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IL PERSONAGGIO

Il camper è parcheggiato, ma le bollette vanno pagate

Nonostante abbia guadagnato quasi 3 milioni in premi ufficiali, Dustin Brown sottolinea l'importanza delle esibizioni per guadagnare in un periodo senza tornei. “Devo pagare le bollette, e poi vorrei permettermi di viaggiare ogni tanto con il coach”.

Riccardo Bisti
22 luglio 2020

La recente cancellazione del torneo ATP di Washington mostra quanto sia complicata – e tortuosa – la via verso la normalità. Le restrizioni ai viaggi, e le conseguenti quarantene, rappresentano un problema per il tennis. Dopo i disastri dell'Adria Tour, adesso viene preso tutto molto seriamente: basti pensare all'espulsione di Danielle Collins dal World Team Tennis per aver violato le norme anti-COVID. Secondo il presidente WTA Steve Simon, riavremo la normalità soltanto nel 2022. Eppure la vita va avanti, con i suoi costi e le sue incombenze. Ne ha parlato, con brutale onestà, Dustin Brown. Il tedesco di origine giamaicana ha una grande fortuna: pur non essendo mai entrato tra i top-50 ATP (è stato al massimo n.64), è tra i giocatori più spettacolari del circuito. Per questo, è richiesto da tanti organizzatori ed è il giocatore perfetto per le esibizioni. In questo periodo senza tornei, ha giocato più partite possibili. Già a maggio ha partecipato al torneo a porte chiuse, organizzato dal sito Tennis Point, presso il Base Tennis Centre di Coblenza. E poi è stato tra i protagonisti dell'Ultimate Tennis Showdown di Patrick Mouratoglou (che vivrà una seconda tappa già dal prossimo weekend). “Penso che sia stato bello poter giocare, perché ci sono ancora alcuni paesi in regime di lockdown – ha detto Brown – il tennis è il nostro lavoro, quindi non giocare significa non guadagnare.

Le bollette continuano ad arrivare, quindi queste esibizioni sono preziose ed è buono che continuino a spuntare ovunque. Ne ho già giocata una in Germania e per noi tennisti è importante avere un reddito almeno nel nostro Paese”. Inoltre la DTB ha cancellato la Bundesliga, remunerativo campionato a squadre capace di attirare diversi top-100 ATP. I club tedeschi possono pagare ingaggi importanti, fornendo ossigeno economico a tanti giocatori compresi tra la 200esima e la 300esima posizione (attualmente Brown è n.239). “I soldi raccolti in questi eventi servono a pianificare la programmazione per i tornei internazionali, e magari consentire di viaggiare con l'allenatore negli Slam. Adesso tutto questo non c'è più”. Per venire incontro ai giocatori di seconda fascia, ATP e WTA hanno studiato un programma di assistenza finanziaria. Si erano limitate ai giocatori e alle giocatrici entro i top-500, poi l'ITF è intervenuta estendendo gli aiuti anche a chi sta più indietro. Non si tratta di cifre straordinarie: le donne hanno ricevuto fino a 10.400 dollari, gli uomini 8.650. Ma solo se rispettano determinati parametri, peraltro stabiliti con criteri piuttosto complicati. Per fortuna dei giocatori, Wimbledon ha messo sul piatto 10 milioni di sterline, spalmate su 620 tennisti, distribuendo parte del montepremi nonostante la cancellazione.

La grande vittoria a Wimbledon 2015 contro Rafael Nadal

"Il tennis è il nostro lavoro: non giocare significa non guadagnare. Le bollette continuano ad arrivare, quindi le esibizioni sono preziose ed è buono che continuino a spuntare ovunque" Dustin Brown

“La nostra situazione è la stessa di molte aziende – ha detto Brown – in tanti stanno facendo fatica, e credo che iniziative come quella di Patrick Mouratoglou siano fondamentali. Ritengo che i giocatori siano stati felici di competere e allo stesso tempo divertirsi”. In condizioni normali, con la sua classifica Brown faticherebbe a trovare posto allo Us Open, nemmeno nelle qualificazioni. Per sua fortuna, dovrebbe ottenere almeno i 15.000 dollari che la USTA ha pensato di destinare a tutti i giocatori che avrebbero preso parte alle quali (che non si giocheranno). Ci saranno tantissimi forfait (ammesso che il torneo si giochi), ma per artigliare un posto nel main draw avrebbe bisogno di un centinaio di ritiri. Difficile. Secondo Brown, non sarà facile garantire la sicurezza come è invece riuscito in varie esibizioni.

