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L'EREDITÀ DI FEDERER

L'addio di un super-miliardario. Ma non è sempre stato così

Nel 2002, papà Robert scrisse una lettera all'ex manager di Federer: “Nike offre 600.000 dollari? Accetta, ti prego”. Nei primi anni da numero 1, lo svizzero ha guadagnato (molto) meno di quanto avrebbe potuto. Poi è arrivato Tony Godsick ed è cambiato tutto. Il suo recente investimento sulle scarpe On Running gli avrebbe fruttato un utile di 250 milioni...

Riccardo Bisti
25 settembre 2022

Una notte un po' magica e un po' commovente ha messo fine alla carriera di Roger Federer.
Insieme all'amico-rivale Rafael Nadal e ai privilegiati Frances Tiafoe e Jack Sock ha giocato il suo ultimo match agonistico, chiuso in piena notte e in un fiume di prevedibili lacrime. Ma l'eredità di Federer resterà per sempre, come detto alla vigilia da Novak Djokovic. La sua stella brillerà ancora, sia pure lontano dai campi. Continuerà a orbitare nel mondo del tennis, intorno a quel rettangolo che tante soddisfazioni gli ha dato e ha illuminato il suo portafoglio. Federer chiude con un prize money ufficiale di 130.594.339 dollari, ma soltanto poche settimane fa la rivista Forbes ha continuato ad attribuirgli il primato di tennista più ricco. Nonostante – nei fatti – abbia smesso il 7 luglio 2021 e non abbia più intascato nulla, contratti e accordi pubblicitari gli hanno permesso di raccogliere 90 milioni di dollari negli ultimi dodici mesi, frutto di un successo commerciale che lo ha portato a essere uno dei sei atleti capaci di superare il miliardo di dollari di guadagni. Non crediamo che Federer abbia mai giocato per soldi, nemmeno a inizio carriera. I guadagni sono la diretta conseguenza dei risultati, dell'immenso amore dei fan e alle scelte di un management attento ed efficace. Nella famosa lettera di commiato (che su Twitter ha raggiunto 755.000 like, a cui si aggiungono i 310.000 di Facebook e chissà quanti su Instagram), ha ringraziato il manager Tony Godsick per aver gestito i suoi affari in modo creativo. Ed efficace, aggiungiamo noi.

Vale la pena raccontare il percorso che lo ha portato a guadagnare così tanto, e che probabilmente è una delle ragioni che lo terrà legato al nostro sport (ha anche parlato di un possibile futuro da commentatore TV). Se fate un salto sul sito della sua agenzia Team8, costruita insieme a Godsick dopo aver chiuso con IMG, troverete tre fonti di business. Una è la Laver Cup, teatro del suo addio; una è Universal Tennis, un sistema di classifica globale che punta a inserire in un unico ranking tutti i tennisti del mondo, dal vincitore di Wimbledon all'amatore della domenica. In questo modo, si possono inserire in una sola lista di tutti i tennisti del mondo. Team8 è il principale investitore del progetto. E po c'è On Running, azienda produttrice di scarpe sportive.
Vale la pena partire da qui, dalla ciliegina sulla torta economica di King Roger.
Nel 2018 è scaduto il contratto con Nike, che lo aveva vestito dalla testa ai piedi per tutta la carriera. Nessun problema per l'abbigliamento: è passato al colosso giapponese Uniqlo (si parlò di un accordo decennale da 30 milioni all'anno). Ma c'era il problema scarpe: i giapponesi non le producono, dunque ha continuato a indossare calzature Nike senza percepire compensi (peraltro, per un periodo, Nike è rimasta proprietaria dell'iconico logo RF: la faccenda si è poi risolta senza grossi traumi, col brand tornato a Federer).

«Chi ha negoziato l'attuale contratto di Federer ha creato un disservizio a tutti gli agenti. Hanno abbassato i prezzi dell'intero mercato: il suo contratto dovrebbe valere almeno 10 milioni» 
Ken Meyerson nel 2005
PLAY IT BOX

Novembre 2019: Federer diventa testimonial On Running con questa spettacolare clip pubblicitaria

Nel novembre 2019 ha iniziato a collaborare con On Running, marchio fondato nel 2010 ma capace di crescere e svilupparsi molto rapidamente. Non solo testimonial, ma anche investitore: si dice che Federer abbia messo sul piatto 50 milioni di franchi svizzeri (54 milioni di dollari). Le sneakers griffate “Roger” sono state messe in commercio a 200 dollari al paio. E poi iniziata una lunga progettazione di un prototipo di scarpe da tennis. Il mix tra pandemia e stop per infortunio gli ha permesso di lanciarle soltanto nel marzo 2021. Con le THE ROGER Pro ai piedi, Federer ha giocato i suoi ultimi tornei. Grazie alla collaborazione con Federer, On Running è diventato un piccolo colosso. Nei report pubblicati nell'estate 2021, hanno riferito di un aumento delle entrate dell'86% (343 milioni) e del raggiungimento di un utile netto di 4 milioni, prima volta nella storia. I dati sono stati pubblicati poco prima di lanciarsi nel mercato azionario americano: svolta nell'ottobre 2021, l'operazione ha permesso di raccogliere 900 milioni di dollari con la vendita di azioni e il valore della società è stimato in 10-11 miliardi di dollari.
Buona parte del merito è di Roger Federer.
Secondo solide indiscrezioni, Federer possiede il 3% della società. La matematica non è un opinione: il suo investimento iniziale (54 milioni), gli ha fruttato sei volte tanto, circa 300 milioni. Un enorme successo per un uomo che ha cambiato ogni paradigma nel mondo del tennis, e non solo.

