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IL RACCONTO

"Muster gay!": lo scandalo di San Paolo

Il 21 settembre 1996, la Coppa Davis viveva uno dei suoi momenti più tristi. La nazionale austriaca abbandonava il match contro il Brasile a causa delle intemperanze del pubblico, in particolare contro Thomas Muster. Un atteggiamento che sfociò nell'omofobia. 

Riccardo Bisti
21 settembre 2022

Spettatori armati di coltelli, lanci di oggetti e un tentativo di accecare il nemico con un rudimentale gioco di specchi.
E un grido di battaglia: “Muster gay!!! Muster gay!!! Muster gay!!!”
Un putiferio.
San Paolo, Brasile, 21 settembre 1996.
Quel giorno, a Nantes, gli appassionati italiani si risvegliarono dal sogno: Forget-Raoux batterono Gaudenzi-Nargiso nella semifinale di Coppa Davis, dopo che l'Italia si era aggiudicata i primi due singolari. Il giorno dopo, Cedric Pioline e Arnaud Boetsch avrebbero completato la rimonta battendo Renzo Furlan e Andrea Gaudenzi, in una giornata passata alla storia per il seggiolone scrollato da un furioso Adriano Panatta.
Ma quando la Coppa Davis era ancora una cosa seria, nel weekend delle semifinali – questo weekend, a cavallo dell'equinozio d'autunno – c'erano anche gli spareggi per il Gruppo Mondiale.
Otto partite in cui le sconfitte al primo turno sfidavano le squadre provenienti dai vari Gruppi Zonali per conquistarsi un posto nel tabellone principale dell'anno successivo.
La Federazione Internazionale aveva già preso la targa al Brasile dopo i fatti di quattro anni prima, in occasione delle partite contro Germania e Italia (ricordate Maceiò?). Si narra che contro i tedeschi, a Rio de Janeiro, il pubblico avrebbe lanciato cubetti di ghiaccio e sabbia contro gli sgraditi ospiti.

Ma la posta in palio era ben più alta, quindi nel 1996 nessuno pensava che si sarebbe vissuto qualcosa di simile per un semplice spareggio promozione contro l'Austria.
Nessuno tranne Paulo Cleto, storico capitano del team brasiliano.
È rimasto in panchina per 17 anni e c'era anche nel settembre 1996, quando il Brasile ospitò Thomas Muster, allora numero 3 ATP (ma era stato n.1 qualche mese prima). Smentendo la tradizione, scelse di giocare sul cemento per tenere l'austriaco lontano dalla terra battuta. “Il progetto era giocare in un luogo inospitale per bilanciare le forze, e chiesi di posizionare le tribune a ridosso del campo per creare un clima da Copa Libertadores. Mi sono ispirato a Vila Belmiro, lo stadio del Santos”.
Inospitale per modo di dire. Si giocò nella struttura dell'Hotel Transamerica di San Paolo, nella zona sud della città, albergo di lusso che esiste ancora oggi. C'erano tutti i comfort: due ristoranti, piano bar, spa, salone di bellezza, palestra, piscina, pista da jogging, campo da calcio, campo da golf a 3 buche, un eliporto e 23 sale per eventi di vario genere.
Dulcis in fundo, due campi da tennis. Per accontentare i capricci di Cleto, la Confederazione Brasiliana di Tennis spese circa 200.000 dollari per strutturarli con una superficie in cemento (la più rapida possibile, la stessa delle Olimpiadi di Atlanta) e tribune in stile Copa Libertadores.
Quando la Coppa Davis era una cosa seria, succedeva anche questo.

