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DAVIS CUP FINALS

Volandri verso Malaga con il dilemma Berrettini

Filippo Volandri ha convocato Sinner, Musetti, Arnaldi, Sonego e Bolelli per le Finals di Malaga. Paradossalmente, il recupero di Berrettini potrebbe metterlo in imbarazzo: chi escluderebbe? Giallo in Olanda: Haarhuis convoca solo quattro giocatori. “Aspetterò Bercy per scegliere il quinto”.

Riccardo Bisti
24 ottobre 2023

La premessa è più che mai necessaria: ci sarà tempo fino alle 11 di lunedì 20 novembre per effettuare modifiche e aggiustamenti. Per questo, il quintetto azzurro per le Davis Cup Finals potrebbe cambiare. In teoria potrebbe esserci una rivoluzione, visto che i regolamenti consentono fino a tre sostituzioni. Ma oggi, almeno, abbiamo le idee più chiare sui pensieri del capitano Filippo Volandri. I concetti emersi dalla convocazione di Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli sono due: il primo, evidente, è che la frattura con Fabio Fognini pare insanabile. Salvo miracoli, l'esperienza in Davis del ligure è terminata con la furente polemica di settembre. Il secondo è che Volandri vuole più opzioni possibili per il secondo singolarista da schierare accanto all'inamovibile Sinner. Perché è chiaro che è iniziata una volata tra Musetti, Arnaldi e Sonego. E c'è di più: se dovessero arrivare segnali positivi da Matteo Berrettini, il romano potrebbe tranquillamente tornare in corsa. Ma dovranno essere segnali concreti, non incerti come dodici mesi fa, quando si presentò a Malaga come uomo-spogliatoio salvo essere schierato nel doppio decisivo contro il Canada, senza però essere in condizione. “Questa è la squadra che al momento dà maggiori certezze – ha detto Volandri – Berrettini sta lavorando duramente per recuperare al 100%: per lui, come per tutti gli altri, vale appunto il criterio generale di selezione, basato sulle garanzie fisiche e tecniche che si possono fornire. Monitoreremo i progressi nelle prossime settimane”.

Frase dal doppio significato: da una parte, spedisce un altro messaggio a Fognini: oltre a non amarlo – è chiaro – ritiene che la sua attuale condizione sia insufficiente. Dall'altra, riconosce indirettamente l'errore commesso l'anno scorso, quando spedì in campo un Berrettini che non forniva le garanzie tecniche e fisiche di cui sopra. Insomma, scelte forti ma abbastanza semplici. Paradossalmente, l'imbarazzo potrebbe arrivare se Berrettini dovesse inviare segnali incoraggianti, magari giocando (e ben figurando) a Metz o Sofia, ultimi tornei ATP dell'anno. Il livornese sa benissimo che Matteo al top è un lusso, specie come numero 2 e nella singola partita. A quel punto, tuttavia, dovrebbe effettuare un'esclusione che – qualunque essa sia – farebbe discutere. E sarebbe dolorosa. Perché Musetti è il giocatore-simbolo della sua gestione, sempre presente, sempre disponibile. Perché Sonego gli ha sempre detto sì nel momento del bisogno, peraltro dandogli tre punti da sfavorito. Perché Arnaldi è il giocatore più in forma del momento, Sinner a parte. Perché Bolelli si è sempre tenuto fuori da ogni polemica, da diligente soldatino, ed è l'unico doppista puro del quintetto. Non arriviamo a pensare che Volandri preferisca l'indisponibilità di Berrettini per non avere imbarazzi, ma non c'è dubbio che la sua assenza eviterebbe scervellamenti (e pressioni esterne).

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«Berrettini sta lavorando duramente per recuperare al 100%: per lui, come per tutti gli altri, vale il criterio generale di selezione, basato sulle garanzie fisiche e tecniche che si possono fornire. Monitoreremo i progressi nelle prossime settimane» 
Filippo Volandri

