The Club: Bola Padel Roma
VERSO LA RPRESA

Si riparte tra speranze, isolamento e medici-astronauti

Scatta oggi il Palermo Ladies Open, primo torneo dopo cinque mesi. Le norme anti-COVID sono molto rigide e prevedono un isolamento di 24 ore all'arrivo. Niente asciugamani ai raccattapalle, strette di mano e autografi. Ma c'è già un caso di positività. Alle critiche di Richard Gasquet, risponde Petra Martic, n.1 del tabellone: “Dobbiamo renderci conto di essere fortunate”

Riccardo Bisti
3 agosto 2020

Ci sono date più importanti di altre. Il 3 agosto 2020 rimarrà una giornata storica, almeno per il tennis. Dopo circa cinque mesi, torna a giocarsi il tabellone principale di un torneo vero. Da quando esiste il circuito, non c'era mai stata una pausa così lunga. Ma il terrore seminato dal COVID-19 ha costretto a fermarsi anche il nostro sport. È simbolico che si riparta proprio dall'Italia: il nostro Paese è diventato un esempio, emblema di rinascita. Sembrano lontanissimi i giorni cui Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, mandava un messaggio all'Italia devastata dai contagi, come se il problema riguardasse soltanto noi. Oggi ci prendiamo i complimenti del New York Times, che ha dedicato all'Italia un articolo per raccontare la metamorfosi da epicentro del contagio a esempio per il resto del mondo. Che il tennis riparta da qui, dunque, è bello. Ed è ancora più bello che accada a Palermo, con Monte Pellegrino come suggestiva immagine di sottofondo. Quando l'assemblea dei soci del Country Club deliberò la cessione a Kuala Lumpur, nessuno pensava che Palermo avrebbe avuto la forza di riprendersi la data.

Invece gli organizzatori, guidati dall'appassionato Oliviero Palma, ce l'hanno fatta. E oggi raccolgono quanto seminato, perché oggi gli occhi del mondo sono sulla Favorita. Archiviata la rabbia per il forfait a tradimento di Simona Halep, hanno un discreto tabellone con quattro azzurre (Giorgi, Paolini, Errani, Cocciaretto), nella speranza che diventino cinque: Martina Trevisan è all'ultimo turno delle qualificazioni. Il cut-off è al numero 95 e ci sono nomi importanti, tra finaliste e semifinaliste Slam. Il seeding è guidato da Petra Martic (n.15 WTA): la croata è felice per la presenza di pubblico, sia pure limitata. I raccattapalle saranno in numero minore e non dovranno più toccare gli asciugamani delle giocatrici, non ci saranno strette di mano e le tenniste non potranno fare la doccia nelle strutture del club. Anche se circa 350 persone potranno entrare al club, non ci sarà possibilità di foto e autografi.

"Appena sono arrivata in hotel ho visto un camion parcheggiato lì fuori. Al suo interno c'erano i medici, vestiti da astronauti, che effettuano i tamponi. I test sono effettuati nel parcheggio, all'ingresso dell'hotel. Prima si fa il sierologico, una piccola puntura nel dito che dà i risultati in dieci minuti, poi il tampone. Per quello, sono necessarie 24 ore" Chloe Paquet

Lo spot ufficiale del Palermo Ladies Open 2020

“È sempre bello quando un po' di persone osservano le tue partite – dice la Martic – quando ho sentito di una ripresa a porte chiuse, mi è sembrato molto strano. Capita di giocare in piccoli campi e con poca gente, ma è sempre bello quando vedi un po' di gente in giro, felice di far parte del torneo”. La croata ha trascorso il lockdown in solitaria, a Miami, sfruttando il tempo libero per migliorare in cucina. “All'inizio mi capiterà di aspettare che i raccattapalle mi passino l'asciugamano, ma dovrò abituarmi alla novità. Ricordiamoci che siamo fortunate a essere qui, certi dettagli non hanno importanza”. Il torneo patirà una piccola riduzione del montepremi (da 250.000 a 222.500 dollari), eppure gli organizzatori hanno già fatto sapere che terminerà in passivo. Tuttavia, la voglia di ricominciare era troppo grande. Anche se bisogna sottoporsi a misure di sicurezza piuttosto rigide: appena sbarcate a Palermo, le giocatrici sono state testate.

