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WIMBLEDON

Una Korda che non si spezza mai

Pochi giorni dopo il trionfo della sorella ai LPGA Championships, Sebastian Korda raggiunge per la prima volta gli ottavi in uno Slam. Andre Agassi gli fa da mentore, papà Petr lo tiene coi piedi per terra, ma il suo carattere è stato formato dalla madre, ex top-30 WTA. “Devo a lei il mio autocontrollo”.

Riccardo Bisti
3 luglio 2021

Sebastian Korda ha giocato la sua prima partita sull'erba qualche settimana fa ad Halle, raccogliendo un bel successo contro Roberto Bautista Agut. Si sarebbe ripetuto contro Kei Nishikori. In realtà, il 20enne americano conosce il verde da molti anni. Grazie alle conoscenze di papà Petr, aveva giocato sui campi di Rancho Mirage, California, laddove anni fa si giocò un match di Coppa Davis contro il Cile. “E il mio coach Dean Goldfine era il capitano di quella squadra” ha detto Sebastian dopo il battesimo vincente sul Centre Court, quattro set per battere il numero 1 britannico Daniel Evans. La sua strategia è diversa da quella di tanti figli d'arte: parla tranquillamente della sua famiglia, consapevole che sarà fonte perpetua di domande. Fosse solo per il padre: anche mamma Regina Rajchrtova è stata una buona professionista (n.26 WTA nel 1991), mentre le sorelle sono campionesse di golf. Soltanto pochi giorni fa, Nelly ha vinto gli LPGA Championships ad Atlanta ed è diventata la numero 1 del mondo, un gradino più in alto rispetto al padre, che nel 1998 fu numero 2 nel tennis dopo la vittoria all'Australian Open.

Anche la sorella maggiore Jessica è un'ottima golfista. Anche lei parteciperà ai Giochi di Tokyo, proprio nell'edizione in cui il golf è diventato sport olimpico. Lei e la madre hanno abbracciato Nelly ad Atlanta, mentre Petr era dall'altra parte dell'oceano per accompagnare Sebastian nelle sue avventure tennistiche. Dopo il Roland Garros ha fatto tappa allo Sparta Praga, laddove ha potuto giocare su un paio di campi di calcio adattati al tennis. Un modo come un altro per prendere confidenza coi prati, e riavvicinarsi alle origini di papà. Perché Sebastian è nato e cresciuto negli Stati Uniti, però le radici rimangono nell'ex Cecoslovacchia. Ma la suggestione più grande esula dalla provenienza: in questo momento, la famiglia Korda è la più cool nel mondo dello sport. “Quello che sta facendo la famiglia Korda è incredibile" ha twittato Andy Murray, che gli ha dato il cambio sul Centre Court (ma gli è andata male: ha perso nettamente contro Shapovalov).

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“Credo di aver preso qualcosa da mia mamma, in particolare la sua poker face. Non mostrava mai il suo stato d'animo alle avversarie
Sebastian Korda

L'esordio vincente di Sebastian Korda sul Centre Court di Wimbledon

In effetti, il 2021 della dinastia è surreale: Nelly ha già vinto tre tornei, Jessica uno (il sesto della sua carriera), mentre il primo titolo ATP di Sebastian è arrivato a Parma, giusto un mese fa. Prima dei Korda, soltanto due coppie padri-figli avevano vinto titoli ATP: Ramanathan e Ramesh Krishnan prima, Phil e Taylor Dent poi. “I successi di Jessica e Nelly sono una grande fonte di motivazione – racconta Sebastian – mi permettono di giocare meglio. C'è una sana competizione familiare e ci spingiamo a vicenda”. In effetti, il sorteggio londinese non era stato dei migliori. Gli era capitato Alex De Minaur, ottimo erbivoro, reduce dal titolo a Eastbourne. Ma due giorni prima aveva visto in TV il successo di Nelly ad Atlanta. Non avremo mai controprove, ma chissà se avrebbe vinto senza la spinta psicologica della sorella. Di certo ha raggiunto per la prima volta la seconda settimana di uno Slam, e si toglierà lo sfizio di giocare contro Karen Khachanov nel giorno del suo 21esimo compleanno. Di Sebastian colpisce la calma con cui affronta le situazioni, pur senza perdere l'incanto del ragazzino.

