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IL CASO

Zverev graziato: un anno di libertà vigilata

È la decisione ATP per i fatti di Acapulco con protagonista Alexander Zverev, autore di abusi verbali e gesti violenti verso il giudice di sedia. Gli hanno dato otto settimane e 25.000 dollari di multa, ma la pena è sospesa per un anno. Chi è chiamato a decidere gode di troppa discrezionalità.

Riccardo Bisti
8 marzo 2022

Il termine è diventato talmente popolare da finire nella Treccani. Per ponziopilatesco si intende la decisione di chi evita di prendere posizione o esprimere la propria opinione per esimersi da ogni responsabilità, con riferimento a Ponzio Pilato, procuratore romano della Giudea. Adesso: il signor Miro Bratoev, bulgaro, responsabile delle questioni disciplinari legate all'ATP, deve prendere decisioni meno delicate rispetto a quelle di qualche migliaio di anni fa, ma il paragone è inevitabile. Lo scatto d'ira dello scorso 22 febbraio è costato ad Alexander Zverev un anno di libertà vigilata nel circuito mondiale. Per lui, dunque, nessuna sanzione extra rispetto ai 40.000 dollari di multa già stabiliti per il abusi verbali e condotta antisportiva. Tuttavia, hanno scelto di scaricare sul tedesco tutta la responsabilità: se nei prossimi dodici mesi commetterà una violazione simile, riceverà una multa di 25.000 dollari e sarà sospeso per otto settimane dal circuito ATP. In altre parole, hanno riconosciuto la gravità del gesto ma non hanno voluto squalificare il numero 3 del mondo in un periodo in cui ci saranno ben cinque Masters 1000 nei prossimi due mesi. E allora gli hanno dato una pacca sulla spalla, accompagnata da una tiratina d'orecchie: “Per adesso te la cavi, ma se ne combini un'altra del genere ci costringi a squalificarti". Da regolamento, il tedesco ha tempo fino a venerdì per presentare ricorso contro la decisione di Bratoev, il cui ruolo ufficiale è Vicepresidente Senior ATP in merito a regole e competizione.

Rispettando le procedure del Rulebook ATP, 400 pagine di norme e cavilli, Bratoev ha effettuato un'indagine sui fatti di Acapulco. Tutto si è svolto durante un match di doppio, in cui Zverev e Marcelo Melo hanno perso al super tie-break contro Heliovaara-Glasspoll. Sul punteggio di 8-6, una palla della coppia anglo-finlandese è stata ritenuta buona dal giudice di sedia Alessandro Germani. Il tedesco l'ha presa malissimo, sostenendo che fosse fuori e pronunciando qualche parola di troppo. Dopo aver perso l'ultimo punto, e stretto la mano agli avversari, ha preso a racchettate il seggiolone dell'arbitro con violenza inaccettabile. C'è stato il rischio che potesse fargli male. Bratoev ha stabilito che il comportamento di Zverev va a integrare l'infrazione menzionata nell'articolo 8.05 del Rulebook ATP, che nel primo comma parla di comportamento aggravato. In base alle norme, gli hanno rifilato una sanzione tutto sommato giusta: otto settimane e 25.000 dollari di multa. Nessuno avrebbe avuto da obiettare, eppure hanno inserito la postilla: sanzione sospesa fino al 22 febbraio 2023. Significa che Zverev può continuare a giocare e può cavarsela se non commette infrazioni simili nei prossimi 365 giorni. Ed è opportuno ricordare che la squalifica entrerebbe in vigore nei soli tornei ATP, dunque potrebbe giocare gli Slam o in Coppa Davis. Una delle tante storture di un tennis spezzettato in troppi organi di governo.

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In nessun punto, il Rulebook ATP menziona esplicitamente la possibilità di sospendere le sanzioni. Significa che tale decisione non è frutto di una regola, ma è a discrezione del giudicante.
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Poche ore prima di conoscere la decisione ATP, Alexander Zverev ha pubblicato la copertina del numero di marzo della rivista Haute Time

Dopo l'episodio, Zverev ha accettato in extremis la convocazione di Michael Kohlmann per Brasile-Germania di Coppa Davis. Ha vinto entrambi i singolari, e dopo il successo contro Thiago Monteiro si è lamentato per il comportamento del pubblico. Detto che ognuno può farsi la propria idea sulla decisione ATP (simile a quella presa qualche anno fa nei confronti di Nick Kyrgios), e se un giocatore meno famoso avrebbe beneficiato della stessa indulgenza, è opportuno ricordare cosa dicono i regolamenti. Per capire se Bratoev non avesse scelta, oppure se ha potuto utilizzare una certa discrezionalità. Ci viene in soccorso il Rulebook ATP nella sezione dedicata al codice di condotta. Partiamo dal comportamento contestato a Zverev. Le violazioni accertate sono state due:

1 – AUDIBLE OSCENITY. Un tennista non può offendere o dire parolacce. Chiaro. Ogni violazione di questo articolo comporta fino a 5.000 dollari di multa. Visto che gliene hanno dati 20.000, significa che sono stati identificati almeno quattro momenti in cui Zverev non ha tenuto a freno la lingua. La norma prevede che anche un singolo caso di particolare gravità potrebbe costituire una violazione di comportamento aggravato, dunque soggetta a ulteriori indagini.
2 – UNSPORTSMANLIKE CONDUCT. In questo calderone finiscono tutti i comportamenti che potremmo definire non socialmente accettati. Oltre a una serie di esempi di natura disciplinare, il regolamento inserisce in questo articolo anche le violazioni legate al COVID-19. Ciascuna condotta di questo tipo può causare fino a 20.000 dollari di multa. Nel caso specifico, è fin troppo facile individuare la violazione di Zverev: le racchettate al seggiolone dell'arbitro. Il suo comportamento è stato ancora più grave, perchè dopo aver tirato le prime racchettate è tornato alla sua panchina, salvo poi tornare indietro per scaraventare una seconda razione di colpi.

Miami 2019: Alexander Zverev a colloquio con Miro Bratoev, lo stesso ufficiale di gara che è stato chiamato a giudicare sulla sua condotta ad Acapulco

Le telecamere hanno immortalato la sfuriata di Alexander Zverev ad Acapulco

Una volta accertato che tali condotte rientrano nella fattispecie dell'Aggravated Behavior, le norme dicono che che un giocatore cade in questa infrazione può ricevere una multa fino a 25.000 dollari e una sospensione dal circuito ATP per un periodo compreso tra 21 e 365 giorni. La sospensione inizia il lunedì successivo alla decisione, oppure al pronunciamento del giudice d'appello. È esattamente il caso di Zverev: gli hanno dato il massimo della multa e una sospensione per un periodo compreso nella forbice prevista dai regolamenti. Ma chi decide? Come detto, il Vicepresidente Senior ATP per regole e competizione. Le regole scrivono che può stabilire a sua esclusiva discrezione se condurre o meno un'indagine sul presunto reato. Al termine dell'indagine, stabilisce se l'infrazione è avvenuta e stabilisce la sanzione. Una volta presa la decisione deve dare comunicazione scritta al tennista, il quale deve pagare la multa entro 21 giorni. Soltanto dopo aver pagato la multa (perché? Ndr) il tennista può effettuare ricorso. In quel caso, l'Ammistratore Delegato ATP o un suo delegato fissano data e luogo dell'udienza, che si svolge come un qualsiasi processo: le parti possono fornire prove, testimonianze e dichiarazioni scritte (queste ultime devono pervenire almeno tre giorni prima dell'udienza). Le udienze si svolgono a porte chiuse e vanno avanti giorno dopo giorno fino alla conclusione, a meno che il giudice stabilisca un rinvio. La decisione è inappellabile a livello endosindacale, ma la sanzione può soltanto essere annullata, ridotta o confermata. Non può essere aumentata. È poi facoltà del giudice stabilire le eventuali spese di giudizio. Seguono altre regole poco importanti per il caso di specie e la possibilità di un eventuale ricorso al CAS di Losanna.

La risposta che cercavamo non si trova: in nessun punto, il Rulebook ATP menziona esplicitamente la possibilità di sospendere le sanzioni. Significa che tale decisione non è frutto di una regola, ma è a discrezione del giudicante. Il concetto di discrezionalità può essere molto pericoloso, perchè può portare a disparità di giudizio tra diversi giocatori. Non è detto che accada, ma può accadere. Sfruttando (legittimamente) i suoi poteri, Bratoev ha scelto di concedere una parziale grazia a Zverev. La situazione porta ad almeno due critiche: da un lato, l'assenza di regole precise. Come accade nel calcio e in altre discipline, a determinate infrazioni corrispondono sanzioni più o meno chiare, più o meno precise. Nel tennis è rarissimo che accada. Dall'altro, la discrezionalità. Non è accettabile che una sola persona possa decidere con criteri personali su questioni così delicate, peraltro limitandosi al circuito ATP e senza poter influire sugli altri eventi. Visto che Andrea Gaudenzi punta forte sull'unità e la compattezza degli organi di governo tennistici, sarebbe importante dare concretezza a queste intenzioni a partire dai regolamenti, con norme più chiare e soprattutto condivise da tutti. E che prevedano la certezza della pena: per ogni infrazione deve essere prevista una sanzione, e tale deve essere (con la possibilità di ricorso, s'intende). La discrezionalità del giudicante è anacronistica e, consentiteci, pericolosa. Quanto a Zverev, si è scusato e avrà tirato un grosso sospiro di sollievo, non tanto per lo sconto, ma per aver evitato un altro grave danno d'immagine. Ricordiamo che il tedesco è ancora sotto investigazione per le accuse di violenza privata per le accuse dell'ex fidanzata Olga Sharypova.