Il primo caso di positività ha riguardato Viktorjia Tomova, costretta all'isolamento. “Vieni testata al tuo arrivo. Io sono arrivata alla sera tardi, quindi lo hanno fatto al mattino dopo – dice la Martic – dopo il test, devi restare nella stanza per 24 ore in attesa del risultato. A quel punto puoi ritirare le credenziali e fare il tuo lavoro. Sono felice di essere qui, perché fino a 1-2 settimane fa non ci credevo molto”. Se è vero che si sono giocate decine di esibizioni, quello che succede a Palermo sarà analizzato al microscopio. È la base da cui partire. Nelle qualifcazioni c'era la francese Chloe Paquet, il cui racconto – pubblicato sull'Equipe – fa capire la complessità dell'organizzazione. Le giocatrici devono arrivare tre giorni prima del loro esordio, in modo da consentire lo svolgimento dei protocolli descritti dalla Martic. “Appena sono arrivata in hotel ho visto un camion parcheggiato lì fuori – dice la Paquet – al suointerno c'erano i medici, vestiti da astronauti, che effettuano i tamponi. I test sono effettuati nel parcheggio, all'ingresso dell'hotel. Prima si fa il sierologico, una piccola puntura nel dito che dà i risultati in dieci minuti, poi il tampone. Per quello, sono necessarie 24 ore. Ne avevo già fatti tre nei tornei della FFT, ma gli italiani sono più sportivi, affondano bene nel naso!”.

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Subito dopo il test inizia una sorta di lockdown di 24 ore durante il quale non è concesso nulla, neanche andare al ristorante. Il cibo viene consegnato in stanza. La Paquet ha poi aggiunto qualche dettaglio sul caso di Rosalie Van Der Hoek, la doppista olandese risultata positiva al test sierologico, che però si è tramutato in tampone negativo e le ha consentito di restare in tabellone. Pare che la Van Der Hoek abbia avuto il virus tre mesi fa e lo avesse regolarmente comunicato alla WTA. Tuttavia, a Palermo ha avuto le stesse restrizioni delle altre, poi svanite grazie alla negatività. “La WTA sta facendo del suo meglio, ma c'è molto da fare – continua la Paquet, eliminata al primo turno delle qualificazioni dalla nostra Martina Di Giuseppe – bisogna indossare sempre la mascherina, salvo quando si mangia o ci si allena. I trasporti sono più lenti, perché ogni macchina può caricare al massimo due persone, quindi dobbiamo aspettare un po' di più. Ma nel complesso mi pare che le giocatrici siano contente”. Una piccola polemica ha riguardato l'hotel ufficiale: gli organizzatori non sono stati in grado di prenotarlo tutto, quindi le tenniste lo condividono con clienti ordinari, con i tutti i rischi del caso (bassi, per la verità).

“La WTA ci ha detto che molti hotel di Palermo non hanno ancora riaperto, quindi non avevano scelta. Però hanno allestito una sala colazioni soltanto per noi e fanno in modo che si incrocino meno persone possibili”. Come detto, le attività al circolo sono ridotte: per esempio, palestra e fisioterapia si svolgono in hotel e devono essere prenotate telefonicamente. Anche la firma per la presenza avviene per e-mail. “Abbiamo ricevuto una comunicazione in cui ci raccomandano di non socializzare troppo: non è proibito andare al ristorante, ma è consigliato restare in hotel o usufruire del servizio in camera. Ci hanno comunque detto che le prime due settimane saranno di prova”. Il vero banco di prova sarà lo Us Open, e le ultime notizie sembrano confortanti: nelle ultime due settimane, il numero di contagi nella zona di New York è scesa del 13%, per una media di 651 casi al giorno. “Andrò a Praga, poi a New York, ma solo per lo Us Open – conclude la Martic – speriamo di ritrovarci tutti lì”.

Particolarmente duro invece, il commento di Richard Gasquet, impegnato nell'esibizione chez-Mouratoglou: "Quello che sta accadendo a Palermo è un vero scandalo. Non capisco come la WTA permetta che le giocatrici stiano nello stesso hotel in cui risiedono anche dei turisti. Se organizzi un torneo, devi sapere che il 100% delle camere di hotel devono essere riservate ai giocatori e al loro staff. Se non puoi, annulli il torneo. Allo US Open dovrà inevitabilmente essere diverso, bisogna creare una bolla sicura".