Per lui era la prima volta sul Centrale di Wimbledon. Per mantenere traccia dell'esperienza, ha filmato col telefonino i primi passi nella pancia dello stadio. Una volta sul campo, ha gestito alla perfezione i momenti di difficoltà contro il bad boy Evans, avversario tutt'altro che malleabile. Figlio della working class britannica, non è il prototipo del giocatore che i britannici amano tifare. È uno da pub, da risse da saloon, ma il tempo lo ha cambiato. Il recente lavoro con coach Sebastian Prieto lo ha reso ancora più forte, e poi il suo QI tennistico è notevole, subilimato da uno splendido rovescio in slice. Persino la Duchessa Kate si è scomodata per seguire il match dal Royal Box. Nel quarto, Evans è salito 4-2. C'era profumo di quinto set, ma Sebastian ha reagito da campione. “Tra i 12 e i 15 anni sono cresciuto con mia madre e con mia sorella Nelly, perché Jessica giocava i primi tornei internazionali e mio padre le faceva da caddy – racconta Sebastan – quindi credo di aver preso qualcosa da mia mamma, in particolare la sua poker face. Non mostrava mai il suo stato d'animo alle avversarie”.

Sebastian Korda sembra gestire alla perfezione le curiosità dei media

Il successo di Jessica, Sebastian e Nelly Korda parte da molto lontano

Lui sembra in grado di fare altrettanto, senza contare il sostegno di un certo Andre Agassi. Tramite i buoni uffici del padre, lo scorso anno è stato accolto a Las Vegas da Andre, la moglie Steffi Graf e i loro figli. “Entrambi bravissimi a baseball: le nostre famiglie sono molto simili”. Due settimane di allenamenti si sono tramutate in una proficua collaborazione a distanza. Sebastian parla tutti i giorni con Agassi, il quale gli ha consigliato di godersi senza patemi la sua prima esperienza sul Centre Court. “Vai in campo e divertiti, abbraccia ogni emozione” gli ha detto. Lui ha eseguito. A seguirlo sul piano strettamente tecnico, oltre a Goldfine, c'è papà Petr. “È molto felice, ma non manca mai di ricordarmi gli errori, anche dopo una vittoria. Credo che sia una delle sue principali qualità: è molto diretto, mi dice le cose come stanno. Non addolcisce la pillola”. Il progetto Korda è gestito dal manager Patricio Apey: in questi mesi si è parlato di lui per i contrasti con Alexander Zverev, sfociati in un accordo extra-giudiziale a un passo da una causa, ma ha una vasta esperienza nel tennis. A suo tempo aveva rappresentato il padre, oggi cura gli interessi dei figli. “Può sembrare folle, ma io e Petr parliamo da una dozzina d'anni di quello che avremmo potuto fare con i suoi figli – racconta Apey – è un po' genio, un po' matto. A volte è difficile scovare il confine tra le due facce”.

E allora il pensiero corre a Richard Williams, che in tempi non sospetti disse che le sue figlie sarebbero diventate numero 1 del mondo. “Petr aveva individuato le potenzialità tecniche di tutti e tre, stilando un progetto a lungo termine” dice Apey. Progettare sul lungo periodo, talvolta, comporta dei sacrifici. Per esempio, Sebastian non andrà a Tokyo insieme alle sorelle. “Abbiamo deciso che fosse più conveniente restare negli Stati Uniti e giocare i tornei di avvicinamento allo Us Open”. Avevano fatto qualcosa di simile lo scorso inverno, quando hanno saltato la trasferta in Australia (avrebbe potuto giocare le qualificazioni a Doha) per partecipare ad alcuni Challenger in Francia. Risultato: titolo a Quimper. “Non fu un successo casuale – dice Sebastian – il fine settimana precedente, Jessica aveva vinto un torneo LPGA”. Nel tennis la proprietà transitiva non esiste, ma è successo esattamente lo stesso prima di Wimbledon. Primo titolo Slam per Nelly nel golf... e adesso? Non ci fosse di mezzo un super-uomo di nome Djokovic (potenziale avversario in semifinale), e dopo averlo visto contro Evans, la suggestione sembrerebbe quasi fattibile. Ma il grosso vantaggio di Korda sta nella pianificazione: piano piano, raggiungerà i suoi obiettivi. E l'asticella si trova molto, molto in alto.