Un conto è dover gestire una decina di persone, un conto è averne trecento. Credo che il problema sia ben diverso. Se ci sono tante persone, è più difficile mantenere il distanziamento sociale. In Europa è tutto più facile, mentre recarsi in un altro continente è un'altra storia”. In questi mesi, Brown ha fatto parlare di sé anche per la risposta indiretta a Dominic Thiem: in primavera, l'austriaco si era schierato contro il Player Relief Fund: a suo dire, nei tornei minori c'erano troppi giocatori poco professionali. “Non vedo perché dovrei dare soldi a queste persone”. Le sue dichiarazioni hanno scatenato la replica dell'algerina Ines Ibbou, che in un lungo filmato aveva chiesto il rispetto di Thiem. Anche Brown si era esposto via Twitter, tirando fuori un argomento di cui per anni ha preferito non parlare: la sua vita prima del 2010. “Ho iniziato nel 2004 e ho vissuto in un camper, sopravvivendo di settimana in settimana con i soldi che guadagnavo. Se avessi perso al primo turno di un torneo da 10.000 dollari, ne avrei guadagnati 117,5 al lordo delle tasse. Per questo, mi sono messo a incordare le racchette degli altri giocatori per 5 dollari. Se la crisi da coronavirus fosse arrivata allora, mi sarebbe costata la carriera”.

"Ho iniziato nel 2004 e ho vissuto in un camper, sopravvivendo di settimana in settimana con i soldi che guadagnavo. Se avessi perso al primo turno di un torneo da 10.000 dollari, ne avrei guadagnati 117,5 al lordo delle tasse" Dustin Brown 

Bergamo, 2016: uno dei punti più spettacolari mai giocati da Dustin Brown

Per anni si era rifiutato di parlare del suo mitico camper, ma le frasi di Thiem lo avevano fatto arrabbiare. Nel 2004, quando fu annullato il circuito di tornei Futures in Giamaica (dove risiedeva), Brown si trovò a un bivio. Smettere o andare avanti? L'intuizione venne a mamma Inge (tedesca): insieme a papà Leroy (giamaicano), raccolsero qualche soldo per comprargli un camper Volkswagen e consentirgli di viaggiare riducendo i costi. Per anni ha vissuto così, cucinandosi la pasta, incordando le racchette ai colleghi (perché gli incordatori ufficiali chiedevano il doppio) e magari ospitando qualcuno nel camper, a tariffe ben più economiche rispetto agli hotel. Dopo anni trascorsi in giro per i Challenger europei, raccogliendo più soldi possibili tra singolare e doppio, Brown ha poi fatto il suo ingresso tra i top-100 nel 2010. Salvo qualche exploit, ha veleggiato tra la centesima e la duecentesima posizione. Ha raggiunto il picco di popolarità nel 2015, quando ha battuto Rafael Nadal a Wimbledon (c'era già riuscito ad Halle l'anno prima). Se il camper è andato definitivamente in pensione, parcheggiato nella casa della madre a Winsen, nei pressi di Amburgo, la sua preoccupazione per il denaro è rimasta tale. Anche quando è entrato nel dorato mondo del circuito ATP non ha perso certe abitudini.

Una volta ha trascorso una serata in una lavanderia self service perché quella ufficiale costava troppo. E in generale le spese sono tante. Troppe. Il sito ATP informa che ha guadagnato quasi 3 milioni di dollari in premi ufficiali... “Ma in tasca resta molto, molto meno. Dobbiamo pagarci tutto: voli, cibo, lavanderia... mi piacerebbe avere un fisioterapista e un coach sempre con me, ma non me lo posso permettere”. E allora ben vengano le esibizioni, i guadagni extra e qualsiasi cosa possa migliorare la qualità della sua vita, anche in tempo di coronavirus. D'altra parte Dustin vuole andare avanti fino a 40 anni. Il suo tennis estemporaneo, poca tecnica e tanto istinto, lo rende pericoloso nella singola giornata. Lui spera che i pezzi del puzzle possano mettersi insieme in un torneo intero, magari sull'erba. Due vittorie su Nadal sono un biglietto da visita niente male. “Non mi preoccupo dell’avversario: se gioco bene, è la mia superficie preferita. Semmai sono gli altri a doversi preoccupare di me”. Il messaggio è chiaro: quando sarà tornata la normalità, lo troveremo ancora in giro. Per mettere definitivamente alle spalle gli stenti di Montego Bay e gli anni trascorsi dentro un camper.

Dustin Brown è attualmente numero 239 ATP