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COPPA DAVIS

Il grande regalo della Slovacchia: Volandri esulta

Incomprensibile scelta degli slovacchi: i prossimi 4-5 marzo accoglieranno l'Italia sul cemento indoor, condizione preferita di Berrettini e Sinner, senza contare che Molcan e Gombos vantano percentuali migliori sulla terra battuta. La strada verso le Finals sembra in discesa. L'unica incognita riguarderà le disponibilità.

Riccardo Bisti
17 dicembre 2021

Nei suoi anni da giocatore, Filippo Volandri aveva una netta preferenza per la terra battuta. In un paio di occasioni preferì rinviare la trasferta sul cemento americano, preferendo giocare alcuni Challenger in Italia. Oggi, nelle vesti di capitano dell'ItalDavis, esulta perché la Slovacchia ha effettuato una scelta incomprensibile. Facendoci un grosso favore, gli slovacchi ci ospiteranno sul cemento indoor della NTC Arena di Bratislava. Per l'esattezza, l'impianto si chiama AXA Arena NTC ed è un gioiellino nel cuore della capitale slovacca, laddove c'è anche il Centro Tecnico Nazionale della federazione, con campi sia all'aperto che al coperto. E pochi sanno che il palazzetto (in grado di ospitare 4.000-4.500 spettatori nella configurazione standard, che diventano 6.000 per i concerti) è dotato di un tetto retrattile per giocare all'aperto nei mesi più caldi. Non accadrà nel weekend di Slovacchia-Italia, i prossimi 4-5 marzo, in orari da definire e con palle Dunlop. Quando furono sorteggiati contro l'Italia, il Segretario Generale della Slovensky Tenisovy Zvav, Igor Moska, disse: “L'Italia è una delle squadre più forti al mondo, con due top-10. Sono forti su tutte le superfici, non vediamo l'ora di accogliere una grande squadra all'NTC, sarà un grande evento. Parleremo con i giocatori e con il capitano Tibor Toth per scegliere la superficie”.

A quanto pare, il dialogo ha partorito la decisione di giocare sul cemento indoor. Siamo ai limiti dell'autolesionismo, perché si tratta delle migliori condizioni per Matteo Berrettini (che ha fissato la Davis tra gli obiettivi del 2022) e Jannik Sinner. E gli slovacchi non sono certo specialisti dell'indoor. Lo dicono i numeri: considerando tornei ATP e Challenger (ed escludendo gli ITF) ecco il bilancio di Alex Molcan: 56 vittorie e 38 vittorie sulla terra battuta (59,57% di vittorie), che diventa 26-23 sul duro (53,06%). Salvo sorprese dell'ultim'ora, il secondo singolarista dovrebbe essere Norbert Gombos, i cui numeri parlano di un 94-79 sulla terra (54,33% di vittorie) e di 126-108 (53,84% sul duro). Insomma, i numeri bocciano impietosamente la scelta di Tibor Toth, che è anche coach personale di Gombos. Uno degli aspetti più affascinanti della Davis – nel suo format originale – è il fattore campo, in cui la squadra più debole le prova tutte per mettere in difficoltà gli avversari. La storia è piena di piani d'accoglienza ai limiti del regolamento, mentre la scelta degli slovacchi sembra un “Prego, accomodatevi” per gli azzurri.

ASICS ROMA
«l'Italia è uno degli avversari che non volevamo affrontare. Hanno due top-10 e diversi top-100. Vedremo se si presenteranno al completo, sono favoriti ma abbiamo il vantaggio del fattore campo» 
Norbert Gombos

Nel 2019, gli slovacchi accolsero il Canada sulla terra battuta e sfiorarono l'impresa

“L'Italia è una squadra molto forte – dice Toth – i numeri suggeriscono la loro forza, ma sono contento di giocare in casa e spero che ci saranno tanti spettatori per assistere a un weekend di grande tennis”. Toth è stato assunto nel novembre 2020, scippando la panchina a Dominik Hrbaty, vera e propria leggenda del tennis slovacco, principale artefice della storica finale del 2005. I federales lo hanno silurato dopo le due sconfitte consecutive contro Canada (2019) e Repubblica Ceca (2020) che hanno impedito alla Slovacchia di accedere alle due edizioni delle Davis Cup Finals, costringendo al play-off contro il Cile dello scorso settembre. Tutti gli incontri si sono giocati nello stesso impianto in cui giocherà l'Italia, uno dei pochi palazzetti slovacchi a rispettare gli standard internazionali. Detto che l'Italia è nettamente più forte, anche con un'eventuale squadra B, la loro unica chance poteva essere l'allestimento di un campo in terra battuta.

