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ROLAND GARROS

Yoshihito Nishioka, un miracolo di 170 centimetri

Nonostante sia il più piccolo tra i top-100 e abbia un carattere fumantino, Yoshihito Nishioka sta facendo miracoli. Entrerà tra i top-30 ATP e oggi si gioca un posto nei quarti. Nel frattempo fa lo youtuber, finanzia i giovani giapponesi e ha fatto un grande regalo a coach Christian Zahalka. 

Riccardo Bisti
5 giugno 2023

Anche il luogo comune sta svanendo. In un tennis sempre più pieno di giganti, si diceva che la bassa statura potesse fare la differenza in velocità, coordinazione, appoggi bassi. Non è più così, perché ormai anche i lungagnoni si muovono benissimo. E allora ci vuole qualcosa di speciale per emergere se sei alto appena 170 centimetri e pesi 64 chili. Quel qualcosa risiede nel braccio di Yoshihito Nishioka, l'uomo che sta mantenendo il Giappone nella geografia del tennis dopo la temporanea uscita di scena di Kei Nishikori e Naomi Osaka. Prima di quest'anno, Yoshi non era mai andato oltre il terzo turno in uno Slam. Poi è andato in Australia e ha raggiunto gli ottavi, ripetendosi a Parigi. Oggi proverà a fare un passo in più contro Tomas Etcheverry, dopo che sabato ha sfibrato alla distanza Seyboth Wild nonostante una sfuriata che gli era costata un penalty point: era convinto di aver tirato un vincente, invece la palla è stata valutata fuori. In preda a una crisi di nervi ha attraversato la rete, recandosi nel campo dell'avversario. Infrazione ritenuta grave, ma se l'è cavata e ha dominato alla distanza, vincendo addirittura a zero il quinto set.

“Dopo Roma sono tornato a casa, ho rimesso in sesto i pensieri e mi sono detto di godermi Parigi senza pensare troppo al risultato – ha detto – la strategia sembra funzionare. Il mio tennis può valere i quarti in uno Slam, ma è soprattutto una questione di mente”. Classe 1995, Nishioka si è risollevato dopo un periodo nero in avvio di 2022, da lui definito un incubo. Aveva perso al primo turno dell'Australian Open, uscendo dai primi 120. “In quel momento ho avuto la sensazione di non poter più tornare tra i primi 50 – racconta – allora ho detto che se non ce l'avessi fatta entro due anni... mi sarei ritirato. I fan giapponesi sono rimasti stupiti, ma era quello che pensavo per davvero”. Dopo un paio di mesi ha ripreso a vincere qualche partita, ha trovato un nuovo allenatore (Christian Zahalka) e i risultati sono lievitati: prima la finale a Washington, poi il secondo titolo a Seul. Adesso Yoshihito è numero 33 ATP, ma lunedì prossimo abbatterà la barriera dei top-30. Mica male, per uno con la sua statura.

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    La classifica ATP che Yoshihito Nishioka è già certo di raggiungere dopo il Roland Garros. Dovesse battere Etcheverry, si avvicinerebbe ai top-20

Nonostante questa plateale sfuriata, Nishioka ha battuto Seyboth Wild

Per essere arrivato così in alto deve ringraziare Masaaki Morita, ex presidente del colosso Sony, che a suo tempo aiutava le giovani promesse giapponesi. Ogni anno mandava un ragazzo particolarmente meritevole presso l'IMG Academy di Bradenton. La borsa di studio durava un anno, nel quale il prescelto doveva conseguire determinati obiettivi (classifica junior, vittoria in qualche torneo). Se ce la faceva poteva restare, altrimenti tornava a casa. Con questo metodo, Kei Nishikori è volato negli Stati Uniti per la prima volta. Qualche anno dopo è toccato a Nishioka, che fece fruttare l'occasione ed è rimasto a Bradenton per quattro anni, dando il via a una carriera più che brillante, se paragonata alle sue caratteristiche fisiche. Lui impazziva per Nadal e Verdasco, papà Norio gli aveva detto di imitare il servizio di Mariano Puerta dopo aver visto la finale del Roland Garros 2005, ma la svolta è arrivata grazie al compianto Nick Bollettieri. Gli disse che doveva prendere spunto da un mancino, ok, ma non dai giocatori già citati.

