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ROLAND GARROS

La Mozart del tennis e il reddito di cittadinanza

Da bambina era una super-promessa, quasi ai livelli di Gasquet. Poi Leolia Jeanjean si è infortunata ed è fuggita negli Stati Uniti per non piangersi addosso. Dopo aver preso due lauree e un master, ci ha riprovato col tennis. Per un po' ha avuto bisogno dei soldi dello Stato, adesso è la stellina di Parigi.

Riccardo Bisti
28 maggio 2022

Noi lo chiamiamo Reddito di Cittadinanza. In Francia, il sistema si chiama Revenu de Solidaritè Active (RSA). Si tratta di un fondo pubblico per aiutare le persone disoccupate, o con un reddito particolarmente basso. Esiste una tabella che stabilisce gli importi a seconda del reddito e della situazione familiare. Fino a qualche tempo fa, Leolia Jeanjean era costretta a beneficiarne. Nonostante due lauree e un master conseguito negli Stati Uniti, la stellina del Roland Garros 2022 aveva deciso di darsi una chance con il tennis. Legittimo, anche se a 24 anni sei considerata fuori tempo massimo. Oggi ne ha 26 e il problema è magicamente scomparso grazie a un'avventura da fiaba, che si affianca a quella di Martina Trevisan. Non che abbiano molto in comune, ma qualche punto di contatto c'è. Per esempio, il grande talento sin da ragazzine. E uno stop di circa cinque anni, in cui il tennis – quello vero – era ormai declinato al passato. Depressione e anoressia per Martina, un gravissimo infortunio al ginocchio per Leolia. Aveva 15 anni quando la rotula del ginocchio si è procurata tre lussazioni, una dopo l'altra. Stop di due anni, diploma e poi la scelta di non piangersi addosso: biglietto aereo per gli Stati Uniti, destinazione università.

Ha avuto l'accortezza di portarsi dietro la racchetta: ha effettuato la canonica attività college, ma dava priorità allo studio. Con ottimi risultati: “Ho preso tre titoli di studio che non c'entrano niente tra loro – scherza la Jeanjean, che oggi proverà ad artigliare gli ottavi – sociologia, poi una laurea in giusizia penale e un master in finanza di investimento patrimoniale. La mia vita è così: spinge in tutte le direzioni”. Al rientro in Francia, quando ha deciso di provarci (di nuovo) con il tennis, ha lottato per sbarcare il lunario giocando tornei con montepremi da fame. Per questo, ha avuto accesso al programma RSA, il cui acronimo francese è ben diverso rispetto a quello italiano. La vita da nomade è servita a qualcosa: nel suo girovagare ha conosciuto Thomas Delgado, il coach che da tre mesi la segue a tempo pieno. Giocava un paio di tornei a Oporto ed era da sola, come sempre. Delgado aveva affittato un Airbnb con la sua giocatrice (Emeline Dartron). Allora l'hanno invitata a stare con loro. “Abbiamo svolto alcune sessioni di allenamento e siamo rimasti in contatto” dice il tecnico, co-fondatore della Smash-it Academy, nuovo quartier generale della Jeanjean.

«Ho sempre pensato di darmi una chance, perché se ero forte a 14-15 anni perché non avrei potuto esserla dieci anni dopo?»
Leolia Jeanjean
ASICS ROMA

La federtennis francese ha realizzato un profilo di Leolia Jeanjean

“Di questa avventura a Parigi sono sorpresa per aver mantenuto la calma – dice la Jeanjean – di solito mi arrabbio, non ho il miglior atteggiamento possibile. Invece mi sto comportando bene, non esprimo troppe emozioni perché non voglio sprecare energie e compromettere la mia performance”. Non aveva mai giocato contro una top-100, poi è successo che si è guadagnata una wild card per il Roland Garros vincendo la Road France, circuito di 11 tornei (dieci ITF e un WTA) che metteva in palio un invito per la giocatrice che ha raccolto più punti. Leolia ha dominato e così è potuta scendere in campo a Parigi. Ha battuto Nuria Parrizas Diaz (n.45 WTA), poi ha dominato Karolina Pliskova. “Sembra che il mio gioco disturbi molte giocatrici. Sono sorpresa ma felice, significa che ho il livello necessario”. Anche se molti non l'avevano mai sentita nominare, si tratta di un ritorno al passato: da bambina era una sorta di Gasquet in gonnella.

