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IL PERSONAGGIO

Mamma Mia, Prizmic!

Esordio col botto per Dino Prizmic, classe 2005, erede designato dei grandi di Croazia (e non solo). Cresciuto nello stesso club di Ivanisevic, possiede già un fisico eccezionale e una forte personalità. Damir Dzumhur gli ha dato del "pezzo di m....": lui non ha fatto una piega.

Riccardo Bisti
17 ottobre 2023

Put Firula 18. Sembra il nome di una medicina, invece è un indirizzo magico di Spalato. “Siamo dei guerrieri” dice Dino Prizmic, nome nuovo di Croazia, aspirante fenomeno del tennis mondiale. “Il segreto? A Spalato si mangia tanto yogurt” scherza Dino Marcan, ex top-100 di doppio che oggi è l'uomo ombra della nuova stellina. 18 anni compiuti ad agosto, Prizmic sembra possedere le stimmate del predestinato. A lui il compito di mettersi sulle spalle la Croazia del tennis, ormai rassegnata al declino del suo ultimo campione, Marin Cilic. Non è un caso che sia cresciuto presso il Tenis Klub Split, sito – appunto - in Put Firula 18, a due passi dal mare. È lì che hanno iniziato quasi tutti i grandi: Niki Pilic, Zeljko Franulovic, Mario Ancic, Mate Pavic... ma soprattutto Goran Ivanisevic, leggenda vivente. Si narra che fu proprio Goran a notarlo, quando era un bambino di nove anni. “Sono rimasto impressionato dal tuo gioco. Mi raccomando, lavora duro sul dritto e sul servizio” gli disse. Lui l'ha preso in parola, scegliendo il tennis e mettendo da parte il calcio.

Era bravino, giocava come centrocampista nelle giovanili dell'NK Pomak. Ma sua sorella Barbara iniziò a prendere lezioni sui sacri campi di Pirula, e lui l'ha imitata. Quando ha svolto la prima lezione, il maestro lo ha subito portato da Martino Skarica, responsabile della preagonistica. “Aveva già imparato i rudimenti giocando contro il muro – racconta Skarica, che lo ha seguito dai 7 ai 13 anni – inoltre adorava stare in campo, dopo ogni allenamento cercava sempre qualcuno per continuare a giocare”. I risultati sono arrivati alla svelta, al punto che Ivan Ljubicic ha iniziato a seguirlo sin da quando aveva 11 anni. Vicecampione europeo Under 14, quell'anno si è spostato a Zagabria per migliorare la qualità degli allenamenti. In tanti avevano appoggiato gli occhi su di lui, ma era una scommessa facile facile. Secondo a Campionati Europei Under 18 (con tanto di vittoria in semifinale sull'altro baby fenomeno Jakub Mensik), lo scorso anno ha chiuso vincendo tre titoli ITF consecutivi. Così, giusto per presentarsi in società.

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Lo sapevi che...

Per caricarsi prima di scendere in campo, Prizmic ascolta la canzone "Mamma Mia", hit del noto rapper croato Grse. Il successo di questo singolo è enorme: Grse è il primo croato ad aver raggiunto il primo posto nella classifica nazionale di Billboard, laddove è rimasto in vetta per diciassette settimane. 

Il grande pubblico si è accorto di lui al Roland Garros, laddove ha dominato la prova giovanile imitando Marin Cilic (vincitore nel 2005). Quel successo gli è valso una chiamata Whatsapp di Roger Federer (“Ringrazio Ljubicic per averlo reso possibile, mi ha detto che mi seguiva e di continuare ad allenarmi duramente”) e un complimento social di Novak Djokovic. Cestitke Dino, complimenti Dino. Proprio Nole è il suo idolo: miracoli dello sport, che ricorda a serbi e croati quanto possano essere simili tra loro. “So cosa ha passato” dice Prizmic, che per imitarlo ha modificato la sua dieta. Non ha eliminato del tutto il glutine, ma intanto è riuscito a togliersi di torno i dolci e a mangiare soltanto cibi naturali. “Non mangia di notte, evita i dolciumi e si alimenta con frutta, verdura, bistecche al sangue e un po' di pesce” dice mamma Natasa, che lascia al marito Boris l'onere di accompagnarlo in giro per il mondo, mentre lei si occupa soprattutto di logistica. Ammette che il figlio non è un grande studioso, anche se non è troppo distante dal diploma (è iscritto alla Scuola Superiore Amministrativa di Zagabria, segue a distanza), ma ormai ha scelto: il tennis è la sua vita. E il suo corpo è lo strumento per arrivare al successo. “Non avessi giocato a tennis, sarei diventato un culturista. Trascorro almeno due ore al giorno in palestra”. In effetti ha un fisico che non c'entra nulla con la sua età.

