della vita. Immaginiamo quanto sia pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo sull'adorato Centre Court. Quando gli hanno chiesto un'opinione sull'eventuale chance di farcela, ha detto: “Sarà una cosa incredibilmente difficile, ma credo di avere ancora dell’ottimo tennis da esprimere”. Crea preoccupazione il suo stato fisico: dopo aver perso in tre set la finale di Stoccarda con Berrettini, ha saltato il torneo del Queen’s per un problema agli addominali. Sperando di vederlo al 100%, il sorteggio gli ha messo contro l’australiano Duckworth al primo turno, poi probabili scontri con Isner e Sinner. Per vederlo trionfare servirebbe una congiunzione astrale più rara della Cometa di Halley, ma tutti, britannici e non, verserebbero di buon grado lacrime di commozione insieme a lui.

NICK KYRGIOS
Dulcis in fundo, quel cavallo pazzo australiano che risponde al nome di Nick Kyrgios. Lui sì che è il Dark Horse per eccellenza. Uno capace di non farti vedere la palla in risposta per interi set, o di sorprenderti (e probabilmente a volte anche innervosirti) con colpi al limite dell’irrisione. Il pubblico gli sarà fedele alleato, ma il punto interrogativo principale resta la continuità in un match al meglio dei cinque set, e soprattutto in un torneo che dura due settimane: a ben vedere, solo una volta ha raggiunto i quarti sull’erba di Wimbledon. Inoltre, anche lui come Murray è reduce da un ritiro per problemi addominali. Nonostante i punti sfavorevoli, Kyrgios non testa di serie è come un fantasma di cui senti la presenza senza vederlo, semplicemente ne sei terrorizzato. La testa di serie più alta e vicina a lui in tabellone è Stefanos Tsitsipas. Siamo sicuri che Apostolos stia già provvedendo al Woodoo.

Wimbledon sta per iniziare, e siamo sicuri che alla fine della prima settimana i Dark Horses avranno già mangiato parecchi fili d’erba sotto i piedi dei più forti. Come dice l’omonima canzone: “Sei pronto alla tempesta perfetta”?