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DAVIS CUP FINALS

Hanno vinto i più forti, (solo) per loro è gloria

Si esaurisce in poco più di tre ore l'atto finale della Davis 2021. La Russia conferma la sua superiorità e tiene a bada la Croazia: Borna Gojo ha impensierito Rublev (ma non fino a batterlo), mentre Cilic dura un set contro Medvedev. È il terzo titolo, il primo dopo quindici anni.

Riccardo Bisti
6 dicembre 2021

Doveva vincere la Russia, ha vinto la Russia. A noi piace chiamarla così, anziché usare la dicitura formale Russian Tennis Federation, ed è giusto celebrare il Paese più forte di tutti. Non c'è formula che tenga: con quattro giocatori tra i top-30 ATP, oggi sono i migliori. Lo avevano dimostrato in febbraio, vincendo l'ATP Cup, si sono ripetuti alle Davis Cup Finals. Due singolari, due vittorie in due set, terzo titolo della storia, il primo dopo quindici anni. La Croazia (sostenuta da 150 tifosi, giunti a Madrid con un volo charter) aveva una sola speranza: che Borna Gojo facesse un altro miracolo dopo quelli contro Popyrin, Sonego e Lajovic. Non ce l'ha fatta, arrendendosi ad Andrey Rublev nel primo singolare (6-4 7-6). A quel punto erano spacciati, perché Daniil Medvedev è troppo più forte del Marin Cilic attuale, il cui rendimento è stato insufficiente. I croati si sono salvati grazie al doppio, ma stavolta non ci sono arrivati. Imponendosi 7-6 6-2, Medvedev ha dato il là ai festeggiamenti. “Sono più felice per la squadra che per me stesso – ha detto il n.2 ATP – abbiamo un team fantastico, c'è una splendida atmosfera.

Sono felice di farne parte e di aver portato i punti che servivano. Non è facile a fine stagione, ma sono state due tra le settimane migliori della mia vita”. Un po' incerto a inizio competizione, Andrey Rublev si è ripreso negli ultimi due giorni, battendo Koepfer e Gojo. Punti fondamentali perchè hanno evitato di arrivare al doppio. E durante i festeggiamenti era il più scatenato. “Le gare a squadre sono sempre speciali, solitamente non abbiamo molto tempo da passare insieme: in queste competizioni, invece, siamo insieme quasi tutto il giorno. È un'emozione speciale e mi spiace che non accada così spesso. Ti rimangono tanti ricordi”. Rublev sapeva che il match contro Gojo sarebbe stato decisivo. Per questo ha giocato con grande attenzione sin dal primo punto. Poteva brekkare già in avvio, ma il croato gli è rimasto attaccato fino al 3-3. Lo strappo è arrivato al settimo game, sublimato da un rendimento eccezionale al servizio. Lo stesso colpo che ha permesso a Gojo di restare a galla. Nel secondo set ha annullato altre cinque palle break (compreso un game ricucito da 0-40) e lo ha portato al tie-break, sperando di mandare in cortocircuito l'avversario. Purtroppo per lui, un doppio fallo in avvio ha dato a Rublev il margine necessario.

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“Sono più felice per la squadra che per me stesso: abbiamo un team fantastico, c'è una splendida atmosfera. Sono felice di farne parte e di aver portato i punti che servivano"
Daniil Medvedev

La contenuta esultanza di Daniil Medvedev dopo aver vinto l'ultimo punto 

“Nel secondo set ho mostrato le mie emozioni perchè sentivo che il traguardo era vicino – ha detto Rublev – lui serviva benissimo e non riuscivo a fare niente in risposta”. A quel punto la Croazia aveva bisogno di un miracolo. Cilic ha avuto le sue chance nel primo set, con una palla break nell'ottavo game (4-3 e 30-40), poi nel tie-break si è trovato avanti 4-3 e con due servizi a disposizione. Un dritto sbagliato ha rimesso tutto in parità, e i punti importanti sono finiti tutti nelle mani di Medvedev. Perso il primo set, il croato è rimasto senza energie, come una squadra di calcio che aveva prodotto il massimo sforzo senza segnare. Il suo rendimento è progressivamente calato, fino a condurre Medvedev alla vittoria. 7-6 6-2 e tutti a casa: russi a festeggiare, croati a piangere, Mektic-Pavic costretti a riporre le racchette nei borsoni, impossibilitati a scendere in campo per vincere l'ennesimo doppio. La debolezza di questa formula è ancora più evidente nei turni decisivi, come semifinale e finale.

