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CIRCUITO ATP

Mister Muscolo!

Ad appena 18 anni e due mesi, Carlos Alcaraz vince il suo primo titolo ATP. È il più giovane a riuscirci dal 2008, e i suoi numeri sono molto simili a quelli di Rafa Nadal. Impressiona la sua struttura fisica, costruita giorno dopo giorno nell'accademia di Juan Carlos Ferrero.

Riccardo Bisti
26 luglio 2021

Se escludiamo Fabrice Santoro, gli altri nomi mettono i brividi. A parte il francese, da quando è nato il circuito ATP soltanto Lleyton Hewitt, Rafael Nadal, Andrei Medvedev e Kei Nishikori erano più giovani di Carlos Alcaraz nel giorno della loro prima finale. Hewitt, Medvedev e Nishikori si sono tolti lo sfizio di vincerla, ma l'impressione è che il 18enne di Murcia guardi soprattutto a Nadal. Sarà difficile avvicinarlo, ma le somiglianze statistiche sono notevoli. Era il giorno di Ferragosto del 2004 quando Rafa vinceva il suo primo titolo a Sopot, in Polonia. Aveva 18 anni e 73 giorni. Il 25 luglio 2021, esattamente diciassette anni dopo, Alcaraz ha fatto centro a Umago, all'età di 18 anni e 81 giorni. È il più giovane vincitore ATP dai tempi di Kei Nishikori (Delray Beach 2008), e tutto fa pensare che sia l'inizio di un percorso da campione. Lo spagnolo ha sfruttato la lunga pausa COVID per irrobustirsi fisicamente e vanta una struttura atletica già formata. Impressionante. Ad alimentare la suggestione per questo successo, il nome del suo avversario in finale: Richard Gasquet, altro ex baby-prodigio.

Alcaraz non era ancora nato quando il francese vinse il suo primo match nel circuito. E c'è un aneddoto curioso: quando Alcaraz aveva 13 anni fu invitato a Parigi per giocare un torneo organizzato da Longines, ai piedi della Torre Eiffel, durante il Roland Garros. Era la sua prima volta nella capitale francese ed ebbe l'opportunità di seguire alcuni match dal vivo. Tra questi, quello di Gasquet sul campo Suzanne Lenglen. Chissà se lo ricorda. Stanco dopo le tre ore di battaglia nella semifinale contro Altmaier, il francese non è quasi mai esistito nel 6-2 6-2 che ha consegnato ad Alcaraz il suo primo titolo ATP. Nella settimana croata, il murciano ha mostrato una superiorità quasi imbarazzante sugli avversari. Lungo il percorso ha battuto tre delle prime quattro teste di serie: Krajinovic, Ramos Vinolas e – appunto – Gasquet. Tra lui e il francese ci sono 17 anni di differenza, che hanno reso questa finale la terza con il maggior gap generazionale dal 1990 a oggi.

PLAY IT BOX
"Non sono uno che pensa a lungo termine: mi piace fare un passo alla volta. Senza le esperienze che ho vissuto quest'anno, oggi non sarei qui"
Carlos Alcaraz

Gli highlights della finale di Umago. Guardate come Alcaraz ha annullato due palle break sul 4-1 nel secondo set...

Alcaraz ha comandato dall'inizio alla fine e qualcuno inizia a fare dei paragoni. Più che a Nadal, lo hanno accostato a Dominic Thiem. I due si sono sviluppati in modo diverso sul piano atletico, e lo stesso vale per i colpi, però generano una potenza simile. In entrambi i set, lo spagnolo ha brekkato Gasquet al terzo game e poi ha arrotondato il divario. “Ha giocato in modo incredibile, ha soltanto 18 anni e ha un gran futuro davanti – ha detto Gasquet – non ho potuto giocare al suo livello e alla sua intensità. È stata la chiave del match”. Dopo l'ultimo dritto vincente, Alcaraz ha sciolto la sua emozione in un abbraccio con Juan Carlos Ferrero, suo allenatore ormai da diversi anni. Un ex numero 1 del mondo per indicare la via. Ha poi raccontato la sua vittoria con parole piuttosto banali. E allora vale la pena approfondire il punto di forza di Alcaraz, l'aspetto che più di tutti salta all'occhio: la sua struttura atletica.

Avrà pure un tennis solido ed efficace, ma ciò che impressiona è il suo strapotere fisico. Ad occuparsi dei suoi muscoli c'è il preparatore atletico Juanjo Moreno. “Gli ricordiamo sempre che ogni singolo giorno è una mattonella da aggiungere per raggiungere il suo meglio. Per far sì che il muro sia perfetto, tutti i mattoncini devono essere collocati al posto giusto”. Quando Alcaraz ha messo piede nell'accademia di Ferrero, tecnici e preparatori si sono immersi nella missione di creare l'atleta perfetto. Forza, resistenza, intensità, tutto. I risultati sono evidenti, non solo per l'impressionante muscolatura, ma per la capacità di sostenere diversi match impegnativi, uno dopo l'altro. “I risultati si notano sul piano estetico – dice Moreno – che non è mai stato l'obiettivo, ma è un effetto secondario che conferma la bontà del lavoro. Ci interessa di più la potenza del suo servizio, la forza che mette sulla palla, il modo in cui si muove”.

Il servizio è il colpo su cui Alcaraz ha più margini di miglioramento

Una carrellata delle giocate più spettacolari di Carlos Alcaraz

Oltre al miglioramento puro si sono occupati di muscoli, tendini e ossatura per prevenire gli infortuni. Gli esercizi di prevenzione sono cruciali per preservare il fisico di un atleta, sul medio e sul lungo termine. “Ci siamo poi concentrati sulle doti di recupero, prendendoci cura di ogni singolo dettaglio – continua Moreno – dal momento in cui si sveglia fino a quando va a letto, proviamo a educare Carlos nel processo di recupero. Siamo stati fortunati, perché prima di noi era stato seguito da Nestor Vicente Salar. Abbiamo usato le conoscenze che già aveva, aggiungendo piccoli tasselli che gli permettessero di allenarsi in modo sempre più intenso, anche dopo una sessione particolarmente faticosa. È fondamentale curare tutti gli aspetti del processo: reidratazione, recupero, riposo e sonno”. Alcaraz esegue i compiti con professionalità, al punto da ricordare – in questo sì – proprio Nadal.

Dopo la vittoria a Umago, gli hanno chiesto quale Slam preferirebbe vincere. Lui ha scherzato, ricordando di non aver mai giocato lo Us Open, poi si è fatto serio. “Non sono uno che pensa a lungo termine: mi piace fare un passo alla volta. Senza le esperienze che ho vissuto quest'anno, oggi non sarei qui”. Intanto è già in ottima posizione per le Next Gen Finals (è quinto nella Race to Milan), ma per lui conta solo il presente. “La cosa negativa di essere un tennista è che ogni settimana c'è un torneo. Non ho tempo per festeggiare perché domani inizia un torneo nuovo e devo essere perfettamente concentrato. Faremo una piccola celebrazione con il mio team, ma non posso distrarmi perché penso già alla prossima partita”. L'allusione è al torneo di Kitzbuhel, in cui esordirà contro l'austriaco Alexander Erler. Occasione perfetta per raggiungere con tre mesi d'anticipo l'obiettivo che si era prefissato a inizio stagione: chiudere il 2021 tra i top-50 ATP. Il successo a Umago lo condurrà in 54esima posizione, ma è una semplice linea di passaggio. In fondo, il successo a Sopot portò Nadal al numero 48...