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L'OPINIONE

Su Sinner hanno sbagliato tutti

Le violente critiche alla scelta (legittima) di Jannik Sinner di saltare le Olimpiadi sono frutto di un pensiero anacronistico, ma ancora dominante. A Tokyo mancheranno 22 top-50 ATP, ma Sinner è stato l'unico ad essere crocifisso. Però ha sbagliato anche lui: le tempistiche sono infelici, e (per ora) è l'unico ad annunciare il forfait a liste già compilate.

Riccardo Bisti
4 luglio 2021

Rafael Nadal, Dominic Thiem, Roberto Bautista Agut, Denis Shapovalov, Casper Ruud, Cristian Garin, Grigor Dimitrov, Reilly Opelka, John Isner, Cameron Norrie, Albert Ramos Vinolas, Taylor Fritz, Adrian Mannarino, Dusan Lajovic, Filip Krajinovic, Federico Delbonis, Sebastian Korda. A loro si aggiungono Milos Raonic, Stan Wawrinka e Borna Coric per ragioni fisiche, più Benoit Paire (estromesso per ragioni disciplinari). È la lista dei top-50 ATP che non parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo. Nomi medi, grandi, in certi casi grandissimi. Hanno annunciato il forfait olimpico in tempi e modi diversi, senza che nessuno si scandalizzasse. Sabato mattina, poco prima che Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego scendessero in campo per i loro match a Wimbledon, l'Italia ha appreso che Jannik Sinner non andrà in Giappone. Ecco le parole dell'altoatesino, affidate ai suoi profili social: “Non è stata una decisione facile da prendere ma ho deciso di non partecipare ai Giochi Olimpici quest'anno. Rappresentare il mio paese è un privilegio ed un onore e spero di poterlo fare per tanti anni. La decisione è stata dettata dal fatto che non ho giocato il mio miglior tennis durante gli ultimi tornei e devo concentrare sulla mia crescità.

Ho bisogno di questo tempo per lavorare sul mio gioco, il mio obbiettivo è diventare un miglior giocatore in campo e fuori. Sono pronto a mettermi ancora di più in gioco con l’obbiettivo di migliorare. Sono sincero con voi e spero che potrete capire il mio ragionamento dietro a questa decisione. Sento che questa sia la scelta migliore per il mio futuro”. Si può essere d'accordo o meno (e ci torneremo), ma chi conosce le derive del nostro Paese sapeva che si sarebbero accese mille discussioni, tirando in ballo presunti valori che avrebbero dovuto restare nel cassetto. Sinner è stato travolto da una baraonda di critiche, compresa quella di chi – almeno fino a qualche mese fa – avrebbe avuto il compito di stare dalla parte dei giocatori: Corrado Barazzutti, ex capitano di Coppa Davis. I fatti: con il forfait di Sinner, al torneo olimpico mancheranno ben 22 top-50 ATP (tra cui 3 top-10). Sarà un tabellone inferiore a quello di un qualsiasi Masters 1000, alla stregua di un ottimo ATP 500 (Dubai o Basilea, per intenderci). Quali sono le ragioni di cotanto disinteresse? Intanto, le Olimpiadi non sono mai state il fulcro del calendario tennistico. Per tanti sport, i Giochi sono l'apice. Per il tennis, semplicemente, no.

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Sinner aveva tutto il diritto di saltare le Olimpiadi, e merita di essere lasciato in pace. Ma c'è un punto su cui ha sbagliato e merita qualche critica: le tempistiche.
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L'annuncio di Jannik Sinner: "Ho deciso di non partecipare ai Giochi Olimpici"

I più giovani ricordano solo le ultime tre edizioni, in cui – effettivamente – il valore del torneo olimpico non è stato in linea con la storia. A Pechino 2008, in pieno duopolio Nadal-Federer, c'era in palio il numero 1 ATP. Londra 2012 si è giocato nell'incredibile contesto di Wimbledon e nessuno voleva mancare. Rio de Janeiro 2016 è ricordato per le disperate lacrime di Novak Djokovic che hanno nobilitato il torneo, quasi più della cavalcata di Del Potro e del secondo oro di Murray. Ma prima non era così, e Tokyo 2020 (o 2021, come preferite) segna un deciso ritorno al passato. Inoltre si giocherà in un contesto molto complicato. In tema COVID, il Giappone non ha numeri tragici (oggi si sono registrati 18 decessi, e attualmente ci sono poco più di 17.000 positivi), ma la società giapponese non sta vivendo con serenità l'imminente appuntamento. Una buona fetta della popolazione rimane contraria allo svolgimento dei Giochi. Gli atleti dovranno restare nella bolla del Villaggio Olimpico, laddove stazioneranno circa 10.000 persone, provenienti da 200 Paesi. Non esattamente una prospettiva invitante, soprattutto per i tennisti, costretti a limitazioni di vario genere su scala settimanale, da quasi un anno. Inoltre il torneo olimpico non offre punti per la classifica mondiale. Ne ha distribuiti tra il 2004 e il 2012, poi (in un contesto di dispetti e dispettucci tra organi di governo) si è ripreso a giocare solo per la gloria. E non c'è dubbio che l'assenza di punti ATP-WTA, uniti alla collocazione in calendario (subito prima dei tornei sul cemento americano), sia un ulteriore incentivo a lasciar perdere.

