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Muscoli e rovescio: Musetti incanta Firenze. E poi...

Con un rovescio spettacolare e una condizione fisica sempre migliore, Lorenzo Musetti domina McDonald e artiglia la semifinale a Firenze. Rispetto a un anno fa è un giocatore tutto nuovo: più maturo, atleticamente impressionante e dall'atteggiamento super professionale. Talmente forte che in chiave Davis, chissà...

Da Firenze, Riccardo Bisti (Foto di Giampiero Sposito / FIT)
15 ottobre 2022

Quel colpo lì fa godere. Uno spettacolo di tecnica ed efficacia. E anche di estetica. È ardito utilizzare la parola capolavoro associandola al tennis, ma in fondo i capolavori sono tali perché rari. E tra i top-100 ATP sono rimasti in sette a tirare il rovescio a una mano. Il ritiro di Roger Federer e quelli – non troppo lontani - di Richard Gasquet e Stan Wawrinka hanno allertato il WWF per un colpo in via d'estinzione. Ma c'è una luce a ravvivare un gesto bellissimo, uno dei più eleganti del nostro sport. La luce arriva dal braccio di Lorenzo Musetti, il ragazzo che sta tenendo su l'Unicredit Firenze Open dopo i cattivi risultati dei giorni scorsi. Il torneo che rischiava di diventare una disfatta azzurra, specie dopo la dolorosa sconfitta di Matteo Berrettini, adesso si apre a scenari interessanti grazie al carrarino. Le condizioni di gioco, indoor ma (molto) lente, sembrano cucite addosso al suo tennis. Mackenzie McDonald è un ottimo giocatore, noto per aver messo in crisi Jannik Sinner in finale a Washington 2021.

Avversario ostico, invece Musetti lo ha reso innocuo. 6-3 6-2 in poco più di un'ora e dieci minuti. Dopo una partenza talmente bella da sembrare surreale (4-0 in un quarto d'ora), Lorenzo ha patito il rientro dell'americano. Il momento chiave del match è stato il settimo game, in cui ha rimontato da 15-40. Nel secondo è stato bravo a recuperare sempre da 15-40 in un game in avvio, poi ha preso il largo e si è goduto l'abbraccio della gente. Quando Stefano Semeraro ha paragonato il suo rovescio a quello di Federer, lui si è sciolto in un sorriso imbarazzato. “Ho sempre detto che il rovescio è il colpo che mi fa godere di più. Oggi mi è riuscito in 2-3 momenti importanti, soprattutto nel secondo set. Sono consapevole che può essere un'arma: in passato lo giocavo anche quando non era necessario, adesso lo sto gestendo meglio”. In effetti è un colpo che lascia a bocca aperta: tecnica personale ma classica, polso d'acciaio, timing perfetto: uno spot per un colpo in via d'estinzione.

PLAY IT BOX
«Coppa Davis? Berrettini e Sinner sono avanti, hanno più risultati di me e il posto è loro. Ma se le cose dovessero cambiare, io giocherei volentieri»
Lorenzo Musetti

L'impressionante efficacia dei colpi di Lorenzo Musetti nelle due partite giocate a Firenze

Chiediamo a Lorenzo se tra qualche anno gli piacerà essere ricordato per aver tenuto vivo un colpo a rischio d'estinzione. “Credo che sia un colpo da insegnare – dice con orgoglio – richiede manualità importante e una discreta fisicità. Mi rendo conto che il rovescio bimane toglie da situazioni difficili con più comodità, ma se lo impari bene puoi trovare più angoli e avere variazioni importanti come la palla corta, il gioco di volo e tutte le situazioni extra”. Ma non è soltanto il rovescio a esaltare il ragazzo già certo di diventare numero 24 ATP (salirà in 23esima posizione se vince il torneo): ha una condizione atletica impressionante, in crescita continua. Sul punto, è cruciale la figura del preparatore atletico Roberto Petrignani, messogli a disposizione dalla FIT ormai diversi anni fa. “Non so quanta energia si possa ancora mettere nella mia batteria – dice Lorenzo – sicuramente ho ancora margini. È certamente vero che rispetto allo scorso anno c'è stato uno sviluppo importante, ma credo sia stato soprattutto un cambio di mentalità.

Roberto è un grande professionista, lavoriamo insieme da 4-5 anni, abbiamo un ottimo rapporto e lavoriamo duro. Mi piace molto la chimica in seno al nostro team: lui e Simone Tartarini la vedono alla stessa maniera. C'è un unico canale e questo mi ha permesso di fare un salto di qualità. Sono contento, ma mi sto facendo il mazzo. Il lavoro che sto facendo a telecamere spente non si vede, ma sta dando i suoi frutti. Roberto mi fa un mazzo tanto ogni giorno”. Ciò che piace, del Musetti attuale, è la sensazione di viva professionalità. Le scorie del tennis giovanile, che ogni tanto comparivano sul piano comportamentale, sono sempre più rare. E Lorenzo pensa solo a se stesso, senza focalizzarsi troppo sugli avversari. “Prima di ieri non sapevo neanche che avrei dovuto affrontare McDonald. Mi focalizzo sulle mie cose, poi è chiaro che bisogna pensare all'avversario, ma in questo periodo sto strutturando la partita pensando a come devo giocare io, non pensando a quello che fa bene il mio avversario. L'ho fatto anche contro Djokovic, quindi poco importa chi sarà il mio prossimo avversario”.

Lorenzo Musetti saluta il pubblico di Firenze, in delirio per lui (Foto Giampiero Sposito / FIT)

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Lorenzo Musetti  spiega come tirare un perfetto rovescio a una mano

E poi si gioca a poco più di 100 chilometri da casa, al punto che amici e famiglia possono seguirlo dal vivo. E Lorenzo si esalta, è uno da grandi palcoscenici. Nella sua giovane carriera ha già dimostrato di rendere meglio così, piuttosto che sui campetti secondari. Ma se continua a crescere, li frequenterà sempre meno. “In effetti la pressione ce l'ho sin da piccolo, quindi quello che sto vivendo qui a Firenze non lo posso considerare tale. Di certo avverto un senso di responsabilità, perché tengo molto a fare bene a Firenze”. Comunque vada, la sua stagione è ancora piena di impegni: prima delle Davis Cup Finals giocherà a Napoli, Basilea, Bercy e proverà a vincere l'ultima edizione italiana delle Next Gen Finals. Viste le attuali difficoltà di Berrettini e il recente infortunio di Sinner, uniti alle sue recenti prestazioni e all'agio dimostrato sul cemento indoor lento... non è che Musetti può pensare di giocare il singolare a Malaga?

Anche stavolta il suo sguardo si imbarazza. “Chiaramente mi piacerebbe giocare, ma non sono scelte mie. Questo compito spetta al capitano, è una decisione comune e vedremo chi arriverà sano a fine stagione. Direi che Berrettini e Sinner – ma anche il sottoscritto – hanno avuto un po' di sfortuna in questa stagione. Per questo mi auguro che si arrivi tutti e tre sani a fine novembre. Per quanto mi riguarda, spero di meritarlo. Adesso non credo: loro sono avanti, hanno più risultati di me e il posto è loro. Ma se le cose dovessero cambiare, io giocherei volentieri. Questo è sicuro”. Intanto c'è da provare a vincere il torneo di Firenze, laddove qualche anno fa aveva vinto una tappa giovanile. Ma un torneo ATP è un'altra cosa. Col suo rovescio dal sapore un po' magico, Lorenzo può fare – appunto – la magia di trasformare una cattiva settimana in un weekend indimenticabile. Quel rovescio lì, poi, vale da solo il prezzo del biglietto.