«Mi hanno detto che non avrei lasciato vivo il Brasile. Mi hanno lanciato coltelli, pietre e mi hanno sputato addosso. La Davis non dovrebbe diventare una guerra»
Thomas Muster
ASICS ROMA

Un reportage della TV austriaca sul folle weekend di San Paolo

Il Brasile contava su Fernando Meligeni, un giovane Gustavo Kuerten, il doppista Jaime Oncins e la riserva Roberto Jabali. L'Austria del compianto Ronnie Leitgeb aveva solo tre giocatori: insieme a Muster c'erano Markus Hipfl e Udo Plamberger. Il forte Gilbert Schaller si infortunò alla vigilia, e non riuscirono a reperire Stefan Koubek. All'epoca poteva succedere anche questo.
Primo singolare, Muster-Meligeni. Facile vittoria dell'austriaco, con un triplo 6-3.
La torcida brasiliana si sarebbe scaldata nel secondo match, in cui Gustavo Kuerten raccolse una delle sue prime grandi vittorie, rimontando due set di svantaggio al talentuoso Markus Hipfl. Dopo tre ore e mezza di lotta, il tabellone segnava 4-6 3-6 7-6 7-6 6-1.
Sul punteggio di 1-1, tutto lasciava pensare che i rispettivi numeri 1 (Muster e Meligeni) avrebbero vinto la domenica. Per questo, il doppio del 21 settembre 1996 diventava cruciale.
Da una parte Kuerten e Oncins, dall'altra Muster e Plamberger.
Lotta furibonda in un clima da stadio. Quando i brasiliani hanno brekkato in avvio di quinto set, l'impianto stava per eruttare. In quel momento, l'omofobia del pubblico ha preso il via. Nella sua autobiografia, lo stesso Guga ricorda che a urlare “Muster gay!!!” non è stato qualche spettatore isolato, ma tutto il pubblico. A dare il via sarebbe stato un ubriaco, con addosso occhiali a specchio. Prima ha urlato dá o saque lambari, scatenando l'ilarità del pubblico, poi ha fatto partire il coro. Secondo il capitano verdeoro, Muster si era reso conto che la partita era ormai persa e sfruttò il momento per cercare un diversivo e destabilizzare gli avversari.

Muster interruppe il gioco, coinvolse gli ufficiali di gara, compreso il giudice arbitro, il portoghese Antonio Marques (perché scegliere proprio un portoghese, la cui comunanza linguistica con i brasiliani è ben nota?), sostenendo che per tre ore e mezza lo abbiano insultato, gli abbiano sputato addosso e lanciato oggetti. “Se questa è la Davis, non voglio più averci a che fare. Il Brasile è un Paese di animali!”. Lamentandosi per il gioco di specchi che gli avrebbe creato difficoltà visive, Muster ha chiesto che lo spettatore venisse rimosso. In effetti l'uomo fu invitato ad andarsene, ma rifiutò di alzarsi. Vista l'assenza – secondo lui – delle condizioni minime per giocare, Muster ha abbandonato il campo. Cleto racconta che l'austriaco era tornato su suoi passi, ma ormai la vittoria era già stata assegnata alla coppia brasiliana. In un'intervista di qualche anno dopo, Muster ha smentito, dicendo di non essersi mai pentito della sua reazione.
Chissà com'è andata per davvero.
Non ci sono dubbi, invece, sul fatto che gli austriaci furono scortati fuori dalla polizia e barricati nelle loro stanze. Iniziarono trattative febbrili, con gli ospiti che pretendevano maggiore sicurezza e chiesero di giocare la terza giornata a porte chiuse. Diniego dei brasiliani, diniego del giudice arbitro, che definì ingiustificato l'atteggiamento degli austriaci. Anni dopo, sostenne che gli ospiti sapevano che il Brasile aveva una sorta di diffida e provarono a fare i furbi per ottenere la vittoria a tavolino. “Ma la strategia si è ritorta contro di loro”.
Il 22 settembre 1996, nessun tennista austriaco è sceso in campo.
Marques assegnò due vittorie a tavolino al Brasile, che dunque ritrovò il suo posto nel Gruppo Mondiale mentre il pubblico si dovette accontentare di un paio di esibizioni (Kuerten-Meligeni e Oncins-Jabali).