Non tanto per dare una mano a Molcan e Gombos, ma per mettere in difficoltà gli azzurri. Pur restando molto forti, Sinner e Berrettini perdono qualcosina sul rosso, a maggior ragione in un periodo in cui si gioca su altre superfici. “Sarà una partita molto difficile, l'Italia è uno degli avversari che non volevamo affrontare – ha detto Gombos – hanno due top-10 e diversi top-100. Vedremo se si presenteranno al completo, sono favoriti ma abbiamo il vantaggio del fattore campo”. L'unico modo per farlo valere – a nostro avviso – era giocare sulla terra rossa. E non ci sono alibi economici, poiché avevano già scelto questa superficie per i match contro Canada e Repubblica Ceca (mentre contro il Cile avevano optato per il duro). Per preparare lo scherzetto all'Italia sarebbe stato l'unico stratagemma, unito a una preparazione maniacale nelle due settimane precedenti, anche a costo di rinunciare a una settimana di tornei. Anche perché non ci sono certezze assolute sulle scelte degli azzurri.

Norbert Gombos vanta una percentuale di vittorie analoga tra terra battuta e cemento

La federtennis slovacca avrebbe tutte le risorse per allestire un campo in terra battuta

Per esempio, Berrettini andrà in Slovacchia dopo aver giocato sulla terra sudamericana (ha siglato un accordo con Rio de Janeiro) e sul cemento all'aperto di Acapulco prima di volare a Indian Wells? Quale sarà il programma di Sonego? Dopo le dichiarazioni post-Croazia, Fognini si sente ancora parte del progetto? Più facile prevedere l'adesione di Sinner: non è nota la sua programmazione di febbraio, ma è possibile che possa scegliere Dubai come lo scorso anno. Il percorso Dubai-Bratislava-Indian Wells, tutto sommato, avrebbe un senso. E non è da escludere che la nuova programmazione di Lorenzo Musetti sia stata pensata in ottica Davis: come ha informato Sportface, l'idea iniziale era giocare in Sudamerica, invece resterà in Europa, facilitando la logistica per Bratislava. Supposizioni, ovviamente. Con queste premesse-incognite, giocare sulla terra battuta sarebbe stato un mini-elemento di preoccupazione per gli azzurri. Insomma, Volandri può essere soddisfatto e con lui Angelo Binaghi, desideroso di portare in Italia uno dei quattro gironi delle Finals 2022.

L'unico ostacolo per arrivarci era rappresentato dalla trasferta in Slovacchia, ma oggi la strada sembra ancora più in discesa. L'impianto in cui giocheremo è stato inaugurato nel 2003 e due anni dopo ha ospitato addirittura una finale di Coppa Davis: grazie a un monumentale Hrbaty, gli slovacchi arrivarono a un passo dal trionfo nel 2005. In assenza di altri impianti (la Ondrej Nepela Arena fu riaperta nel 2011), l'ITF fu costretta a concedere una deroga per giocare nell'allora Sibamac Arena, la cui capienza è lontanissima dai 10.000 richiesti per una finale di Davis. In quel weekend, con il pubblico stipato anche sui gradoni e in un clima da torcida (si accesero persino dei fumogeni), si arrivò sul 2-2 ma il sogno slovacco fu bloccato da Mario Ancic, vincitore dell'ultimo singolare contro il modesto Michal Mertinak, schierato al posto di Karol Beck, che poche settimane prima fu sospeso per doping. Negli anni, l'impianto è diventato AEGON Arena prima di assumere la denominazione attuale, e ha ospitato praticamente tutti gli incontri interni di Coppa Davis e BJK Cup, oltre all'ATP Challenger di Bratislava. Il sogno azzurro ripartirà da qui.