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TENNIS & POLITICA

Sì ai russi, no a Djokovic, ucraini in bilico

Per timore di reazioni ATP-WTA, lo Us Open accetterà russi e bielorussi; il Ministro dello Sport ucraino spinge per il boicottaggio; Djokovic rischia di saltare New York perché è richiesto il vaccino. Anche se si arriva in nave o in auto.

Riccardo Bisti
15 giugno 2022

Sembra di essere tornati nel ventesimo secolo. Gli anni delle esclusioni e dei boicottaggi sembravano definitivamente alle spalle. Invece stiamo per vivere un'edizione di Wimbledon a limiti del surreale. Niente russi, niente bielorussi, niente punti ATP-WTA. I Championships termineranno il 10 luglio, poi inizierà una fase della stagione piena di tennis, certo, ma storicamente un po' sonnolenta. Qualche settimana senza grandi eventi e poi l'avvicinamento allo Us Open, che dalle nostre parti – essendo pieno agosto – non gode di troppa attenzione. Invece rischia di essere un'estate caldissima per una ragione che pensavamo (o meglio, speravamo) archiviata con i fatti di gennaio, quando Novak Djokovic è stato allontanato dall'Australia. Allo stato attuale, sembra tutto apparecchiato per un'altra telenovela. Ecco i tre temi che potrebbero infuocare l'estate del tennis, e non per ragioni tecniche.

US OPEN: SÌ A RUSSI E BIELORUSSI
Dopo la presa di posizione di Wimbledon, c'era attesa per conoscere la decisione dello Us Open, anche perché i rapporti tra Washington e Mosca non sono esattamente cordiali. Tuttavia, la USTA ha scelto diversamente: i tennisti russi e bielorussi potranno giocare, sia pure come atleti neutrali e senza bandiera. Il comunicato allude alla scelta di Wimbledon, sia pure senza menzionarlo. “Ci rendiamo conto che ogni organizzazione ha dovuto fronteggiare diverse circostanze, vincolanti per ogni decisione. Basandosi sulle proprie, la USTA permetterà a tutti gli aventi diritto di competere allo Us Open 2022, indipendentemente dalla loro nazionalità”. Oltre a sostenere la pace, lo Us Open lancerà una serie di iniziative per sostenere gli sforzi umanitari già in essere, compreso un sostegno finanziario a favore dell'Ucraina. “La necessità di aiuti continua a crescere – ha detto Mike McNulty, CEO e presidente USTA – noi risponderemo presto, con un'ampia serie di iniziative che includeranno assistenza finanziaria e altri programmi”.

Detto che Wimbledon rimane l'unico torneo individuale a scegliere l'esclusione (adottata soltanto da Coppa Davis e BJK Cup), la scelta degli americani non è stata indolore. Il Consiglio d'Amministrazione USTA si è riunito lunedì scorso e c'erano diverse posizioni. Alcuni delegati sostenevano l'esclusione di russi e bielorussi, ma alla fine ha prevalso la linea morbida. È stato decisivo il mancato intervento della politica: il governo degli Stati Uniti non ha dato alcuna istruzione per limitare le potenziali opportunità di propaganda russa (che potrebbero esserci, visto che il campione in carica è Daniil Medvedev). Al contrario, il Ministro dello Sport britannico Nigel Huddleston aveva espresso il desiderio del governo di escludere i tennisti per evitare che Vladimir Putin potesse avere potenziali motivi di propaganda. Alcuni membri USTA avrebbero fatto altrettanto, ma ha pesato l'intransigenza di ATP e WTA, fortemente schierate a favore dei giocatori. Secondo i due sindacati, la politica non può trovare spazio nel tennis e ha definito discriminatoria la scelta dell'All England Club, togliendo al torneo punti validi per la classifica mondiale. Se lo Us Open avesse fatto altrettanto, avrebbe avuto la stessa sorte. E così hanno scelto di non rischiare.

