Nadal si riprende l'Arena dei record

ROMA

11 maggio 2022

Stefano Maffei

Salvo qualche incertezza nei primi game, l'esordio romano di Nadal è parso convincente. Lascia appena quattro giochi a John Isner, che pure in passato lo aveva messo in difficoltà sulla terra battuta. Inizia nel migliore dei modi la settimana numero 800 tra i top-10, in un torneo in cui detiene parecchi record.

Il 10 è un numero particolarmente importante per la Roma sportiva. Rappresenta il simbolo della storia calcistica della Capitale, quella maglia giallorossa indossata per decenni da Francesco Totti. Ad onor del vero Roma ha sempre avuto due simboli, due Principi, due condottieri per due arene differenti: Er Pupone e il Sovrano della terra rossa, il 10 volte Campione degli Internazionali d’Italia, quel Rafael Nadal che ha fatto in questi 15 anni del Foro la sua trincea. Lo spagnolo si ripresentava forte dei tanti record conseguiti nell’arena romana che ne certificano appieno il titolo di Imperatore del Foro. Per elencarne alcuni: con la Decima agli Internazionali dello scorso anno Nadal è diventato il primo tennista a trionfare nella Capitale in tre decenni diversi (2005, 06, 07, 09, 2010, 12, 13, 18, 19, 2021); nonché il primo a vincere quattro tornei in almeno dieci occasioni (Montecarlo, Barcellona, Roland Garros e appunto Roma); è l’unico tennista ad aver vinto gli Internazionali d’Italia per tre edizioni consecutive (dal 2005 al 2007, solo Conchita Martinez ha fatto meglio, vincendo tra il 1993 e il 1996).

Suo anche il record di vittorie consecutive (17, interrotto dalle vesciche, prima ancora che da Juan Carlos Ferrero, nel 2008); ha giocato 76 partite a Roma (primato assoluto) vincendone 69 (anche in questo caso è un record); la finale del 2005 contro Guillermo Coria è a tutt’oggi la più lunga finale nella storia degli attuali Masters 1000 con le sue 5h e 14m, mentre la finale giocata l’anno successivo contro Roger Federer è stata la più lunga per numero di game totali (57) nella storia del torneo; la finale del 2013 sempre contro Federer invece è stata la finale più breve per numero di game disputati (6-1 6-3) assieme a quella del 2007, sempre vinta da Nadal contro il cileno Fernando Gonzalez col punteggio di 6-2 6-2; se tutto questo non fosse abbastanza Nadal vanta anche il non trascurabile record di quattro vittorie su Novak Djokovic in finale (nessun altro è mai stato in grado di batterlo in finale per quattro volte in uno stesso torneo).

ASICS ROMA

Rafa Nadal chiude l'impegno contro John Isner: la caccia all'undicesimo titolo a Roma parte da qui

HEAD

Cinque i precedenti con John Isner sulla terra battuta, tutti favorevoli a Nadal, ma l’americano è stato uno dei soli quattro giocatori a portarlo al quinto set sul mattone tritato. E solo in due lo hanno fatto al Roland Garros. Lo yankee, tra l'altro, è stato l’unico in grado di issarsi in vantaggio per 2 set a 1. Parliamo del lontano 2011, col maiorchino costretto agli straordinari prima di uscirne vittorioso per 6-4 6-7(2) 6-7(2) 6-2 6-4 dopo oltre 4 ore di gioco. A livello di Masters 1000 si ricorda invece un combattuto ottavo di finale a Montecarlo, terminato 7-6 4-6 6-3 nel 2015. Inizio un po' contratto per entrambi, costretti a risalire da 15-30 nel loro primo turno di battuta. Si prosegue on-serve sino al 3-3 quando Nadal, complice un grandissimo passante di Isner (miglior punto del match sino a quel momento) sul primo quindici e una bassissima percentuale di prime dello spagnolo (compreso un doppio fallo sul 40 pari) si trova costretto a fronteggiare due palle break: i rimpianti affiorano soprattutto sulla seconda quando l’americano commette un errore di rovescio in manovra piuttosto grave. Nadal quindi risale e torna a condurre al cambio cambio.

BREAK MANCATO, BREAK SUBITO. Come nei più classici dei capovolgimenti di fronte, nel game successivo una gran risposta di Rafa e tre errori marchiani di Big John (tra cui un dritto sparato largo di metri e una facile volée affossata in rete) danno il break al maiorchino, che poi sfrutta un servizio finalmente solido e convincente (fino a quel momento aveva mantenuto un’andatura a marce ridotte) portando in archivio il primo set: 6-3 in 43 minuti. Nei fatti, la partita è finita lì. Il Toro di Manacor alza i giri del motore e comincia il secondo set con piglio decisamente diverso. Le gambe si muovono meglio e l’intensità dei colpi raggiunge finalmente i livelli voluti dal maiorchino, di contro Isner sembra a poco a poco spegnersi e in un amen Nadal si ritrova a condurre per 5-1. Isner annulla un primo match-point col servizio, ma non può nulla sul secondo con Nadal che lo pizzica lungolinea con un tracciante di dritto lasciandolo immobile e fissando lo score finale sul 6-3 6-1 in appena 76 minuti. Quella su Isner è stata la 69esima vittoria di Nadal a Roma e la 18a vittoria (su 18 incontri) conseguita su un tennista americano sulla terra battuta.

Si è visto un Nadal convincente a tratti, incerto e contratto nella prima fase della partita, decisamente più sciolto e profondo coi colpi man mano che il match andava avanti (incoraggiato anche dalla statistica impressionante che nei Masters 1000 lo vuole sconfitto solo in 2 occasioni, Federer ad Amburgo nel 2007 e Djokovic proprio a Roma nel 2014, una volta che ha vinto il 1° set). Decisamente poco attendibile questo Isner, troppo falloso e con un fisico che comincia a mostrare il fianco all’età, soprattutto sulla terra battuta. Il prossimo avversario del maiorchino, Shapovalov, saprà dirci di più sulle sue reali condizioni e sulle eventuali velleità di contesa per il titolo.

L’anno scorso i due si incontrarono allo stesso livello di torneo e ne uscì una bellissima partita, con il canadese che arrivò a un passo dal successo: finì 3-6 6-4 7-6(3) dopo quasi tre ore e mezza, nei quali Rafa fu costretto ad annullare anche 2 match-point. Anche se giocato sul cemento, il recente precedente australiano vinto da Nadal 6-3 al quinto e il temperamento focoso tenuto da Shapovalov nella sua corrente tournée romana invogliano a credere che sarà un gran bello spettacolo. Quando c'è un vivo contrasto di stili, è sempre così. E intanto Rafa, evidentemente non soddisfatto della durata del match, ha subito chiesto un campo per andare ad allenarsi dopo la partita. Uno come lui non lascia mai nulla al caso.