Come detto, Forbes gli ha attribuito 90 milioni di incassi negli ultimi dodici mesi, 35 in più della seconda classificata Naomi Osaka. Secondo le stime della nota rivista americana, soltanto altri cinque sportivi hanno superato il miliardo di guadagni: Tiger Woods, Floyd Mayweather, LeBron James, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.
Un percorso straordinario, ma non sempre facile. Un percorso ben raccontato da Cristopher Clarey nel miglior libro mai scritto sullo svizzero: Roger Federer. Il Maestro, peraltro tradotto in italiano da Baldini+Castoldi. A fine 2002, Federer aveva 21 anni ed era in sesta posizione nel ranking ATP. Molti gli pronosticavano un futuro da numero 1, ma era ancora vittima di alti e bassi. La sconfitta contro Mario Ancic al primo turno di Wimbledon era stata particolarmente dolorosa. In quel momento, il suo sponsor principale era Nike e gli versava 100.000 dollari all'anno. In quel momento era rappresentato da IMG tramite l'agente Bill Ryan, che stava conducendo le trattative per il rinnovo. “Bill, chiedi a Roger di firmare il contratto – scrisse papà Robert a Ryan – ha bisogno di soldi”. Gli offrivano 600.000 dollari annui, ma secondo il manager meritava almeno un milione. Le trattative si sono prolungate e Ryan ha lasciato IMG in malo modo, al punto che l'agenzia proibì a Federer di mantenere qualsiasi rapporto con lui se voleva che continuassero a rappresentarlo.

ASICS

Qualche anno fa, il conio svizzero aveva addirittura messo in circolazione una moneta con l'immagine di Roger Federer

Un divertente spot Gillette con protagonisti Roger Federer e Lionel Messi. Da non perdere...

Il divorzio rese ancora più complicate le trattative con Nike, perché Ryan non aveva fatto in tempo a negoziare con altri marchi, le cui (eventuali) offerte avrebbero aumentato il potere contrattuale dello svizzero. A inizio 2003, Federer ha firmato un nuovo contratto con Nike sotto una nuova guida manageriale: da una parte la moglie Mirka Vavrinec (che aveva appena smesso di giocare), dall'altra papà Robert. La storia sul campo è nota: nel 2003 ha vinto il suo primo Slam, l'anno dopo è diventato numero 1 del mondo e ha dato il là a una leggenda. Ma fuori non era ancora così: in una chiacchierata con Clarey, l'allora manager di Andy Roddick (Ken Meyerson) disse che che i suoi interessi erano gestiti in modo terribile, e che stava perdendo milioni e milioni. Meyerson era riuscito a procurare al suo cliente un accordo di 5 milioni all'anno con Lacoste, mentre Federer non superava i due. “Chi ha negoziato il suo attuale contratto a ha creato un disservizio a tutti gli agenti. Hanno abbassato i prezzi dell'intero mercato: il suo contratto dovrebbe valere almeno 10 milioni”. Secondo Forbes, quell'anno Federer intascò 14 milioni, la metà di Agassi e meno di Maria Sharapova. Il clan svizzero giustificava il sostanziale immobilismo commerciale con la necessità di non fargli spendere troppe energie, ma a un certo punto si resero conto che Mirka faticava a ricoprire il ruolo di fidanzata-manager. Nell'agosto 2005, dopo il terzo titolo a Wimbledon, negoziarono con nuovi potenziali manager, compresi i suoi ex agenti IMG. Secondo Clarey, il nuovo capo dell'azienda (Ted Forstmann) si impegnò personalmente per tenere Federer tra le sue fila. Per riuscirci, organizzò un incontro con l'aiuto di Monica Seles e tramite la stessa Vavrinec. Il comune amore per il Sudafrica garantì la fumata bianca. In quel momento, l'agente della Seles era Tony Godsick.

L'impatto fu positivo e Federer firmò un contratto di rappresentanza con l'uomo che lo accompagna fino a oggi, e insieme al quale si è staccato da IMG. Primo risultato? Nel 2008, Godsick strappò a Nike un rinnovo decennale di dieci milioni all'anno, record per l'epoca. L'anno prima, Federer era diventato testimonial nella nota azienda di rasoi Gillette. A rendere ancora più potente l'accordo, il nome degli altri due testimonial: Tiger Woods e Thierry Henry. Gillette ha sede negli Stati Uniti, e quell'accordo fu la chiave di volta per l'immagine di Federer nel florido mercato americano, anche grazie alla nascente amicizia con Tiger Woods. Amicizia sincera, ci mancherebbe, ma molto redditizia sul piano commerciale. Tra l'altro, Federer ha tratto beneficio indiretto dai guai di Woods: nel 2009 è scoppiato lo scandalo delle folli avventure sessuali del golfista (sostituito da Leo Messi nel portfolio Gillette), dunque le aziende di peso iniziarono a cercare partner più sicuri e affidabili. E chi meglio di Roger Federer, che in quel momento superava il record di Slam di Pete Sampras, metteva al mondo la prima coppia di gemelle (Charlene Riva e Myla Rose) e si sposava con Mirka Vavrinec? Raccogliendo uno sponsor dopo l'altro, mischiando marchi svizzeri ad altri internazionali, a metà anni '10 guadagnava 43 milioni all'anno, poi diventati 71,5 nel 2018. Dopo gli ultimi fuochi agonistici del 2019, il ginocchio ha iniziato a tormentarlo e ha giocato pochissime partite fino all'addio di ieri sera. Ma l'assenza dai campi non lo ha danneggiato sul piano commerciale, anzi, probabilmente Roger Federer è al picco delle sue potenzialità. Aveva soltanto bisogno di un po' di tempo per comprenderle e sfruttarle. Per questo, c'è da credere che lo vedremo ancora in giro per un bel po'.
Sia pure in ruoli diversi.