«In caso di ammissione di russi e bielorussi, gli atleti ucraini sono pronti a bloccare la loro attività e boicottare le competizioni. Il mondo non ha il diritto di dimenticare la guerra che la Russia ha intrapreso contro l'Ucraina» 
Vadym Gutzayt
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Al torneo WTA di Berlino ha destato un certo scalpore la gentilezza di Daria Kasatkina (russa) nei confronti di Anhelina Kalinina (ucraina)

RISCHIO BOICOTTAGGIO DEGLI UCRAINI
Medvedev, Sabalenka e company saranno regolarmente a New York. Ma non è detto che possa esserci il plotoncino di tennisti ucraini, molto competitivo soprattutto tra le donne. I recenti fatti di Berlno, con la russa Kasatkina che ha dato una mano all'ucraina Kalinina dopo una caduta, sono una goccia nel mare di una tensione politica che non si placa, anzi, si alimenta. È di poche ore fa la forte presa di posizione di Vadym Gutzayt, Ministro ucraino della Gioventù e dello Sport. Durante una videocall con i rappresentanti delle federazioni sportive, ha detto che l'invasione russa ha già causato la morte di oltre 70 persone tra atleti e allenatori ucraini. A suo dire, non è accettabile che russi e bielorussi partecipino a competizioni sportive, sia pure senza bandiera. “In questo modo, concordano tacitamente o sostengono apertamente l'uccisione degli ucraini (*). In caso di ammissione di russi e bielorussi, gli atleti ucraini sono pronti a bloccare la loro attività e boicottare le competizioni. Il mondo non ha il diritto di dimenticare la guerra (*) che la Russia ha intrapreso contro l'Ucraina”. Gutzayt ha invitato i vari presidenti ad appellarsi alle varie federazioni sportive per prevenire casi del genere, e ha suggerito di invitare in Ucraina i leader delle varie organizzazioni.

“Mostreremo loro Irpin e Bucha, Kharkin e Chernihiv. Devono sapere come si sentono gli sportivi ucraini quando si trovano davanti i rappresentanti dei Paesi aggressori”. Se le idee del ministro ucraino dovessero trovare concretezza, lo Us Open potrebbe rinunciare ad alcune giocatrici di rilievo. In campo maschile, i migliori ucraini sono Vitaliy Sachko (n.243 ATP) e Illya Marchenko (n.257), la cui classifica potrebbe non essere sufficiente nemmeno per le qualificazioni. Al contrario, il torneo femminile dovrebbe fare a meno di Anhelina Kalinina (n.37), Marta Kostyuk (78) e Dayana Yastremska (79), oltre ad almeno quattro giocatrici che avrebbero diritto alle qualificazioni. Non consideriamo Elina Svitolina, ferma per la maternità e che sta considerando il ritiro. L'iniziativa di Gutzayt troverà riscontro? Nel caso, le giocatrici ucraine avranno la forza di rinunciare al maxi-montepremi di uno Slam?

(*) Le parole di Gutzayt hanno avuto risonanza anche nella stampa russa. Tuttavia, le parole "uccisione degli ucraini" e "guerra" sono state censurate, sostituite da "operazione speciale militare". I media russi hanno scritto che la formulazione originale della parola è stata modificata in conformità con la posizione ufficiale della Federazione Russa.

ASICS

Marta Kostyuk è tra le giocatrici più indignate per la vicenda russo-ucraina

L'ultimo successo di Novak Djokovic allo Us Open risale al 2018. Il serbo rischia di non esserci nel 2022

