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IL CASO

Shuai Peng shock: “Molestata dall'ex vice-premier cinese”

Un post su Weibo fa tremare l'establishment cinese: Shuai Peng sarebbe stata l'amante di Gaoli Zhang, ex membro del Politburo. Dopo ripetute molestie, avrebbe accettato di avere una relazione sessuale. La notizia è stata rapidamente censurata, ma ha già fatto il giro del mondo.

Riccardo Bisti
4 novembre 2021

La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore, se non altro per la popolarità del personaggio. Con un post su Weibo, il principale social media cinese, Shuai Peng ha detto di aver subito molestie sessuali dall'ex vice-premier cinese Gaoli Zhang, del quale sarebbe poi diventata amante. Per adesso la notizia non è verificata, e la stessa Peng (ammesso che sia stata lei a scrivere il post) mette le mani avanti, sostenendo di non avere alcuna prova a sostegno di quanto detto. La tennista (che non ha più ripreso a giocare da quando il tour è ripreso nel post-pandemia) sostiene di aver giocato a tennis con Zhang e sua moglie, poi sarebbe stata invitata nella sua abitazione e lì le sarebbe stato chiesto di avere rapporti sessuali, con un'insistenza che l'avrebbe spaventata fino a farla piangere. Alla fine, dopo ripetute molestie, avrebbe accettato di avere una relazione sessuale con l'uomo.

Ha poi detto di essere stata “felice” di avere un rapporto solo sessuale con lui, sebbene ne fosse innamorata. Tuttavia, per ragioni di immagine, l'uomo non avrebbe potuto divorziare dalla moglie. Il risentimento e la frustrazione per una storia clandestina avrebbe spinto la Peng a pubblicare la sua storia. Non è così inusuale che le vittime di molestie intraprendano una relazione con i loro aggressori, e la Peng è certamente una persona vulnerabile a manipolazioni emotive di vario genere. La notizia può generare un grande scandalo: sebbene l'adulterio sia considerato una pratica comune, può decretare la fine politica di un personaggio. Inoltre, il Partito Comunista Cinese prende abbastanza seriamente la sua immagine di arbitro morale per tutta la Cina.

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"Non ho prove di quello che sostengo: nessun filmato, nessuna immagine, soltanto la mia esperienza"
Shuai Peng

Anche l'agenzia Reuters si è occupata del caso di Shuai Peng

Non sorprende il passaggio in cui la Peng narra delle paura di Zhang, il quale non voleva che la loro relazione diventasse pubblica: durante i loro incontri le avrebbe spesso domandato se stesse registrando i loro incontri o raccogliendo prove. “Non ne ho: nessuna registrazione, nessuna immagine, soltanto la mia esperienza” scrive la Peng, che è stata una delle migliori doppiste al mondo ed è state anche tra le top-15 in singolare. Sebbene il post della giocatrice non abbia riferimenti al movimento #MeToo, vi è stato immediatamente associato. Negli ultimi tre anni ha avuto un forte impatto in Cina, accendendo il dibattito sul tema di aggressioni e molestie sessuali. Diverse donne hanno trovato il coraggio di denunciare, menzionando anche personaggi di alto profilo, ma non era mai capitato che fosse coinvolto un personaggio di spicco del Partito Comunista.

Dal 2012 al 2017, Zhang ha fatto parte del Politburo, l'organo di sette membri che guida la politica cinese. Il fatto che l'episodio risalga al 2018 non alleggerisce la sua posizione, anche perché il loro primo rapporto sessuale risalirebbe al 2011 a Tianjin. Questo non è stato descritto come stupro, ma vista la sua posizione sociale sarebbe stato difficile rifiutare le sue avances. Poche ore dopo la sua pubblicazione, il post della Peng è stato cancellato da Weibo, ma aveva fatto talmente rumore che gli screenshots sono ancora disponibili online. Il tutto nonostante l'immediata censura di Weibo, che a tempo di record ha impedito di pubblicare post utilizzando le parole “Zhang Gaoli” e “Peng Shuai” (in Cina si scrive prima il cognome e poi il nome), e persino ogni riferimento al tennis.

Le accuse di Shuai Peng a Gaoli Zhang hanno subito attivato la censura cinese

Shaui Peng ha vinto due Slam in doppio con Su-Wei Hsieh, compreso il Roland Garros 2014 in finale contro le nostre Errani-Vinci

Secondo i movimenti femministi cinesi si tratta di una testimonianza cruciale, perché aiuta a rompere la barriera della forte censura cinese, che grazie a #MeToo viene costantemente presa a picconate. Una testimonianza dopo l'altra può servire a corrodere un sistema in cui i politici esercitano un continuo abuso di potere, che spesso comprende lo sfruttamento delle donne. Come ha scritto la stessa Peng: “Anche se è come lanciare uova contro una roccia, o una falena che vola nel fuoco, cercando la mia stessa distruzione, dirò tutta la verità su quello che è successo”. La carriera della Peng è stata particolarmente avventurosa: già all'età di 13 anni si è sottoposta a una delicata operazione al cuore per risolvere un difetto congenito, poi due anni dopo divenne professionista.

Cinque anni fa, già trentenne, ha scelto di farsi operare alla schiena nonostante le avessero detto che aveva soltanto il 50% di probabilità di tornare a giocare. Ancora una volta l'ha avuta vinta lei, vincendo i suoi unici titoli WTA di singolare dopo il ritorno (Tianjin 2016 e Jiangxi 2017). Tuttavia, gli ultimi anni non sono stati sempre felici: nel 2018 fu vittima di una sospensione da parte della ex TIU per una presunta “coercizione” nei confronti di Alison Van Uytvanck: le due avrebbero dovuto giocare insieme a Wimbledon, ma poi la cinese avrebbe fatto pressione alla belga per ritirarsi dopo aver appreso che avrebbe potuto giocare con Sania Mirza. La belga denunciò il fatto, parlando addirittura di stalking, e la Peng fu squalificata per tre mesi. In un Paese difficile come la Cina, questa denuncia potrebbe costarle ancora di più.