Il suo esempio doveva essere Marcelo Rios. “Devi usare la tua velocità e la tua tecnica proprio come lui”. Da buon giapponese, Yoshihito ha studiato i filmati del cileno e oggi abbiamo un giocatore spettacolare, capace di trovare angoli impensabili per tanti avversari. Un talento per palati fini, per intenditori. Tra loro c'è il nostro Mattia Bellucci, che lo ha eletto come modello perchè “gioca benissimo a tennis”. Chissà se qualcuno l'ha detto al giapponese: dovesse scoprirlo, intervisterebbe subito Bellucci per il suo progetto Yoshi's Channel, un canale YouTube in cui racconta ai giapponesi la vita nel circuito. “Voglio mostrare loro come si vive, cosa facciamo, quanto è bello ma anche quanto può essere duro. Nel tennis si può guadagnae molto ma si spende molto, e devi essere pronto a soffrire. Cerco di essere onesto, voglio che sappiano tutto”. È un progetto a cui tiene molto, vorrebbe ampliarlo e intervistare sempre più colleghi. Lo scorso anno ha avuto Nick Kyrgios e gli piacerebbe inaugurare una sorta di collaborazione con Daria Kasatkina, che fa qualcosa del genere nel settore femminile insieme alla compagna.

Nonostante sia alto appena 170 centimetri, Nishioka compensa con un talento sopra la media

Battuto da Nishioka al secondo turno, Max Purcell ha commentato questo post del giapponese, sostenendo che abbia il miglior rovescio incrociato stretto del circuito

Nel frattempo – pur non essendo un magnate come Morita – prova a fare qualcosa per i giovani connazionali: da qualche anno, nel mese di dicembre, organizza un torneo Under 16 a Tokyo (denominato Yoshi's Cup) riservato alle giovani promesse giapponesi. Grazie al contributo dei suoi sponsor, mette in palio un montepremi di 25.000 dollari. “Voglio dare loro una possibilità – dice – noi giapponesi siamo lontani da tutto e ogni viaggio è particolarmente lungo e costoso. Non tutti possono farlo, ma se qualcuno volesse farlo voglio dargli questa possibilità”. Una bella iniziativa, forse un modo per conquistare un po' di popolarità in un Paese che ha dato gloria a Osaka e Nishikori. La prima è un'icona globale, mentre Nishikori – nei primi anni di carriera – era talmente popolare che doveva girare per Tokyo con occhiali da sole e bavero alzato. E doveva prenotare quattro voli per depistare i curiosi, ogni volta che tornava in patria. Nishioka non è così famoso, anzi, ritiene che Nishikori sia ancora il numero 1. “Intanto sta tornando, poi è un giocatore straordinario, mi ha ispirato. Vorrei provare a essere come lui, ai miei occhi è il migliore. Ma io voglio giocare come il migliore”.

A differenza dei connazionali, timidi e riservati, Nishioka è un impulsivo. Sono ormai famose le sue escandescenze durante le partite, delle quali si trova ampia traccia su YouTube. “Per un periodo ho provato a sforzarmi di tenere tutto dentro, ma ho deciso di sfruttare le mie emozioni – racconta – se voglio vincere devo essere emotivo, un po' come Djokovic e Murray: durante i match parlano spesso con i loro allenatori, ma sono sempre sul pezzo. Adesso io continuo ad arrabbiarmi, ma riesco a restare concentrato”. Un po' come John McEnroe, capace di trarre energie positive dalle sue leggendarie sfuriate. E poi era mancino come Nishioka, che di certo non ha il suo talento, ma sta realizzando un piccolo miracolo sportivo. Entrare tra i top-30 ATP a quasi 28 anni è un traguardo eccezionale, specie se sei il topolino del tennis. Riuscirci in questi giorni ha un valore ancora più grande: proprio durante il Roland Garros, infatti, avrebbe compiuto 29 anni Tanner Zahalka, l'adorato figlio del suo coach. È rimasto ucciso nell'ottobre 2021 in un drammatico incidente in moto, e il padre lo ha ricordato con commozione. Le imprese di Nishioka avranno alleggerito il dolore più grande che un padre possa provare.