The Club: Bola Padel Roma
LA STORIA

Il Drago del tennis non si stanca mai. Proprio mai

L'impressionante stagione di Dragos Nicolae Madaras: forte di nove titoli in cinque mesi, vuole battere il record ITF per una singola stagione. La curiosa storia di un Ironman ripudiato dalla Romania e accolto dalla Svezia, dalla personalità un po' naif e l'ossessione per il tennis: “Voglio giocare più di tutti!”

Riccardo Bisti
25 maggio 2023

Quando l'ITF lo ha chiamato per un'intervista, ha detto quello che gli passava per la testa. “Non ne ho mai abbastanza del tennis. Voglio giocare ogni settimana, voglio giocare più tornei di tutti”.
Dici: Vabbè.
In realta, Dragos Nicolae Madaras fa sul serio. Nel 2021 (ultima stagione in cui ha giocato senza noie fisiche) ha dedicato 37 settimane ai tornei. “A cui bisogna aggiungere le gare a squadre in Svezia, in Germania e in Italia”. E c'è un aneddoto legato all'Italia che – forse – lo racconta nel modo migliore. Per cinque anni è stato tesserato per il Circolo Tennis San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento. Leggenda narra che prima di un match a Barletta, con temperatura infuocata a 40 gradi, si sia scaldato... con una corsa sulla spiaggia. Nel giorno in cui il tennis svedese si vergogna per il brutto gesto di Mikael Ymer (squalificato al torneo ATP di Lione per aver danneggiato violentemente il seggiolone dell'arbitro), si consola con la favola di un 25enne rumeno di nascita e famiglia, ma ormai figlio della Svezia. L'intervista con l'ITF, dicevamo: perché mai la Federazione Internazionale dovrebbe intervistare un tizio intorno al numero 300 del mondo? Facile: aveva iniziato la stagione vincendo quattro titoli ITF, tre ad Antalya e uno al Cairo.

“Voglio vincere dieci tornei ITF!” tuonò, consapevole che sarebbe il record assoluto in campo maschile (in tre erano arrivati a nove: Mohamed Safwat nel 2013, Hans Podlipnik-Castillo nel 2014 e Riccardo Bellotti nel 2016) ed eguaglierebbe il primato di Arantxa Rus, che nel 2019 arrivò a dieci. In Svezia gli hanno chiesto il perché di questa bizzarra affermazione: “Ormai mi ci devo attenere! - ha risposto – non so perchè ho detto dieci, ma adesso la cosa importante è ottenere punti per giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam”. Parigi è andata, ma per Wimbledon ci sono discrete speranze. Numero 241 ATP (sua miglior classifica di sempre), in questi giorni è impegnato a Skopje, per un torneo Challenger, laddove è già nei quarti. Ha ancora un paio di settimane per garantirsi l'accesso al Community Sport Centre di Roehampton. “Non sono il tipo di giocatore che fissa degli obiettivi, non dirò mai che voglio entrare tra i top-100 o diventare numero 1 – racconta – voglio solo giocare e divertirmi. Forse diventerò numero 100 o numero 50, forse resterò dove sono... ma voglio divertirmi giocando al massimo. Vorrei scoprire qual è il mio massimo”. Un tipo simpatico, quasi naif, ma capace di farsi benvolere da tutti. “Il tennis è giocare le partite. Poi, se hai tempo, puoi allenarti. Sono le partite a farmi migliorare e salire in classifica, mica gli allenamenti!”. E giù una risata che risuona beffarda in Romania, laddove oggi sarebbe il numero 2.

  • 66

    Le partite giocate da Dragos Nicolae Madaras nel 2023. E non siamo neanche a fine maggio... Il bilancio attuale è di 60 vittorie e 6 sconfitte

Cresciuto in Romania, Madaras si è trasferito a Helsingborg a 14 anni di età. Oggi è tesserato per il Fair Play Tennisklubb di Malmoe

La storia di Dragos Nicolae è un continuo rimbalzo tra il Paese natale e quello adottivo. Lui è nato a Deva, nel cuore della Transilvania, a metà strada tra Bucarest e Budapest. Il padre giocava a calcio, la madre a pallamano, lui ha cominciato con il tennis a 7 anni, presso il Club Alpa Deva. Quando hanno capito che aveva talento si sono spostati a Bucarest, laddove hanno toccato con mano l'inefficienza della federtennis rumena. Non c'erano i soldi per aiutare i giovani o sviluppare i giocatori, ma all'improvviso sbucavano fuori 20.000 euro per sovvenzionare la trasferta di Simona Halep a Singapore per le WTA Finals. Il destino di una giovane promessa, dunque, è tutto nelle mani delle famiglie. Il punto di non ritorno risale a una dozzina d'anni fa: forte dei buoni risultati del figlio in alcuni tornei internazonali, papà Gelu provò a bussare presso il club di Dinu Pescariu (n.75 ATP nel 1998, ricordato per una vittoria contro un McEnroe a fine carriera). Trovò un coach che gli rispose quasi a muso duro: “Giocare nel nostro circolo costa 650 euro al mese”. “Non era minimamente interessato a sapere chi fosse mio figlio, non chiese neanche il nome”. Evidentemente la voce si sparse. Mentre Madaras Sr tornava a casa, ricevette una chiamata dal circolo. “Scusaci, non sapevamo che fossi il padre di Dragos Madaras... se vuoi tornare indietro possiamo discutere”.