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L'attuale aspetto del campo da tennis in cui si è giocato quello storico Brasile-Austria

Otto mesi dopo i fatti di San Paolo, Gustavo Kuerten e Thomas Muster si sono sfidati al Roland Garros. Per la prima volta, il brasiliano capì che poteva addirittura vincere quel torneo

La faccenda sarebbe proseguita nelle aule dei tribunali sportivi.
I brasiliani chiesero un indennizzo di 400.000 dollari, perché l'atteggiamento di Muster sarebbe stato ingiustificabile e la cancellazione dell'ultima giornata avrebbe arrecato un grave danno economico al Brasile. Da parte loro, gli austriaci chiedevano la vittoria a tavolino.
La questione è stata discussa a Londra, il 7 ottobre 1996, presso gli uffici ITF.
Si parlava di possibile esclusione a vita di Muster dalla Davis, retrocessione dell'Austria nell'ultima divisione o un anno di squalifica.
Nella riunione di 80 minuti, gli austriaci presentarono le loro ragioni, compreso un video amatoriale che avrebbe evidenziato il comportamento scorretto della torcida. All'uscita, Muster disse: “Mi hanno detto che non avrei lasciato vivo il Brasile. Mi hanno lanciato coltelli, pietre e mi hanno sputato addosso. La Davis non dovrebbe diventare una guerra. Si vede cosa accade nel calcio, ma nel tennis non deve succedere. Se il pubblico sa di poter influenzare il risultato minacciando le persone, questa storia andrà avanti all'infinito e prima o poi ci saranno conseguenze molto gravi”.
Il comitato scelse una condotta ponziopilatesca: il compianto Brian Tobin, coadiuvato da Neal Fraser, Les Snyder e Juan Margets, omologò il risultato ma non squalificò nessuno, limitandosi a toccare i portafogli: 8.000 dollari a Muster (2.000 per comportamento antisportivo e 6.000 per aver abbandonato il campo) e 58.760 alla federazione austriaca per aver lasciato la serie a metà. Con internet agli albori, la vicenda ebbe risonanza soltanto in Austria e in Brasile.

La stampa austriaca era indignata con la torcida, quella brasiliana con l'atteggiamento di Muster. Anni dopo, qualche brasiliano ha fatto marcia indietro. “I tifosi si comportarono in modo orribile” dice Fernando Meligeni, mentre l'allora presidente CBT Nelson Nastàs ammise che certi comportamenti – se tenuti oggi – sarebbero stati severamente puniti. “I cori omofobi avrebbero guadagnato attenzione globale, la società è cambiata”.
“Grazie a Dio” aggiunge Meligeni.
Nonostante la sostanziale vittoria in tribunale, la federazione brasiliana avrebbe lanciato una campagna di sensibilizzazione contro l'omofobia.
L'anno dopo, il Brasile avrebbe giocato nel World Group e vi sarebbe rimasto fino al 2003, sfruttando gli anni d'oro di Guga Kuerten, culminati nella semifinale del 2000 persa in Australia.
Sempre nel 1997, Gustavo Kuerten avrebbe vinto il Roland Garros battendo, lungo il percorso, proprio Thomas Muster. Lo stesso match che non si era giocato all'Hotel Transamerica di San Paolo.
Nel 2007 ci sarebbe stato l'unico altro incrocio tra Austria e Brasile, nella tranquilla Innsbruck. Vinsero gli austriaci 4-1, senza lasciare un set nei primi tre match. L'unico reduce di undici anni prima fu proprio Guga Kuerten, schierato soltanto in doppio.
Anni dopo, Muster e Meligeni hanno parlato: “Amico, il posto in cui mi hanno trattato peggio è stato il Brasile!” avrebbe detto l'austriaco.
Anni dopo, Paulo Cleto ricevette una maglietta. C'era scritto “Muster Gay”.