VERSO UN ALTRO CASO DJOKOVIC?
Comunque la si pensi sul tema, i fatti di gennaio sono stati tra i più tristi nella storia del tennis. In questo momento, la policy degli Stati Uniti è chiara: i cittadini non americani e non residenti devono aver completato il ciclo vaccinale anti-COVID per ottenere il visto d'ingresso nel territorio statunitense. Come è noto, la posizione di Novak Djokovic sul tema è altrettanto chiara. A partire dal 12 giugno, l'immigrazione USA ha eliminato l'obbligo di un test COVID prima di salire a bordo di un aereo diretto negli Stati Uniti. Per entrare nel Paese, sarà sufficiente la vaccinazione completa. C'è già un paradosso: in questo modo, è possibile che una persona infetta (sia pur vaccinata) possa tranquillamente entrare, mentre un non vaccinato ma con regolare test negativo dovrà rinunciare al viaggio. In tempi normali, il programma estivo di Djokovic prevede tre tornei: il Canadian Open (quest'anno si giocherà a Montreal), Cincinnati e Us Open. Detto che anche il Canada richiede la vaccinazione obbligatoria, la sua permanenza nel continente americano potrebbe protrarsi per una quarantina di giorni: arrivo il 4-5 agosto, con un congruo anticipo prima dell'inizio di Montreal, partenza dopo l'11 settembre, giorno della finale dello Us Open. In questo momento Djokovic non può entrare negli Stati Uniti, come peraltro gli è già accaduto a marzo, quando ha dovuto rinunciare a Indian Wells e Miami. Ma cosa dicono le regole? A questo indirizzo sono spiegate, nel dettaglio, le attuali norme. Si tratta di una lettura complessa, ma diciamo subito che – per adesso – non ci sono scappatoie. In Australia esisteva la possibilità di entrare nel Paese avendo contratto l'infezione nei 90 giorni precedenti, non prevista dagli Stati Uniti. E non sono consentite eccezioni per ragioni religiose o di convinzioni personali. L'obbligo di prova vaccinale per entrare negli Stati Uniti è stato istituito da Joe Biden lo scorso 25 ottobre con la Proclamazione 10294, ed è entrata in vigore l'8 novembre 2021 per chi arriva in aereo, e il 22 gennaio è stata integrata anche per chi entra con nave, auto o altro mezzo terrestre.

Qualche eccezione esiste, ma nessuna riguarda Djokovic. Intanto l'obbligo non riguarda i cittadini statuinitensi, i residenti e coloro che entrano con un visto di immigrazione. Incredibile: se Djokovic avesse la residenza negli Stati Uniti, non avrebbe problemi. Giocassero ancora, Paolo Lorenzi e Kevin Anderson (giusto per fare due esempi) potrebbero giocare anche da non vaccinati. Stessa storia per il doppista Marcelo Arevalo, che risiede in Florida. Le altre eccezioni non sono opzioni interessanti per Djokovic.

- Interesse nazionale
- Provenienza da un Paese con scarsa disponibilità del vaccino (la Serbia non fa parte della lista)
- Minori di 18 anni e controindicazione medica per il vaccino
- Altre eccezioni

Il serbo non rientra in nessun caso delle potenzali “altre eccezioni”, che riguarda membri di compagnie aeree, equipaggi di mare o membri delle forze armate. Semmai, è interessante il caso riguardante gli ingressi via terra o mare. Come detto, c'è stata una finestra temporale (dall'8 novembre 2021 al 22 gennaio 2022) in cui un non vaccinato poteva entrare negli Stati Uniti con mezzi diversi dall'aereo. Quest'ultima chance ha acceso qualche fantasia sul web: c'è chi ha sostenuto che Djokovic potrebbe entrare negli USA passando dal Messico (dove non è richiesta la vaccinazione), per poi entrare negli Stati Uniti via terra. In fondo, da Monterrey a Houston sono soltanto 6 ore d'auto. Tuttavia, quest'opzione – attualmente – non è fattibile. L'obbligo di vaccinazione era valido dal 22 gennaio al 21 aprile, ma è stato prorogato (sia per il Messico che per il Canada) a tempo indeterminato. Va detto che si tratta di norme temporanee che possono essere modificate o revocate in qualsiasi momento. Se le cose non cambieranno, Novak Djokovic dovrà rinunciare allo Us Open. E chissà cosa accadrà in vista del gennaio 2023, quando ci sarà la prossima edizione dell' Australian Open.