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Il miglior libro su Roger Federer

Anni di contatti giornalistici, oltre 20 esclusive con lui e decine di interviste con chi lo ha conosciuto, hanno permesso a Cristopher Clarey di scrivere il libro definitivo sullo svizzero, in attesa di un'autobiografia. Oltre 500 pagine da non perdere.

Riccardo Bisti
16 settembre 2022 (Articolo scritto il 25 dicembre 2021)

A Natale si scartano i regali. Tanti appassionati, probabilmente, avranno trovato sotto l'albero una delle tante biografie di Roger Federer. Nonostante lo svizzero voglia darsi ancora una chance nel 2022, è chiaro che il meglio della sua carriera sia già alle spalle. Non sorprende, dunque, che siano già disponibili decine e decine di titoli in suo onore. In un'offerta così vasta, è importante districarsi e fare l'acquisto giusto. Il nome di Cristopher Clarey è una garanzia: molti tifosi di Federer hanno esultato quando hanno saputo che Baldini+Castoldi ha tradotto il suo monumentale Roger Federer. Il Maestro. Il giornalista americano segue il nostro sport da oltre 30 anni, ed è la prima firma tennistica del New York Times. Questo gli ha permesso di avere un accesso più semplice a Federer rispetto alla quasi totalità dei colleghi. Quanti possono dire di aver avuto oltre 20 esclusive con lui? Probabilmente nessuno, ad eccezione di quel Renè Stauffer che lo segue sin da quando era un ragazzino. Ma forse nemmeno Stauffer ha avuto esperienze forti come Clarey. Il libro del cronista americano è uscito in lingua inglese lo scorso 24 agosto, poco dopo il compimento dei 40 anni di Federer, quando lo svizzero aveva annunciato l'ennesimo periodo di stop a causa di un altro intervento al ginocchio malandato.

Ma era chiaro che un lavoro del genere non si sarebbe limitato agli anglofoni. In Italia è uscito da un mesetto, giusto in tempo per Natale. Chiunque ama Federer - ma anche gli sportivi in generale - rimarrà soddisfatto da 560 pagine in cui Clarey ha messo nero su bianco vent'anni di accesso giornalistico a Federer in sei continenti, con esperienze straordinarie. Per esempio, lo ha aspettato insieme a un'autista fuori da uno stadio pieno nei pressi di Buenos Aires; ha preso un volo privato insieme a lui di prima mattina, dal deserto della California al freddo di Chicago; hanno fatto colazione insieme in un luogo incantevole, con vista sul Lago di Zurigo. Nel corso della sua fantastica carriera, Federer è stato spesso paragonato a un artista. Pittore, ballerino classico, poeta... In effetti, ha fatto sembrare il gioco del tennis incredibilmente semplice grazie grazie a una tecnica sopraffina, oltre a dettagli come la capacità di tenere gli occhi fissi sul punto d'impatto tra racchetta e pallina per una frazione di secondo in più rispetto agli altri.

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"La verità è che mi sento molto fortunato. Credo sia questo uno dei motivi per cui vorrei giocare il più a lungo possibile: dopo il ritiro, certe cose non torneranno più"
Roger Federer

Cristopher Clarey racconta lo svolgimento del suo libro su Roger Federer

Ma un buon giornalista deve andare in profondità, non può limitarsi a citare il pallottoliere dei trofei, descrivendo 20 Slam e i 103 titoli raccolti in due decenni. E Clarey ben conosce la sua professione. Ha ripercorso la storia di King Roger ancor prima delle origini, visitando il quartiere sudafricano laddove un 23enne Robert Federer si innamorò di una ragazza di 18 anni di nome Lynette. I due sarebbero diventati i genitori più invidiati al mondo. Il loro incontro è solo il primo di diversi colpi di scena voluti dal destino: lungo il libro, Clarey individua alcune situazioni che avrebbero dovuto verificarsi affinchè un ragazzo pieno di talento potesse diventare il Federer che conosciamo oggi. Da adolescente, per esempio, ha dovuto scegliere tra il tennis e il calcio. Se la cavava ottimamente col pallone tra i piedi, e probabilmente sarebbe diventato un professionista. E poi i suoi primi maestri e la famiglia hanno dovuto gestire la sua turbolenza emotiva. "Questi sono i punti cardine - scrive Clarey - come Robert Federer che dice al figlio capriccioso di trovarsi un passaggio per tornare a casa a Basilea".

