Altro che Next Gen: Carlos Alcaraz è già il presente

NEXT GEN FINALS

14 novembre 2021

Riccardo Bisti

Un torneo impeccabile sancisce la superiorità di Carlos Alcaraz sugli altri Under 21. Ha perso un set in cinque partite e ha tenuto a distanza Korda in finale. “I miei successi sono merito di Juan Carlos Ferrero”. Sarà l'arma segreta della Spagna alle Davis Cup Finals?

Era il favorito della vigilia e non ha tradito. Due anni dopo Jannik Sinner, le Next Gen Finals hanno un nuovo padrone: Carlos Alcaraz è nato nel 2003 e potrebbe giocare questo torneo fino al 2024, ma c'è da credere che la finale contro Sebastian Korda rimarrà la sua ultima apparizione all'Allianz Cloud di Milano. Già numero 32 ATP, il baby-fenomeno spagnolo sembra lanciato verso traguardi ancora più importanti, a partire dalla qualificazione per le ATP Finals. Quelle vere. “È una splendida sensazione chiudere l'anno nel miglior modo possibile, giocando grandi partite contro grandi avversari” ha detto dopo il 4-3 4-2 4-2 con cui ha tenuto a bada l'americano.

In tutta la settimana ha lasciato per strada solo un set, nell'ultimo match del girone, contro Juan Manuel Cerundolo. Ininfluente perché era già qualificato. Insomma, un dominio senza discussioni. Nel 2021, Alcaraz ha vinto il suo primo titolo ATP (Umago), ha colto i quarti allo Us Open ed era reduce da due ottimi tornei a Vienna e Parigi Bercy, laddove aveva battuto Berrettini e Sinner. “In effetti è stata una buona stagione – dice Alcaraz, allenato da Juan Carlos Ferrero – sono felice dei momenti che ho vissuto, ma tutto questo non sarebbe stato possibile senze alcune esperienze come le partite a Madrid contro Nadal e ad Acapulco contro Zverev. Questi match mi hanno permesso di maturare molto in fretta”.

Le fasi salienti della finale tra Carlos Alcaraz e Sebastian Korda

Oltre alla qualità tennistica, Alcaraz mostra un grande coraggio nei momenti importanti. Non tira mai indietro il braccio, picchia duro senza pensare al punteggio. “In effetti è qualcosa su cui sto lavorando – dice – Juan Carlos mi ha detto che nei momenti importanti devo essere aggressivo, e io l'ho fatto. Restare calmo nei momenti difficili è la chiave per vincere i punti importanti”. Il 32 è il numero simbolo della stagione di Alcaraz: non è soltanto la sua attuale classifica, ma è anche il numero di partite vinte in stagione (a fronte di 17 sconfitte). Non accadeva da quasi 30 anni che un tennista così giovane vincesse così tante partite (Andrei Medvedev nel 1992).

In Spagna hanno già fatto notare che il suo 2021 è leggermente migliore del 2004 di Rafa Nadal, sprima stagione da professionista del maiorchino (30-17). I paragoni sono inevitabili, ma Alcaraz ha già dimostrato di saperli gestire. E il 2022 potrebbe essere l'anno della sua prima consacrazione. La sua certezza, il punto di riferimento assoluto rimane Juan Carlos Ferrero. “È un coach fantastico, tutto quello che ho fatto lo devo a lui. Posso soltanto ringraziarlo”. La sua stagione non è ancora finita: farà parte del team spagnolo (orfano di Rafael Nadal) che cercherà di difendere il titolo conquistato due anni fa. Chissà se Sergi Bruguera sta pensando di schierarlo in singolare, sacrificando uno tra Carreno Busta e Bautista Agut...

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