È difficile comprendere come un evento così importante possa terminare in appena quattro set e appena tre ore complessive di gioco. Rischiamo la monotonia, ma ogni giudizio deve inevitabilmente tenerne conto. Al di là di questo, la sensazione è che i russi avrebbero vinto ugualmente in virtù di una rosa compatta e di qualità. Semmai, sono stati i croati a beneficiare della formula. È sorprendente che il loro numero 1 non abbia vinto neanche una partita nella fase a eliminazione diretta, ma l'enorme importanza del doppio li ha salvati. Non ci saranno sostanziali cambiamenti nel 2022: come ampiamente annunciato, la competizione sarà a 16 squadre, spalmate in quattro gironi da quattro (ognuno in una città diversa), poi la fase a eliminazione diretta sarà in una città definita neutrale. Sembrerebbe un indizio verso Abu Dhabi, eppure hanno scelto di non rivelare ancora la decisione. Forse perchè manca qualche dettaglio contrattuale, forse perché hanno ricevuto lamentele e stanno cercando di metterci una pezza.

Tra Madrid e Torino, 105.000 spettatori hanno seguito dal vivo le Davis Cup Finals

Il momento più emozionante: i russi sollevano l'Insalatiera

“La visione che abbiamo inaugurato nel 2018 voleva creare una vera Coppa del Mondo del tennis, e dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto in queste prime due edizioni delle Davis Cup Finals – ha detto il presidente ITF, Dave Haggerty – un sistema con cinque città ci garantirà la giusta flessibilità nella programmazione, e fornirà a più spettatori la possibilità di vivere l'atmosfera della Davis, oltre ad assicurarci la stabilità economica e commerciale della competizione”. Haggerty è un politico e le sue affermazioni non sorprendono, ma hanno un sottotesto chiaro: “Il format con un'unica sede è stato un fiasco e stiamo cercando di tornare indietro, ma senza ammettere l'errore fatto tre anni fa. Inoltre stiamo cercando di trovare un modo per rendere sostenibile la competizione”. Circa 105.000 spettatori hanno assistito all'evento tra Madrid e Torino, mentre a Innsbruck erano stati venduti 15.000 biglietti prima dell'annuncio dei match a porte chiuse. Secondo Kosmos e ITF si tratta di numeri positivi: chiaramente non è così, visto che con il vecchio format una finale era in grado di raccogliere anche 45-50.000 spettatori in tre giorni.

Quanto al 2022, hanno detto che la città per le Finals è già stata individuata e sarà annunciata nelle prossime settimane. Al contrario, il bando per le quattro città interessate ai gironi sarà lanciato il 15 dicembre e saranno decisi nella prima parte del 2022. E se tra le città candidate ci fossero quelle di Paesi che non riusciranno a qualificarsi? E chissà se l'Italia avrà voglia di ospitare nuovamente un girone, visto che l'esperienza torinese di quest'anno non è certo stata un successo travolgente: la pancia piena delle ATP Finals e lo scarso appeal dei match senza l'Italia hanno tenuto alla larga dal sold out, peraltro mai raggiunto neanche durante i match degli azzurri. Inoltre, la prospettiva di non avere nemmeno un quarto di finale in casa potrebbe raffreddare i bollori organizzativi. La competizione naviga a vista, senza sapere in quali porti attraccherà. Per oggi, tuttavia, è giusto celebrare la Russia. A prescindere da sigle e formule, i più forti sono loro.

DAVIS CUP FINALS 2021 – FINALE
RUSSIAN TENNIS FEDERATION – CROAZIA 2-0
Andrey Rublev (RTF) b. Borna Gojo (CRO) 6-4 7-6
Daniil Medvedev (RTF) b. Marin Cilic (CRO) 7-6 6-2