The Club: Bola Padel Roma
MASTERS 1000 MADRID

Bienvenido Arnaldi!

La Spagna porta bene a Matteo Arnaldi: ci ha vinto due Challenger, si è aggiudicato il primo match ATP (a Barcellona) e adesso si è ripetuto a Madrid, con una bella vittoria contro Benoit Paire dopo aver superato le qualificazioni. Raggiunge i top-100 proprio quando il suo mentore Fabio Fognini li ha persi. Passaggio di consegne?

Riccardo Bisti
27 aprile 2023

È il periodo delle prime volte per Matteo Arnaldi. Il 22enne di San Remo è rappresentato dalla società di management di Fabio Fognini ed è curioso che stia per celebrare il suo ingresso tra i top-100 ATP proprio quando l'illustre concittadino li ha persi dopo oltre 700 settimane. Ed è simbolico che abbia vinto il suo primo match in un Masters 1000 proprio a Madrid, laddove Fognini ha dato forfait a tabellone già sorteggiato. Passaggio di consegne? Raccolta del testimone? Difficile dirlo, ma non c'è dubbio che Arnaldi sia il volto nuovo di un tennis italiano che si è travestito da quello spagnolo: sforna giocatori a gettito quasi continuo. Arnaldi è ormai certo dell'ingresso tra i primi cento (è virtualmente n.98), e poco importa se al Roland Garros dovrà giocare le qualificazioni (salvo un buon numero di ritiri: gliene servono sette). Lo vedremo in tabellone già a Wimbledon, e chissà che gli ultimi risultati non convincano gli organizzatori degli Internazionali BNL d'Italia a dargli una wild card a Roma (l'anno scorso la conquistò grazie alle pre-qualificazioni).

Dopo aver superato Filip Misolic e Arthur Fils nelle qualificazioni (l'ultimo successo è particolarmente importante, perché il francese è molto pompato dai connazionali), si è tolto lo sfizio di battere il redivivo Benoit Paire al termine di un match-altalena, in cui ha dovuto annullare un matchpoint dopo aver perso cinque punti di fila nel tie-break decisivo. È finita 6-1 3-6 7-6 e le fasi finali hanno attirato moltissimo pubblico, che ha riempito le tribune del Campo 6. Paire ha servito per il match sul 5-4, poi ha rimontato da 1-5 nel tie-break. Sul matchpoint ha sbagliato una risposta, poi ha perso gli ultimi due punti e Arnaldi ha potuto gioire: per i punti e i dollari, certo, ma perché venerdì avrà la possibilità di sfidare Casper Ruud. È il match ideale: non ha nulla da perdere e trova un giocatore in difficoltà. Inoltre non sarà la sua prima esperienza contro un top-10, poiché a Dubai aveva incrociato Daniil Medvedev. Pur essendo un ammiratore di Rafael Nadal, il ligure si ispira a Novak Djokovic e in effetti lo ricorda un po' nel modo di stare in campo, anche se gli manca ancora un po' di potenza.

«Nel corso della mia carriera mi sono spesso messo il bastone tra le ruote e per questo motivo vorrei dare una mano ai ragazzi della mia agenzia a non commettere i miei stessi errori» 
Fabio Fognini

A suon di vittorie, Matteo Arnaldi è diventato il nuovo top-100 azzurro

Arnaldi riconosce di dover migliorare ancora con il servizio, mentre ritiene di essere molto rapido. “Il mio punto di forza è la capacità di muovermi bene in campo su tutte le superfici, in questo sono già tra i migliori” ha detto in una recente intervista. Nonostante abbia 22 anni e sia relativamente giovane a questi livelli (anche in virtù di una crescita piuttosto repentina), di lui colpisce l'atteggiamento. Nel biennio 2021-2022 ha ripulito alcune scorie comportamentali, figlie del periodo junior, e oggi sorprende per la sua maturità e l'approccio alla professione. È un gran lavoratore, non gli pesano i sacrifici e nemmeno i viaggi, anche se qualche anno fa ha lasciato il Centro di Tirrenia per tornare nella sua San Remo, laddove ha trovato un team che gli ha permesso di ritrovarsi. Coach Alessandro Petrone e Matteo Civarolo sul campo, Diego Silva e Filippo Ferraris per la parte atletica.

Con Petrone ha iniziato quando era fuori dai primi 900 e oggi festeggia traguardi forse sperati, ma non certo scontati. Lo scorso anno puntava a chiudere la stagione tra i top-150, ha finito in 134esima posizione, con tanto di partecipazione (sia pure da alternate) alle Next Gen Finals. Adesso voleva artigliare i top-100 e quest'anno ha già vinto due Challenger (Tenerife e Murcia), ma l'impressione è che lo vedremo sempre più spesso nel circuito maggiore. La scorsa settimana ha vinto la sua prima partita in un main draw ATP a Barcellona, adesso si è ripetuto a Madrid. Luoghi ideali per uno come lui, che adora viaggiare e predilige le grandi città. La sua preferita è New York, ma a quanto pare le metropoli spagnole gli procurano un effetto benefico. Arnaldi ha iniziato a giocare grazie al nonno, ma nell'infanzia ha praticanto moltissimi sport: nuoto, judo, calcio, sci... Poi erano rimasti il tennis e il nuoto (praticato dal padre), e ha scelto la racchetta perché lo divertiva di più.

Quando Matteo Arnaldi e coach Alessandro Petrone hanno iniziato a lavorare insieme, il ligure era a stento tra i primi 1000. Oggi è virtualmente n.98

Testimonial Le Coq Sportif, lo scorso anno Matteo Arnaldi ha avuto la possibilità di incontrare Yannick Noah

Amava allenarsi con gli amici, mentre in piscina c'era un senso di solitudine che lo ha convinto a virare sul tennis, che peraltro gli consente di coltivare la passione per i viaggi, oltre ad averlo formato come persona. Aveva 16 anni quando è andato a giocare alcuni tornei giovanili in Georgia, senza parlare inglese. Era da solo e dimostrò di potersela cavare: vinse il primo torneo partendo dalle qualificazioni, e in quel momento capì che il tennis poteva diventare una professione. La sua scalata è parzialmente oscurata dagli exploit di chi gli sta davanti, ma non deve passare inosservata. Per esempio, Matteo Berrettini è entrato tra i top-100 più o meno alla sua stessa età. Avere davanti due fenomeni (di precocità, ma non solo) come Sinner e Musetti può rappresentare un bel vantaggio per Arnaldi, che potrà crescere senza pressioni eccessive.

Fossero arrivati in altri tempi, i suoi risultati avrebbero avuto ben altra risonanza. Adesso starà a lui conquistarla, a suon di risultati. Il suo sorriso e la naturale simpatia lo rendono un potenziale personaggio. Siamo curiosi di vedere come gestirà la popolarità in arrivo, ma la vicinanza di Fognini sarà un bell'aiuto. “Nel corso della mia carriera mi sono spesso messo il bastone tra le ruote e per questo motivo vorrei dare una mano ai ragazzi della mia Back to Next Management a non commettere i miei stessi errori” ha detto Fognini in una recente intervista. Gli altri sono Andrea Pellegrino, Matteo Gigante e Flavio Cobolli: tutti intriganti, ma oggi la stellina è Matteo Arnaldi. Sarà lui a sfidare Casper Ruud in un Masters 1000. Sarà lui il primo ad avere una classifica a due cifre.