Tanti giocatori lo hanno fatto e nessuno di loro è stato travolto da orde di retorica, talvolta sfociate in offese: ridicolo, piccolo uomo, burattino sono solo alcuni degli epiteti letti in calce ai post di Sinner. A criticare Sinner è poi arrivato Corrado Barazzutti, uno che usa i social con parsimonia. Sabato pomeriggio, l'ex capitano azzurro ha interrotto il silenzio per scrivere: “Fa impressione vedere Djokovic 34 anni entusiasta di partecipare alle Olimpiadi. Dispiace vedere Jannik Sinner 20 anni mortificare la piu alta competizione mondiale come valori. Alla quale nessun atleta senza probemi fisici rinuncerebbe per niente al mondo. Soprattutto alla prima partecipazione. Sinner ha già rinunciato due volte alla Coppa Davis. Evidentemente se non si crede in certi valori se non valgono certi principi tutto sommato meglio stare a casa. Peccato per Jannik mai fu fatta scelta piu sbagliata. Peccato per Musetti. Le iscrizioni sono chiuse e non potrà sostituirlo”. Barazzutti non ha più incarichi (e c'è da credere che il distacco non sia stato indolore: ancora oggi non è chiarissima la transizione tra lui e Filippo Volandri), dunque può esprimersi con un maggiore grado di libertà, ma certe affermazioni ("mortificare la più alta competizione al mondo come valori” ) non brillano per eleganza. Se un ragazzo di 19 anni non partecipa alle Olimpiadi, le mortifica? Significa che alla cerimonia inaugurale ci saranno volti scuri perché manca Sinner? E poi “nessun atleta senza probemi fisici rinuncerebbe per niente al mondo. Soprattutto alla prima partecipazione”. Frase smentita dai fatti: 17 degli attuali top-50 hanno rinunciato ai Giochi. Per scelta. E per diversi di loro sarebbe stata la prima partecipazione.

Jannik Sinner viene da due sconfitte consecutive al primo turno: al Queen's contro Draper e a Wimbledon contro Fucsovics

La reazione di Corrado Barazzutti alla scelta di Sinner

Quanto alle rinunce di Sinner a giocare in Davis, probabilmente allude alle Finals del 2019 e al match contro la Corea del Sud del 2020. Sarebbe opportuno che Barazzutti chiarisse modalità e circostanze dei rifiuti, evitando di citarli senza nemmeno contestualizzarli. Sul fatto che la scelta sia sbagliata è un'opinione di Barazzutti, non certo un fatto. Detto che il posto di Sinner sarà preso in extremis da Lorenzo Musetti, l'accanimento nei confronti dell'altoatesino (ancor più vivace rispetto a quando fu criticato per la scelta di risiedere a Monte Carlo) è figlio di un pensiero dominante, frutto di una cultura antica che non tiene conto di come si è evoluto lo sport, soprattutto quello iper-professionistico. Sinner aveva tutto il diritto di saltare le Olimpiadi, e merita di essere lasciato in pace. Ma c'è un punto su cui ha sbagliato e merita qualche critica: le tempistiche. Comunicarlo il 3 luglio, a 20 giorni dalla cerimonia inaugurale e a liste ITF già pubblicate, è stato un errore piuttosto grave. I sostenitori più accaniti di Sinner potrebbero obiettare: “Ok, ma soltanto adesso si è reso conto che non era il caso di andare”. Obiezione respinta: al netto del loro valore tecnico, le Olimpiadi non sono un torneo come gli altri.

Saltare i Giochi non è come dare forfait a un torneo ATP, in cui le responsabilità sono individuali. Qui entrano in ballo altri giocatori, compagni di squadra e compagni di doppio. Se l'ITF non avesse concesso l'inserimento in extremis di Musetti, il povero Lorenzo Sonego sarebbe rimasto senza compagno di doppio. Con la sua scelta a liste già pubblicate, Sinner ha messo in difficoltà lo stesso Musetti, la cui programmazione prevedeva ben altri impegni. In altre parole: se non se la sentiva, Sinner fa bene a non andare a Tokyo e ha diritto a non essere criticato per questo. Però avrebbe dovuto comunicarlo prima, proprio come hanno fatto i giocatori menzionati a inizio articolo. Sinner è l'unico (per ora, s'intende) a dare forfait a liste già compilate. Se il suo disagio è arrivato soltanto adesso, a nostro avviso avrebbe dovuto fare un bel respiro, chiudere gli occhi e andare a Tokyo per rispettare gli impegni presi. Non sarebbe stato qualche match olimpico (magari al posto del torneo ATP di Atlanta, a cui risulta ancora iscritto) a cambiare o rendere più difficoltoso il suo percorso di crescita. Ecco, l'errore di Sinner (e di chi lo consiglia, o addirittura decide per lui) è stato questo. Per questo, da questa storia escono tutti sconfitti. Nessuno escluso.