In quel momento decise che il figlio non si sarebbe più allenato in Romania. Aveva un amico a Helsingborg, in Svezia, laddove erano stati ospitati quando il figlio aveva giocato un torneo giovanile in Danimarca (che dista mezz'ora di traghetto). “Ci eravamo trovati bene e mio padre ha pensato che fosse la cosa giusta, sia per il mio tennis che per il mio fratello maggiore Vlad Andrei, che gioca a calcio”. Mai scelta fu più azzeccata: zero spese e la possibilità di allenarsi con Mattias Arvidsson (già coach di Polona Hercog e Johanna Larsson) presso l'Helsingborgs Tennisklubb. Dragos ha trascorso lunghe giornate in compagnia di Johanna Larsson, ex top-50 WTA. “Vedere la sua professionalità mi ha aiutato moltissimo, e l'ho potuto fare a costo zero. Per frequentare giocatori così forti bisogna andare in costose accademie, mentre a Helsingborg avevo tutto”. Giorno dopo giorno, ha maturato l'idea di diventare svedese. Ne ha parlato pubblicamente nel 2015, forse per ottenere un cenno dalla Romania. Niente. E così, nel 2016 ha ottenuto la cittadinanza e ha iniziato a rappresentare il Paese di Borg, Edberg, Wilander e tanti altri campioni. “Devo ringraziare il mio manager Erik Ullsten, già mentore della Larsson, che mi ha aiutato tantissimo con la logistica e l'ottenimento del passaporto”.

Madaras ha vinto sette dei nove titoli stagionali ad Antalya. Gli altri due sono arrivati al Cairo (Egitto) e a Varnamo (Svezia)

C'è qualcuno che ama il tennis più di Dragos Nicolae Madaras?

Disse fin da subito che gli sarebbe piaciuto giocare in Coppa Davis, una sorta di indennizzo per chi gli aveva dato molto. Il sogno si è realizzato lo scorso anno, quando capitan Robin Soderling lo ha convocato per il match contro il Giappone. La favola si è tramutata in fiaba perché il match si giocava proprio a Helsingborg, e l'infortunio di Mikael Ymer gli ha permesso di giocare da titolare. Fu un weekend agrodolce perché perse entrambi i singolari. Per sua fortuna la Svezia ha vinto ugualmente, poi alle Finals di Bologna si limitò a fare la riserva. Quest'anno non è stato convocato per il turno preliminare contro la Bosnia: in quei giorni aveva visto bloccarsi l'attività a causa del terremoto che aveva colpito Turchia e Siria. Fu costretto a fermarsi un paio di settimane (drammatico, per uno come lui) e ne approfittò per andare a trovare un amico in Iran. Oggi è il numero 3 del Paese alle spalle dei fratelli Ymer, ancora saldamente davanti a Leo Borg (n.466 ATP), dunque una sua convocazione per le Finals del 2023 (ancora a Bologna, contro Canada, Italia e Cile) è più di una semplice suggestione. In fondo, per Dragos Nicolae Madaras l'importante è giocare a tennis. Giocare sempre, a qualsiasi ora e in qualsiasi condizione. Qualcuno si è lamentato perché il recente Challenger di Torino (sulla terra battuta) ha vissuto le fasi finali sul cemento indoor. Uno scherzo, per lui. Qualche tempo fa giocò i primi tre match di un torneo ITF ad Antalya su tre superfici diverse: primo turno sul sintetico, secondo sul cemento, poi dai quarti – finalmente – sulla terra battuta.

Adesso è tornato in Romania, ma la fedeltà all'amata Svezia non è in discussione. “Faccio base a Bucarest con il mio coach Cristian Dumitrascu – racconta – ma solo perché lui è rumeno. Lavorassi con uno spagnolo, abiterei in Spagna. Ma tanto sono sempre in giro... Casa mia? Direi che sto al 50% a Bucarest e al 50% a Helsingborg, dove torno quattro volte all'anno”. Tra l'altro, da qualche mese è diventato papà di una bambina. “Per adesso mia figlia mangia e dorme tutto il tempo, ma un giorno spero di poterla portare nel circuito con me”. Un nomade del tennis che continuerà a giocare per la Svezia, senza alcuna incertezza. “Non potrebbe fare altrimenti – racconta il padre – non possiamo tradire chi ha creduto in noi e ci ha aiutato in modo fantastico, con allenatori e sponsor. Anche il sindaco di Helsingborg è venuto a ringraziarci per aver scelto di giocare con loro”. Non sappiamo fino a dove potrà spingersi Dragos Nicolae Madaras. Forse non interessa nemmeno a lui, che qualche anno fa – in preda all'entusiasmo giovanile - investì tutto l'ingaggio per la Serie B italiana in un bar di Benevento. Intanto i suoi titoli ITF nel solo 2023 sono diventati nove. Va bene giocare i Challenger, va bene sognare Wimbledon, va bene esplorare i propri limiti. Però, suvvia, ancora un paio e Madaras si sarà costruito il suo posticino nella storia del tennis. Un po' strambo, ma in fondo chissenefrega.