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L'avevano soprannimata Mozart del Tennis e batteva tutte le più forti della sua età, anche quelle più grandi. In quel periodo, le due grandi speranze del tennis francese erano Kristina Mladenovic e proprio la Jeanjean. “Sentiva il gioco come nessuno, sapeva già fare tutto, con grande intelligenza” ha raccontato all'Equipe Ines Lagdiri, sua avversaria ai tempi e oggi giornalista di France Television. Ha vinto tutto nelle categorie under ed è salita rapidamente al numero 51 della classifica mondiale giovanile, peraltro ad appena 15 anni. Poi c'è stato l'infortunio (durante un torneo in Russia). La rotula si indebolisce, l'incidente si ripete altre volte e Leolia ha bisogno di due anni per riprendersi. A quel punto sceglie di cambiare vita.

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Al primo match contro una top-10, Leolia Jeanjean ha rifilato un doppio 6-2 a Karolina Pliskova

La vita accademica negli Stati Uniti è stata un passaggio cruciale nella vita di Leolia Jeanjean

“Ho continuato a giocare al college, ma negli Stati Uniti sono ingrassata e ho perso la forma fisica. Quando ho deciso di tornare, mi sono concentrata sul recupero atletico. Ma ho sempre pensato di darmi una chance, perché se ero forte a 14-15 anni perché non avei potuto esserla dieci anni dopo? I primi anni non sono stati facili, perché negli Stati Uniti ci si allena in modo diverso. Ma nell'ultimo anno ho giocato molto bene, senza perdere neanche una partita. Allora ho pensato che avrei potuto fare un tentativo nel circuito ITF. È andata bene, ho raggiunto la semifinale al primo torneo (Cancun, nel febbraio 2020, ndr) e allora mi sono detta: 'Se mi metto in forma, forse funzionerà'”. Il COVID ha rallentanto le cose, ma la crescita è stata piuttosto rapida. Nel maggio 2021 ha vinto il suo primo titolo tra le professioniste (a Sibenik, in Croazia) e in un'intervista diceva: “Il Roland Garros? Un sogno per il 2021, un obiettivo per il 2022”. Si dice spesso così, ma non ci si crede davvero. Invece Leolia ha smentito tutti. “Nemmeno io ho una spiegazione per quello che è successo – racconta, tra flash e taccuini – ho 26 anni, questo è il mio primo Slam e non avrei mai pensato di giocarlo.

Pensavo che avrei perso in due set al primo turno, invece ho battuto una top-10. Io posso dire di non aver mai mollato, ho sempre creduto in me stessa. Probabilmente è il motivo per cui sono qui”. Sul campo le piace tirare la smorzata (“Preferisco giocarla bene piuttosto che possedere un gran dritto”) e sta sfruttando l'effetto sorpresa. Per adesso può studiare le avversarie e preparare una tattica, mentre le altre non possono fare altrettanto. I 125.000 euro e spiccioli che intascherà con il terzo turno (ma saranno molti di più se dovesse battere Irina Camelia Begu) potrà intraprendere un percorso da vera professionista. “Sarà tutto più facile: potrò pagare il coach, sovvenzionarmi i viaggi e giocare in posti lontani”. Dice che le piacerebbe entrare tra le top-100 e giocare gli Slam, ma per adesso non è il caso di porsi limiti e/o obiettivi. Adesso è il momento di sognare. “Credo che il college mi abbia aiutato, e lo ha fatto con molti altri giocatori. Penso a Cameron Norrie – dice – ti fa crescere come persona, ti mostra la vita da un'altra prospettiva. Credo che sia importante prendere questo percorso”. Non ha citato il britannico a caso. Lui è entrato tra i top-10 dopo aver fatto un percorso simile. Però, a differenza di Leolia, non ha mai avuto bisogno del reddito di cittadinanza. Anche per questo, è il momento di sognare.