In altre parole, non lo ha coccolato come ci si sarebbe aspettato per un ragazzo del suo talento. Il libro è denso di interviste con persone che hanno conosciuto a fondo Federer, e si scoprono personaggi che hanno avuto enorme influenza nel suo sviluppo, compresi quelli meno famosi: il preparatore atletico Pierre Paganini (che si occupa dei suoi muscoli sin da quando aveva 19 anni, proponendo standard di allenamento completamente nuovi), lo psicologo Christian Marcolli o il compianto Peter Carter (morto tragicamente nel 2002, ad appena 37 anni). "Il funerale di Carter è stato un punto di svolta per Federer - scrive Clarey - quel passaggio fu essenziale, quasi decisivo. Se Federer avesse realizzato sul campo la visione di Carter, una vita così breve avrebbe trovato compimento almeno in questo senso". Tesi confermata dallo svizzero con lo stesso autore, sia pure con la dovuta riservatezza: "La sua morte mi ha dato nuova motivazione". Era stata proprio la famiglia di Roger a spingere Carter a effettuare il viaggio di nozze in Sudafrica.

Roger Federer festeggia con Mirka Vavrinec il primo dei suoi 8 titoli a Wimbledon. I due si sono sposati nel 2009

Avremmo potuto inserire centinaia di filmati con le qualità tecniche di Roger Federer. Abbiamo scelto di pubblicare quello con le 10 volte in cui... ci ha fatto impazzire

Roger Federer. Il Maestro chiarisce come il flirt olimpico con la collega Miroslava Vavrinec sia sfociato in una relazione che ha mischiato ruoli personali e professionali all'interno del team. E sì, anche Clarey è convinto che il matrimonio sia stato uno dei pilastri del suo successo. Col tempo, Mirka ha imparato a gestire il ruolo di First Lady, rinunciando da ormai quindici anni a ogni rapporto con la stampa, in virtù di una riservatezza che li ha sempre (o quasi) tenuti lontani dal gossip. Ovviamente si parla anche di tennis, con le partite-simbolo della sua carriera. Da una parte le grandi vittorie, come il successo su Sampras a Wimbledon 2001 (il famoso passaggio di consegne) o l'incredibile vittoria all'Australian Open 2017, senza dimenticare le sfide con i primi grandi avversari (Andy Roddick e Marat Safin su tutti). In mezzo, le sconfitte più dolorose. È la viva voce di Nadal e Djokovic ad approfondire i due Wimbledon perduti per un soffio, e con immenso dolore (2008 e 2019).

Le testimonianze di tanti avversari inquadrano Federer come un uomo a due facce: tanto gentile e accomodante negli spogliatoi, quanto feroce nell'utilizzare il suo killer istinct non appena mette piede in campo, anche contro i suoi migliori amici. Lo stesso Federer ha definito la sua avventura nel tennis come un'esperienza fuori dal corpo, come se una forza sovrannaturale si impossessasse di lui non appena mette piede sul campo. E lo diceva ancora prima di diventare una star planetaria, uno degli atleti più pagati al mondo. Forse è questa una delle chiavi per spiegare la sua riluttanza a ritirarsi, a fare un tentativo anche scavallati i 40 anni di età. D'altra parte lo aveva detto proprio a Clarey nel 2012: "La verità è che mi sento molto fortunato. Credo sia questo uno dei motivi per cui vorrei giocare il più a lungo possibile: dopo il ritiro, certe cose non torneranno più". E allora vuole viverle ancora una volta. One More Time.