Volandri non si nasconde: sa di avere tra le mani una rosa fortissima, dunque non fa pretattica. “A Malaga torneremo con l'obiettivo di vincere, è innegabile”. Dopo le solite parole sulla forza tecnica e morale del gruppo, ha parlato dell'Olanda, nostra avversaria nei quarti. “È una nazionale davvero temibile che ha chiuso la fase a gironi in testa al suo gruppo, battendo un avversario di altissimo livello come gli Stati Uniti. Hanno degli ottimi singolaristi e un doppio di assoluto livello. Stiamo lavorando per farci trovare pronti e lo faremo”. Ricorsi storici: tra i nostri avversari rischia di verificarsi una situazione simile a quella vissuta dodici mesi fa dagli americani, quando Mardy Fish prese l'inspiegabile decisione di escludere Rajeev Ram. Il capitano olandese Paul Haarhuis ha convocato, per ora, quattro giocatori: Talloon Griekspoor, Botic Van de Zandschulp, Gijs Brouwer e Wesley Koolhof. Senza apparenti ragioni, manca quel Matwe Middelkoop che da un paio d'anni fa coppia fissa con Koolhof. “Aspetterò i risultati delle prossime settimane e dopo Parigi Bercy deciderò il quinto giocatore che verrà a Malaga con noi” dice Haarhuis.

“Voglio mantenere aperte tutte le opzioni possibili per avere la squadra più forte, perché dobbiamo giocare il nostro miglior tennis per battere gli italiani. Naturalmente speriamo che arrivino molto tifosi olandesi, incentivo fondamentale per i giocatori”. Sembra chiaro che il quinto uomo olandese sarà un doppista: il numero 3 in singolare (Jesper De Jong) è fermo per un infortunio all'avambraccio, mentre il luogodegente Tim Van Rijthoven è out da quasi un anno. Al contrario, Haarhuis (che è stato un doppista fenomenale) potrà scegliere tra il già citato Middelkoop, Jean-Julien Rojer (n.16 del ranking di doppio), Robin Haase (43, a Bercy giocherà con Griekspoor), Bart Stevens (75), David Pel (89) e Sander Arends (106). In astratto, la scelta di attendere fino all'ultimo per scegliere il più in forma è legittima. Ma sorprende ugualmente, perché Middelkoop sembrava un punto fermo. “Contro l'Italia sarà una battaglia dura, perché con Sinner e Musetti hanno due giocatori nella top-20” ha aggiunto, senza particolare originalità. D'altra parte è difficile trovare un capitano di Davis che dica cose davvero interessanti, fuori dagli schemi. L'ultimo è stato Yannick Noah, che di questa competizione non vuole nemmeno sentir parlare.

Le condizioni di Matteo Berrettini saranno la grande incognita nell'avvicinamento alle Davis Cup Finals

Per adesso, Paul Haarhuis si è limitato a convocare quattro giocatori

In un mese (Italia-Olanda si giocherà giovedì 23 novembre alle 10) possono cambiare un mucchio d cose, ma allo stato attuale il vero match spartiacque sembrerebbe il singolare tra i numeri 2: Sinner parte strafavorito contro Griekspoor, mentre Il doppio olandese sembra avere qualcosina in più. A quel punto, mentre gli orange devono necessariamente affidarsi a Van de Zandschulp, noi avremo una margherita da sfogliare. Tre giocatori (quattro, con Berrettini) hanno valide ragioni per sperare di essere schierati. Va da sé che conteranno gli ultimi risultati dell'anno, le condizioni che troveremo a Malaga (in primis la rapidità della superficie) e lo stato di forma che emergerà dagli allenamenti.

Piccola sorpresa anche nel quarto di finale che ci riguarda da vicino: se la Gran Bretagna ha confermato il quintetto che ha vinto il girone di Manchester, c'è una novità nel team serbo. Manca il doppista Nikola Cacic, mentre farà parte della spedizione il giovanissimo Hamad Medjedovic, che proprio in questi giorni aveva pubblicamente ringraziato Djokovic per l'aiuto e il sostegno alla sua carriera. Un indizio sulle scelte di Viktor Troicki era arrivato dall'entry list di doppio al Masters 1000 di Parigi Bercy, in cui Djokovic farà coppia con Miomir Kecmanovic. Di certo, le complessità dell'eventuale semifinale sarebbero molto diverse se dovessimo affrontare Serbia o Gran Bretagna. Ma bisogna fare un passo alla volta: i prossimi saranno la scelta del miglior quintetto possibile (ovvero capire se vale la pena inserire Berrettini), poi pensare a quell'Olanda contro cui non abbiamo mai perso in sette precedenti. Cabala quasi preoccupante, ma che non sposta l'obiettivo: l'Italia vuole vincere la Coppa Davis. E non si nasconde più.