Chi l'ha visto nei tornei giovanili sostiene che giochi uno sport diverso rispetto ai coetanei. Ma niente paura: il Roland Garros è stato l'ultimo torneo della sua carriera Under 18. Da allora, la scalata è stata impetuosa: quarti al torneo ATP di Umago e prima vittoria Challenger a Banja Luka: è il primo ad aver vinto uno Slam junior e un Challenger nello stesso anno dai tempi di Yibing Wu (2017). Per un'impresa simile di un vincitore del Roland Garros Jr., invece, bisogna scorrere fino al 2003 di Stan Wawrinka. Chissà se Prizmic firmerebbe per una carriera come quella dello svizzero. Intanto ha già ampiamente superato l'obiettivo stagionale: voleva chiudere tra i top-200 ATP. Oggi è numero 165 e salirà ancora, viste le performance a Stoccolma, laddove ha passato le qualificazioni e battuto Jiri Lehecka al primo turno. In precedenza aveva superato Tomas Machac, raccogliendo la prima vittoria in carriera contro un top-100. È ancora lontanuccio dalle posizioni utili, ma chissà che non abbia fatto un pensierino alle Next Gen Finals di Jeddah. Non dovesse farcela, niente paura: la carta d'identità lo rende eleggibile fino al 2026. “Gioco ogni punto come se fosse l'ultimo. Per me, ogni palla corrisponde a un matchpoint” dice Prizmic, che entusiasma per un'esuberanza atletica che ricorda quella di Carlos Alcaraz. Chi non lo ha ancora visto deve fissare lo spagnolo come punto di riferimento, o magari Holger Rune. Sono loro – e non certo Lorenzo Musetti – i big che gli assomigliano di più.

Sin da bambino, Prizmic è sotto la luce dei riflettori

Dino Prizmic ha esordito in Coppa Davis nel girone di Spalato, affrontando McDonald e Virtanen

Dalla sua c'è l'orgoglio croato, così difficile da capire per chi non nasce da quelle parti. Prizmic è stato fortunato: non ha vissuto la guerra e dunque non è dovuto scappare all'estero come Ivan Ljubicic, e non crediamo che svolgerà il servizio militare come Goran Ivanisevic, ma la cabala è dalla sua parte: è nato nel 2005, mentre la Croazia edificava il suo primo successo in Coppa Davis. Quella Davis che ha accarezzato il mese scorso, nello sfortunato girone di Zagabria. Capitan Vedran Martic gli ha dato fiducia, schierandolo in singolare contro Stati Uniti e Finlandia. Sono arrivate due sconfitte, ma l'esperienza gli ha fatto assaporare il brivido di indossare la divisa a scacchi, e leggere nello spogliatoio la frase che mette i brividi a ogni croato.

Bijelo-Crvena polja Hrvatska
na dresu sjete me da ja volim te
irajte za nju, nasu voljenu
nek jace kuca to srce vatreno

I campi bianchi e rossi della Croazia
sulla maglia mi ricordano che ti amo
Prega per lei, nostra amata
Lascia che quel cuore ardente batta più forte

Un orgoglio che gli è stato trasmesso sin da bambino, quando ha vinto i Campionati Europei a squadre. Un orgoglio diventato ancora più grande nel 2020, quando gli hanno consegnato il premio destinato alla migliore speranza dello sport croato, intitolato a una leggenda come Drazen Petrovic (il mitico cestista scomparso nel 1993). Piccole cose, ma da quelle parti hanno valore. E servono a forgiare il carattere.

Prizmic ha dimostrato di averne a volontà a Banja Luka, durante il quarto di finale contro il padrone di casa Damir Dzumhur. Al cambio di campo sul 5-4 nel secondo set, prima che il croato servisse per il match, l'avversario lo ha aggredito verbalmente: “Quanto sei disgustoso, quello che fai è vergognoso” gli ha detto. “Io sono disgustoso?” ha replicato. “Sputi per terra quando i tuoi avversari crollano per terra, pezzo di m....” ha sentenziato Dzumhur. L'allusione era al match di qualche giorno prima contro Akira Santillan, quando il giapponese è stato travolto dai crampi nell'ultimo game e si è bloccato prima del matchpoint. Accasciatosi per terra, non è stato in grado di rialzarsi per diversi minuti. Prizmic non gli ha stretto la mano e non si è neanche avvicinato per sincerarsi delle sue condizioni: Dzumhur si è indignato e ha promesso che lo avrebbe denunciato (?) all'ATP. Detto che Prizmic poteva comportarsi meglio, è chiaro che il bosniaco abbia tentato di destabilizzarlo al momento di servire per il match. Risultato? Game tenuto a 15, senza alcuna difficoltà. Dino Prizmic: un tennista con la mentalità di un pugile. Per lui i sentimenti sul campo da tennis sono un'emozione falsa e ipocrita. Scende in campo per sconfiggere l'avversario, e se questo lo porta alla frustrazione, tanto meglio. Non è lì per temere o rispettare chicchessia: non avrà colpi indimenticabili, ma possiede una caratteristica che lo distingue da tutti gli altri: la mentalità. Signori, questo è Dino Prizmic.