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TECNICA

Il servizio di Matteo Berrettini

Finalmente un aceman anche tra i giocatori italiani. Il servizio è un colpo ancora poco e male allenato nelle nostre scuole tennis. Coach Santopadre ci ha suggerito un paio di tips e soprattutto fatto capire che è un colpo imprescindibile nel tennis moderno

di Staff Tennis Magazine
24 giugno 2020

Studi statistici hanno dimostrato che, anche sulla terra rossa, il maggior numero di scambi si conclude entro il quarto tiro. Per questo i colpi di inizio gioco sono diventati fondamentali. A partire dal servizio, of course. Eppure in Italia non abbiamo (quasi) mai avuto grandi battitori, nemmeno tra chi aveva altezza e fisico per potersi costruire un’arma efficace. Quello che invece è riuscito a fare Matteo Berrettini, un metro e 92 per 90 chili. È infatti col servizio (abbinato al dritto, un ambo spesso vincente) che si libera da situazioni complicate, che trova i cosiddetti punti facili (anche se tanto facili non sono), che induce nell’avversario un senso di frustrazione. Ci ha lavorato tanto (e continua a farlo), sotto l’attenta guida di Vincenzo Santopadre che ci ha illustrato un paio di tips importanti che i maestri dovrebbero prendere a esempio. 

  • 1

 «Il servizio va trattato come gli altri colpi, anzi. Per questo, con i giocatori di livello avanzato, non lo faccio allenare solo al termine della sessione, come fosse un’appendice doverosa: ci lavoriamo anche nel bel mezzo dell’allenamento. E lo facciamo tutti i giorni».

  • 2
«Faccio cominciare la sessione di servizi da sinistra perché, col passare dei minuti, i ragazzi perdono un po’ di forza, efficacia e attenzione. Da sinistra si giocano i punti più importanti (palle break, palle game, etc) e quindi voglio che imparino a servire particolarmente bene da quella parte».

Nelle nostre scuole tennis manca la cultura su questo colpo, allenato ancora troppo poco e con scarsa qualità. Speriamo che Matteo e Vincenzo abbiano saputo mostrare una strada diversa.